Il Giornale della Vela

MEDPLASTIC PRESENTA: ECOPULITA

L’ecovelista Simone Pierotti ci svela tutti i segreti per pulire la vostra barca a impatto zero: fate tesoro dei suoi consigli, tra prodotti biodegrada­bili e sempreverd­i “rimedi della nonna”

-

Come rendere splendente la vostra barca senza inquinare (con i consigli dell’ecovelista Simone Pierotti)

Il mio primo contatto con la vela è stato attraverso le poche fotografie che nei libri di mare si trovavano a metà pubblicazi­one. Immagini poco definite, spesso in bianco e nero, dove personaggi più o meno noti erano ritratti al lavoro sui loro gusci, in luoghi remoti e sperduti del globo. Da allora il mondo della nautica da diporto è profondame­nte cambiato, il numero delle barche costruite ha visto una vertiginos­a impennata, così come l'impatto dell'antropizza­zione in aree che allora non erano intaccate da questo fenomeno. Fino a non molti anni fa il mare era un grande buco che apparentem­ente digeriva tutto, e le barche da diporto presenti negli yachting club si conoscevan­o quasi tutte per nome. Oggi vediamo gli effetti di un utilizzo indiscrimi­nato di questa risorsa per noi fondamenta­le, che in appena cinquant'anni siamo riusciti ad intaccare in maniera drammatica. Le conseguenz­e sono ben visibili quotidiana­mente su molte delle nostre spiagge e nei porti. A quanti oggi verrebbe in mente di lavare la propria sentina, magari con un bel detergente aggressivo, versando tutto in un piazzale di terra battuta o peggio ancora in mare? Spero a pochi, se non a nessuno!

IN ITALIA DOBBIAMO ESSERE PIÙ RESPONSABI­LI

Chi ama il mare deve essere portavoce della sua tutela, ma in molti casi le infrastrut­ture legate alla piccola nautica non agevolano questo processo. In tutti i marina che ho visitato in Olanda, dove l'acqua copre la maggior parte della superfice del paese, è presente un sistema di depurazion­e delle acque di carenaggio e di pulizia, e contenitor­i per la raccolta di rifiuti chimici speciali. In Italia nonostante ci siano leggi precise e molto severe per la tutela dell'ambiente, molto è affidato alla coscienza dei singoli, che così come trattano la cosa pubblica si relazionan­o a que-

Quello che noi disperdiam­o in acqua molto spesso ci torna indietro, sia quando ingeriamo alimenti che quando facciamo un tuffo per rinfrescar­ci

sto prezioso elemento. Quest'attitudine fa diventare il diportista l'attore principale, che è chiamato ad impegnarsi per la salvaguard­ia del mare e per rendere sostenibil­i i propri comportame­nti.

LA BARCA NON È (SOLO) UN OGGETTO DA MOSTRARE!

Una delle azioni più dirette, per quanto riguarda l'impatto che la nautica ha nei confronti dell'ambiente marino, è legata alla pulizia della barca. Proprio per evitare interventi che abbiano conseguenz­e ancora più dannose, bisogna curare il proprio guscio nel tempo, mantenendo­lo efficiente e pulito. Alla scuola di vela che frequentav­o da adolescent­e, tutte le sere sciacquava­mo le barche con acqua dolce e ogni settimana le vele, facendole asciugare bene e riponendol­e poi in un luogo ventilato. Questo accorgimen­to, unito ad una navigazion­e costante, era sufficient­e e dava ad ogni barca l'aspetto di un mezzo curato, efficiente e sicuro. Un mezzo fatto per andare per mare con ogni tempo, e non di una scarpa lustrata da indossare solo in occasioni speciali!

CERA & DETERGENTI

In un'ottica di “riduzione del danno” la cera è sicurament­e un prodotto da considerar­e. Ovviamente, essendo un derivato del petrolio, non è biodegrada­bile ed è altamente inquinante. Utilizzand­ola però con cautela, ad inizio e fine stagione, e seguendo le dosi e le modalità consigliat­e dai vari produttori, si crea una protezione che previene lo sporco. Questo riduce anche l'utilizzo di prodotti per la pulizia, e l'istinto di continue spruzzate con sgrassator­i di varia natura. È importante capire che tutti i detergenti, anche quelli con le etichette più verdi possibili, hanno un impatto su tutto ciò che si trova al di sotto del nostro scafo. L'immissione di un qualsiasi elemento esterno, direttamen­e in mare, genera un'alterazion­e più o meno dannosa per l'ecosistema su cui galleggiam­o quando siamo a bordo. Qualora fosse proprio necessario l'utilizzo di detergenti specifici, bisogna accertarsi che il prodotto scelto sia biodegrada­bile al 100%, e controllar­e con attenzione le diluizioni, per evitare di usarne in quantità eccessiva.

NON FACCIAMO (E FACCIAMOCI) DEL MALE

Qualsiasi prodotto che fa male all'uomo, di conseguenz­a danneggia l'ambiente e viceversa, quindi utilizzare metodi sostenibil­i vuol dire tutelare la nostra salute. Quello che noi disperdiam­o in acqua molto spesso ci torna indietro, sia quando ingeriamo alimenti che provengono dal mare che quando facciamo un tuffo per rinfrescar­ci. Anche se io resto della scuola della sciacquata, della spazzola e dell'acqua di mare, ci sono dei rimedi a basso impatto, ormai molto diffusi, che tutti possono autoprodur­si utilizzand­o pochi ingredient­i facilmente reperibili. Tra questi i più popolari sono il bicarbonat­o naturale, il succo di limone e l'aceto, provare per credere! Simone Pierotti

 ??  ?? SIMONE PIEROTTI (Roma, 1980) si avvicina al mare grazie a suo padre, pilota di aerei che gli trasmette la passione per i viaggi e per gli orizzonti aperti. Ama trafficare con le mani e adora risolvere problemi pratici con soluzioni creative,...
SIMONE PIEROTTI (Roma, 1980) si avvicina al mare grazie a suo padre, pilota di aerei che gli trasmette la passione per i viaggi e per gli orizzonti aperti. Ama trafficare con le mani e adora risolvere problemi pratici con soluzioni creative,...
 ??  ?? 9 CROMATURE Anche queste possono essere pulite con l'aceto.
9 CROMATURE Anche queste possono essere pulite con l'aceto.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy