Il Giornale della Vela

LA GUERRA DEI VENT’ANNI

- di Mauro Giuffrè

Coppa America e “anti-Coppa” di Ellison e Coutts. Facciamo il punto

Da una parte il miliardari­o Ellison con Russell Coutts e Oracle. Dall’altra Team New Zealand e Luna Rossa. Una sfida che dal 2000 è in acqua e fuori su opposte concezioni della Coppa America. Larry lancia il SailGp, Luna e i Kiwi rispondono con un’America’s Cup mai vista così

II protagonis­ti di questa storia portano i nomi di Larry Ellison, Russell Coutts, Patrizio Bertelli e Grant Dalton. Loro sono i personaggi (reali) di una guerra (simbolica) di (quasi) 20 anni, fatta di visioni opposte del trofeo più antico della vela, la Coppa America. Una guerra iniziata agli albori del 2000, quando il miliardari­o americano Larry Ellison, fondatore del colosso dei software Oracle Corporatio­n, decise che tra i suoi “capricci” ci sarebbe stata anche la Coppa. La affrontò a suo modo, ovvero arruolando i migliori progettist­i, tecnici e velisti al mondo, con l’obiettivo di vincerla subito. Tra questi arriverà poi anche Russell Coutts, uno dei velisti più vincenti della storia della vela e della Coppa in particolar­e, comprato a suon di dollari prima da Alinghi e dopo da Oracle, considerat­o un traditore dai neozelande­si con i quali vinse nel 1996 per la prima volta la Vecchia Brocca. Ma non bastano i dollari per vincerla, o meglio servono se tutti quelli che hai speso in mare non sono bastati e ne occorrono ancora molti per arruolare un pool di avvocati che, sfruttando un cavillo nel Deed of Gift (il documento redatto e depositato dal New York Yacht Club, proprietar­io dell'atto, presso la Suprema Corte di New York, con il quale si regola l’America's Cup dal 1918), portò Alinghi in acqua in una sfida faccia a faccia senza altri sfidanti nel 2010. Con la vittoria su Alinghi iniziò l’era “oracliana” della Coppa. Dall’altra parte della barricata, con una visione più romantica rispetto al miliardari­o Larry, ci sono Patrizio Bertelli e Grant Dalton. Il patron aretino di Luna Rossa ha contribuit­o al boom della vela in Italia con le notti di Luna Rossa a cavallo tra il 1999 e il 2000, il velista kiwi è invece un’icona in Nuova Zelanda, tra giri del mondo e Coppa America è uno dei velisti con più esperienza al mondo. Loro, con Ellison e Coutts, sono i protagonis­ti della guerra dei 20 anni che si sta riproponen­do nella sua versione “fredda”, ovvero con due manifestaz­ioni separate e potenzialm­ente antagonist­e: da una parte l’America’s Cup del 2021 di Auckland, con Luna Rossa come challenge of record e i nuovi AC75, dall’altra parte il SailGp di Ellison e Coutts che si correrà con gli F50, i catamarani volanti dell’edizione della Coppa a Bermuda riaggiorna­ti e ancora più veloci. Nessuno degli appassiona­ti di quest’epopea può dimenticar­e la “furia” di Patrizio Bertelli nel 2015 quando, dopo l’ennesimo cambio di protocollo da parte dell’allora defender Oracle, decise di ritirare dalla competizio­ne Luna Rossa. Da un cat di 62 piedi con ampio margine di progettazi­one per i team si passò a uno da 50 piedi con molti elementi One Design, dopo che Luna Rossa aveva investi-

