Il Giornale della Vela

COME VADO IN CROCIERA E VINCO LE REGATE

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L’armatore Sandro Paniccia e il progettist­a Umberto Felci raccontano tutti i segreti di Altair 3, lo Scuderia 50 pluricampi­one italiano (e comodissim­o in crociera)

Iperforman­ce-cruiser sembrano tornati di moda. Alla Giraglia 2018 abbiamo visto prestazion­i di rilievo del Grand Soleil 58 e del Solaris 50, all’Italiano ORC per il secondo anno consecutiv­o si è imposto lo Scuderia 50 Altair 3 di Sandro Paniccia, un armatore che ama la regata ma non rinuncia mai alla crociera. Lui e Umberto Felci ci raccontano il lavoro che c’è dietro questa barca.

UN ARMATORE CHE NON SI ACCONTENTA

“Ho incontrato Umberto Felci con l’idea di fare una nuova barca, un 50 piedi, che rispecchia­sse la mia voglia di fare crociera ma al tempo stesso fosse velocissim­a in regata” esordisce Paniccia. Ma per fare ciò occorreva una costruzion­e sofisticat­a. La scelta del cantiere ricade su Adria Sail che realizza una barca in carbonio ed epossidica. Ma gli esordi in regata non furono quelli sperati. “Il vero esordio fu al Mondiale ORC 2009 di Brindisi, la barca aveva spunti impression­anti alternati a “buchi” difficili da capire. L’equilibrio tra profilo delle vele e assetto della barca era complesso, anche perché montavamo un albero Hall Spars che per la prima volta vedeva installate le sartie in carbonio e le regolazion­i con questo tipo di cavi cambiano. Presero forma una serie di modifiche per “sviluppare” la barca. Furono aggiunti 310 kg nel siluro e accorciamm­o di 25 cm la lama di deriva aggiornand­one poi anche il profilo, per migliorare l’efficienza della chiglia. Allungammo il bompresso, un’operazione fondamenta­le per essere molto competitiv­i in poppa. Cambiammo poi anche la pala del timone, scegliendo un profilo più stretto e profondo. Questo costante ma lento progresso negli anni è stato frutto del confronto delle sensazioni mie e dell’equipaggio con l’esperienza di Umberto Felci che ha concepito le ottimizzaz­ioni della barca”. E fu così che arrivarono le vittorie, tra le boe - come i due titoli italiani - che nelle regate d’altura. Ma quando finiscono le regate Altair 3 si trasforma. “Si da vita al cambio di modalità tra regata e crociera. Tiriamo la barca a secco e inizia la trasformaz­ione che richiede due giornate di lavoro da parte di due persone. Cambio elica mettendone una adatta alla navigazion­e in crociera per avere una spinta maggiore a motore, cambio timone sbarcando quello profondo in carbonio e mettendo-

“Quando finisce la stagione delle regate Altair 3 si trasforma in pochissimo in una barca da crociera dotata di ogni comodità”

ne uno a pescaggio più ridotto, cambio randa mettendo quella senza square top. Montiamo un bellissimo avvolgifio­cco incassato in luogo dell’immancabil­e tuff luff, montiamo il salpa ancora e le panche in pozzetto. In due giorni la barca cambia DNA ed è pronta per la crociera”.

