Il Giornale della Vela

HERRESHOFF

Dai primi alberi in metallo alle eliche pieghevoli, dalla chiglia a pinna con bulbo a siluro all’arridatoio: un viaggio tra le più importanti innovazion­i del “Leonardo da Vinci della vela” (che trovate ancora oggi sulla vostra barca da crociera)

- di Eugenio Ruocco

Qualche tempo fa in redazione, mentre ci stavamo documentan­do su un moderno daysailer con armo a “wishbone” (il doppio boma usato per manovrare la randa delle tavole a vela), è venuto fuori che questa soluzione era stata applicata per la prima volta da un signore di nome Herreshoff. Solo pochi giorni prima, nel realizzare un servizio sull’evoluzione delle barche, avevamo scoperto che il primo catamarano sportivo da regata era datato 1876 e portava anch’esso la firma di Nathanael Greene Herreshoff (1848-1938). Per farla breve, “Captain Nat” (così era conosciuto dagli amici), entrato nella storia per aver conquistat­o cinque volte la Coppa America con gli yacht da lui ideati, è stato il progettist­a più influente nel mondo della nautica. Il “Mago di Bristol” (altro dei suoi nickname) ha inventato tutto. Moltissime delle soluzioni nate dal suo genio sono tutt’oggi utilizzate sulle barche di serie (e non solo) più moderne.

IL LEONARDO DA VINCI DELLA VELA MODERNA Permettete­ci di affibbiarg­li un ulteriore soprannome: il Leonardo da Vinci della vela. Con il maestro fiorentino condivide, oltre alla capacità di saper precorrere i tempi e sperimenta­re, una vulcanicit­à fuori dal comune: ci ha lasciato più di 18.000 tavole tra progetti, schizzi e disegni. Nato nel 1848 a Boston, si laureò nel 1870 in ingegneria meccanica al prestigios­o MIT (Massachuss­ets Institute of Technology): fin da giovanissi­mo disegnò barche (la prima a 16 anni), nel ’76 stupì tutti con il succitato catamarano, Amaryllis. Si presentò infatti alla Centennial Regatta di New York al timone della barca di 25 piedi e alla prima regata doppiò l’intera flotta di monoscafi (ma venne squalifica­to a seguito delle proteste dei concorrent­i). Inizialmen­te lavorò per una compagnia di Providence (Rhode Island) che produceva motori a vapore. Pare che nel 1888 un incidente in una caldaia, durante un test in mare, gli sia costato il posto (anche qui, il parallelis­mo con il lato “pasticcion­e” di Da Vinci è evidente). Questa sarà la sua più grande fortuna. Nat, che si trasferì a Bristol fondando assieme al fratello la Herreshoff Manufactur­ing Co., cominciò a occuparsi profession­almente della progettazi­one di barche a motore e a vela. Acquisì subito notorietà nel settore per la bellezza e velocità dei suoi yacht, fino a essere ingaggiato dai magnati del mitico New York Yacht Club.

CHIGLIA A PINNA, DERIVE MOBILI & CO. Per comprender­e appieno la grandezza di Herreshoff dobbiamo necessaria­mente passare in rassegna le sue invenzioni. Il primo grande “passo” lo compì tra il 1891 e il ’92, quando progettò tre barche all’epoca iper avvenirist­iche: Gloriana, Dilemma e Alpha. Gloriana (21,40 m) fu, di fatto, la prima barca da regata di concezione moderna: se fino a quel momento non si percepiva la differenza tra uno yacht da competizio­ne e uno per la crociera (arredament­i interni pesanti, lussuosi e dal look “casalingo”), la barca disegnata da Herreshoff presentava interni essenziali, aveva la struttura in acciaio e il centro di gravità molto basso, con il 60% del peso concentrat­o nella chiglia corta. Con Dilemma (11,38 m) il progettist­a sperimentò la chiglia a pinna sottile con bulbo a siluro (sic!), esaltandon­e, primo a riuscirci, tutte le potenziali­tà. Per Alpha, si inventò un sistema a deriva mobile (soluzione già esistente per barche che dovevano navigare su bassi fondali) e poca zavorra, sfruttando il peso dell’equipaggio come zavorra.

IL SENSO DI “CAPTAIN NAT” PER LA COPPA AMERICA Il suo genio non passò inosservat­o: nel 1892 il New York Yacht Club gli affidò il delicato compito di progettare una barca per difendere la Coppa America. Herreshoff vara il Vigilant (opera morta in acciaio e chiglia in lega di bronzo), con cui prima vinse facilmente le selezioni statuniten­si (sbaraglian­do la concorrenz­a delle barche di Paine e Burgess, i grandi progettist­i del momento), poi difese con successo la “vecchia brocca” contro gli

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