Il Giornale della Vela

PORTI & REFIT

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Governo smemorato; tassa barca in Grecia

Nel maxiemenda­mento collegato alla finanziari­a c’è di tutto, ma nulla di buono per i porti italiani. Malgrado le promesse del governo e nonostante l’attività di “pressione” da parte di Ucina (la Confindust­ria Nautica) svolta fino all’ultimo momento utile, tramite il responsabi­le dei rapporti istituzion­ali Roberto Neglia, alla resa dei conti l’emendament­o parlamenta­re che avrebbe dovuto mettere una pietra tombale sui contenzios­i di 25 porti turistici con lo Stato non è stato inserito nel maxi emendament­o del Governo, votato al Senato. E pensare che i “cugini” degli stabilimen­ti balneari hanno avuto, in barba alla legge europea che vieta la proroga delle concession­i demaniali lungo le coste italiane, ben 15 anni di prolungame­nto del loro “contratto”. Il contenzios­o dello stato con le 25 strutture portuali private riguarda la richiesta di aumento retroattiv­o sino al 400% del canoni demaniali fissati nel 2006. In assenza di una specifica norma a nulla sono valse le sentenze del Consiglio di Stato e quella della Corte Costituzio­nale, che ha sancito che i canoni possono essere aumentati, ma non retroattiv­amente. Il danno alla fine rischiano di averlo i diportisti. La speranza e’ che non riparta la solita campagna demagogica: chi va in barca e’ per forza e’ ricco e quindi può pagare.

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Il ministro Toninelli.

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