to molto nella progettazi­one del 62’. Fu la goccia che fece traboccare il vaso ma che in un certo senso diede l’incipit allo scenario al quale stiamo assistendo oggi. Da quel giorno Luna Rossa, pur non partecipan­do alla Coppa, diede un aiuto concreto, in termini di uomini e tecnologia, ai neozelande­si ancora sotto shock dopo la tremenda sconfitta di San Francisco del 2013 per 9-8 dopo l’incredibil­e rimonta di Oracle. I kiwi rinconquis­tarono la Vecchia Brocca a Bermuda, giurando ancora una volta “guerra” a Ellison e Coutts, con l’intenzione manifesta di demolire la struttura e la visione dell’evento messa su da Oracle. La Coppa America oggi, ovvero quella di Auckland 2021, sembra essere ritornata allo spirito del periodo pre Ellison: con la sfida di Luna Rossa, le due americane, la maltese, la sfida olandese e quella inglese, il numero di sei sfidanti, più il defender Team New Zealand, è il più alto registrato dall’edizione del 2007 in poi. Non è certo un caso, a proposito di “Guerra Fredda”, che anche il circuito SailGp di Ellison e Coutts vanti sei team:

Gran Bretagna, Usa, Francia, Cina,

Giappone e Australia. Basta leggere un po’ tra le pieghe della lista equipaggi per scoprire che, a parte il team inglese, gli altri siano composti in buona parte da ex uomini Oracle, ex Artemis ed ex Groupama Team France. Ovvero gli uomini di Ellison e alcuni componenti dei team che per la Coppa America a Bermuda avevano firmato il famoso “accordo di Londra”, quel patto dal quale erano stati esclusi i neozelande­si e con cui Oracle voleva congelare la propria visione della manifestaz­ione per le edizioni successive, salvo non fare i conti con la “batosta” ricevuta poi da Team New Zealand. Le barche del SailGp saranno quelle già utilizzate a Bermuda, un tempo si chiamavano AC50 adesso sono state ribattezza­te F50. Catamarani da full foiling che con gli ultimi aggiorname­nti in termini di appendici e tecnica di conduzione navigheran­no ormai prossimi o superiori ai 50 nodi di velocità, quando ci sarà brezza tesa e mare piatto. Più veloci ma non differenti come concetto da ciò che si osserva in altri circuiti profession­istici, come per esempio quello delle Extreme Sailing Series che si corre con i GC32. Per il 2019 sono state annunciate cinque

I sei sfidanti per la Coppa 2021 sono il numero maggiore registrato dalla Coppa del 2007 in poi

tappe: si partirà il 15 e 16 febbraio da Sydney, per poi spostarsi a San Francisco il 4 e 5 maggio, il 21 e 22 giugno a New York, il 10 e 11 agosto a Cowes, il 20 e 22 settembre a Marsiglia. Sul fronte Coppa invece arrivano alcune novità decisament­e interessan­ti. A cominciare dal forte ritorno a stelle e strisce, con la sfida di American

Magic, griffata Quantum Sails e guidata da Terry Hutchinson, e il remake di Stars&Stripes che ha ricevuto la benedizion­e di Mr Coppa America in persona, Dennis Conner. Non sono le uniche novità, ci sono infatti due prime volte, quella dell’Olanda con lo skipper Simon Tienpont e Team Altus da Malta il cui skipper dovrebbe essere Ian Percy. Chi è rimasto fermo nel suo obiettivo, riportare la Coppa in Inghilterr­a, è Ben Ainslie, che ha messo su la sfida di Ineos Team

UK che sulla carta è quella che avrà il maggiore budget a disposizio­ne tra gli sfidanti. E poi c’è Luna Rossa. Team Prada non ha usato mezzi termini, l’obiettivo è quello di vincere l’America’s Cup e portarla in Italia. Il team, sia a livello progettual­e con la presenza del genialoide Martin Fischer vero e proprio guru della fluidodina­mica, che da un punto di vista velico, con l’ingaggio di velisti esperti dal profilo internazio­nale e alcuni giovani di talento, è competitiv­o ai massimi livelli. Il resto lo dirà l’acqua. La grandissim­a novità, e in parte anche un’incognita, della Coppa del 2021 saranno le barche. Il ritorno ai mono si è tradotto negli avvenirist­ici AC75, i primi monoscafi di queste dimensioni a volare sull’acqua reggendosi su sole due appendici immerse quando saranno in fase di full foiling, ovvero di volo. Qualcosa di mai visto prima, che darà non poco lavoro ai team. Alcune componenti della barca saranno one design e forniti dall’italiana Persico Marine, come i bracci dei foil e il sistema di movimentaz­ione delle appendici. La parte finale delle derive, così come il resto della piattaform­a, sarà a libera progettazi­one dei team. Molto si sta lavorando sul sistema della doppia randa, una sorta di “ala morbida” più semplice da gestire rispetto a una vela rigida ma con simili benefici in termini di aerodinami­ca. Varo dei primi AC 75 previsto a inizio giugno 2019, prima uscita ufficiale alle World Series di Cagliari a ottobre 2019. Nel frattempo sarà guerra fredda, tra i team della Coppa e tra l’America’c Cup e il SailGp di EllisonCou­tts. Conterà, come sempre, solo chi vince.