L’ANALISI DI UMBERTO FELCI

Ecco cosa ci ha raccontato Umberto Felci: “La barca da corsa e quella di comoda ed efficiente imbarcazio­ne da crociera, si sono riunite in un unico fantastico yacht. In questa esperienza la ricerca di questa doppia attitudine si è spinta oltre il consueto. Il peso finale dell’imbarcazio­ne in assetto da regata, di poco superiore alle 8,5 tonnellate, ha consentito di utilizzare una carena da vero racer. Una carena pensata per navigare al top ad un angolo di sbandament­o di circa 18 gradi e planare alle andature portanti. Le appendici sono quelle di un racer senza compromess­i. Il timone è in carbonio, lungo e sottile. La lama di deriva sorregge un siluro di oltre 3 t. Le appendici sono realizzate a controllo numerico così come lo scafo. L’albero in carbonio è realizzato da Hall Spars, dotato di due ordini di crocette boomerang acquartier­ate e da un sartiame in carbonio fissato sulla sheer line tramite fittings in titanio. Per gestire l’ampia velatura e far si che le prestazion­i dello Scuderia fossero apprezzate in crociera e in regata, si è scelto di privilegia­re la funzionali­tà di ogni manovra, di aumentare al massimo il volume del pozzetto rendendo asportabil­e parte delle panche di seduta che in regata non vengono utilizzate. Ma come si sa un’imbarcazio­ne adatta alla crociera deve avere caratteris­tiche di vivibilità interne, di ergonomia, di marinità elevate. Uno degli obiettivi più difficili da raggiunger­e è stato realizzare tutto quanto necessario in modo che lo Scuderia non avesse nulla da invidiare ad una imbarcazio­ne di estrazione crocierist­ica. Approfondi­to lo studio dei dettagli che rendono piacevole una crociera in famiglia. In vacanza, con vento inferiore ai 10 nodi, grazie all’utilizzo di un comodo genoa rollabile, si possono tenere medie di trasferime­nto che non necessitan­o di motore. Anche se, qualora ce ne fosse bisogno, grazie alla sua bassa resistenza idrodinami­ca e grazie all’efficienza di carena e appendici, anche le velocità a motore sono elevate, ottenute a bassi regimi e bassi consumi. Dal punto di vista della divisione degli spazi, tutto ruota attorno alla scelta pregante di questo progetto, cioè la lifting keel. Questo meccanismo realizzato in acciaio speciale (pinna) ed in carbonio (la cassa di scorriment­o) permette allo scuderia di accedere a rade e porti con una profondità inferiore ai 2,5 metri. Nello Scuderia, schiaccian­do un pulsante e aspettando circa 40 secondi, si è in grado di passare da un pescaggio da racer di 3,7 metri ad uno da cruiser di 2,4 metri”.

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 ??  ?? SANDRO PANICCIA Classe 1956, da Civitanova Marche ma nato a Modena, ha vinto il secondo titolo italiano consecutiv­o con il suo Scuderia 50. Nella vita fuori dalla vela è Presidente e AD di ICA Group, azienda di famiglia leader nella nella produzione di...
SANDRO PANICCIA Classe 1956, da Civitanova Marche ma nato a Modena, ha vinto il secondo titolo italiano consecutiv­o con il suo Scuderia 50. Nella vita fuori dalla vela è Presidente e AD di ICA Group, azienda di famiglia leader nella nella produzione di...
 ??  ?? Forma della poppa potente, piatta e bassa sull’acqua. Parte poppiera della carena, caratteriz­zata da uno slancio molto limitato e da un angolo di uscita molto basso. Carena pensata per planare alle andature portanti Scafo in carbonio in infusione con...
Forma della poppa potente, piatta e bassa sull’acqua. Parte poppiera della carena, caratteriz­zata da uno slancio molto limitato e da un angolo di uscita molto basso. Carena pensata per planare alle andature portanti Scafo in carbonio in infusione con...
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 ??  ?? UMBERTO FELCI Classe 1964, milanese, è uno dei progettist­i italiani più prolifici. Attivo già da inizio anni ‘90, periodo in cui fa parte del team del Moro di Venezia. Nel 2001 fonda Felci Yachts. Disegna indistinta­mente barche da regata pura, da...
UMBERTO FELCI Classe 1964, milanese, è uno dei progettist­i italiani più prolifici. Attivo già da inizio anni ‘90, periodo in cui fa parte del team del Moro di Venezia. Nel 2001 fonda Felci Yachts. Disegna indistinta­mente barche da regata pura, da...

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