Il Giornale della Vela

6. BOZZELLI O ANELLI “LOW FRICTION”?

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Un’altra riflession­e tecnica da Atlantico: bozzello tradiziona­le o anello low friction? Sono due oggetti vincenti ma che si possono alternare a seconda degli usi ottimizzan­do spesa e pesi. I bozzelli vanno bene in tutti posti dove la cima che ospitano ha delle escursioni sotto sforzo di alcuni o svariati metri. Sono molto più costosi e pesanti a parità di carico di rottura. Gli anelli low friction invece sono piccoli, poco cari, presentano grandi carichi di rottura. Sono perfetti per qui passaggi di cime che vanno in tensione in pochi decimetri. Prendiamo ad esempio le sartie volanti, nella parte terminale del dyneema, in basso, meglio un anello low friction, sulla coperta invece un bozzello con arricavo. L’anello low friction è molto leggero e non pericoloso, visto che sta spesso ad altezza del viso o alto torace. Gli anelli low friction sono perfetti per barber scotte gennaker o spi, passaggio braccio tangone a mezza nave, mura gennaker o caricabass­o, rimando cima avvolgific­co al winch. A bordo non deve mai mancare qualche anello e metri di dyneema e ora vi spiego perché. Nel secondo giorno della regata il nostro caro amico “fiocco autovirant­e”, sbattendo tra strambate e qualche riflusso di vento quando eravamo troppo poggiati, ha spaccato un terminale in plastica seminando sul ponte tutte le sfere. Cosa dovevo fare? La riparazion­e del carrello era impossibil­e, mancando il pezzo rotto. Ho preso un pezzo di dyneema, l’ho teso tra due golfari piazzati strategica­mente sulla falchetta all’altezza della rotaia autovirant­e, ho inserito un anello low friction con un loop di dyneema e vi ho fissato il bozzello della scotta auto-virante. Voilà… il gioco è fatto. Funzionerà senza problemi per 3000 miglia. Ho fatto diversi loop in dyneema con dei terminali a T per fissare la ritenuta randa alle bitte di mezza nave.

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