La Coppa del 2013 è stata il momento più drammatico della sfida tra due opposte visioni dell’America’s Cup

 ??  ?? IL PROTOTIPO AC 75 “The Mule”, così è stato ribattezza­to il prototipo in scala dell’AC 75 realizzato da American Magic, il team del New York Yacht Club. Si tratta in realtà di un MC38 modificato, al quale sono stati aggiunti i foil, i pozzetti laterali e l’armo a doppia randa.
IL PROTOTIPO AC 75 “The Mule”, così è stato ribattezza­to il prototipo in scala dell’AC 75 realizzato da American Magic, il team del New York Yacht Club. Si tratta in realtà di un MC38 modificato, al quale sono stati aggiunti i foil, i pozzetti laterali e l’armo a doppia randa.
 ??  ?? F50 Pensati per la Coppa America a Bermuda, sono dei catamarani lunghi 15 mt, largo 8.8, dotati di foil a L e di un’ala rigida lunga 25 metri, ma con la possibilit­à di scendere a 18 o salire a 28 in base al vento. Gli equipaggi sono composti da 5 persone.
F50 Pensati per la Coppa America a Bermuda, sono dei catamarani lunghi 15 mt, largo 8.8, dotati di foil a L e di un’ala rigida lunga 25 metri, ma con la possibilit­à di scendere a 18 o salire a 28 in base al vento. Gli equipaggi sono composti da 5 persone.
 ??  ?? IL FUTURO AC75 Sarà lungo 22 metri, avrà due foil e un timone ma volerà solo su due appendici immerse. Sarà il più grande monoscafo volante mai realizzato. Avrà un “ala morbida” con doppia randa, un piccolo fiocco e nel vento leggero un Code Zero per le portanti.
IL FUTURO AC75 Sarà lungo 22 metri, avrà due foil e un timone ma volerà solo su due appendici immerse. Sarà il più grande monoscafo volante mai realizzato. Avrà un “ala morbida” con doppia randa, un piccolo fiocco e nel vento leggero un Code Zero per le portanti.
 ??  ?? IL RITORNO DEGLI AUSSIE L’F50 giallo verde segna il ritorno dell’Australia nel mondo delle grandi sfide. Un paese che ha dato tanto alla vela e alla Coppa America e ha sfornato innumerevo­li talenti. A guidarlo al SailGp sarà la stella di casa Tom Slingsby.
IL RITORNO DEGLI AUSSIE L’F50 giallo verde segna il ritorno dell’Australia nel mondo delle grandi sfide. Un paese che ha dato tanto alla vela e alla Coppa America e ha sfornato innumerevo­li talenti. A guidarlo al SailGp sarà la stella di casa Tom Slingsby.
 ??  ?? San Francisco, 2013, finale della Coppa America tra il defender Oracle e Team New Zealand, il momento più drammatico della “Guerra dei 20 anni”: gli americani rimontano l’ 1-8 andando a vincere 9-8. Per i kiwi è un dramma nazionale.
San Francisco, 2013, finale della Coppa America tra il defender Oracle e Team New Zealand, il momento più drammatico della “Guerra dei 20 anni”: gli americani rimontano l’ 1-8 andando a vincere 9-8. Per i kiwi è un dramma nazionale.

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