Il Giornale della Vela

Quando al varo della barca non si rompe la bottiglia

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Questo è un mito da tenere nella debita importanza. Ecco cosa si dice. Quando la barca viene varata per la prima volta è buon uso festeggiar­e il varo rompendo una bottiglia di champagne (va benissimo anche di buon spumante, no il prosecco) sul dritto di prua o sulla chiglia. Chi effettua il rito viene definito madrina o padrino della barca. Si usa privilegia­re le signore. Ma se non si rompe la bottiglia al primo tentativo…arriva la sfiga. C’è un segreto per risolvere l’eventuale non rottura al primo colpo. Basta avere l’accortezza di acquistare prima una bottiglia dallo spessore ridotto, che si rompa con facilità, e travasare il contenuto del vino frizzante. La bottiglia così si ropmerà con facilità. Infatti la bottiglia di champagne è particolar­mente spessa e ci vuole una gran forza per romperla. Questa credenza a nostro parere ha un fondamento di verità. Ve lo possiamo testimonia­re di persona. Ecco cosa è accaduto, visto con i nostri occhi. Nel 1986 sta per essere varata la barca italiana per la Coppa America dal nome Italia. La madrina lancia la bottiglia sul dritto di prua, ma non si rompe. Panico, ci riprova e non si rompe di nuovo. Aiutata da un marinaio viene lanciata per la terza volta e finalmente questa volta si infrange sulla prua in mille pezzi di vetro, a tal punto da ferire superficia­lmente la madrina. La barca viene varata, ma la mattina dopo la ritrovano mezza affondata. Ma anche il proseguo della carriera di Italia è costellato da sfighe. Partecipa alle selezioni della Coppa America ma va malissimo e quasi tutto l’equipaggio si sbarca. Il principale sponsor, l’industrial­e della moda Maurizio Gucci ha gravi traversie economiche e personali, sino alla sua uccisione ad opera della sua ex moglie. Il rito del prezioso liquido sparso sulla barca per portare fortuna ha origini antiche. Addirittur­a si narra che in epoche lontane il rito propiziato­rio si facesse spargendo sangue sulla prua attirando il favore degli dei perché la barca passasse indenne da tempeste e avarie.

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