Il Giornale della Vela

KITE MANIA

Andiamo a conoscere meglio i segreti del kite surffe sfatiamo molti falsi miti di questa disciplina in un’intervista con l’oro olimpico giovanile Sofia Tomasoni. Scopriremo che è impossibil­e non considerar­la come vela

- di Mauro Giuffrè

La campioness­a olimpica Sofia Tomasoni ci spiega “perché il kite è vela”

“Sofia tu oggi devi provare a spiegare il kitesurf a un quasi ignorante”. Sofia Tomasoni sorride, come fa spesso del resto, si siede davanti a me e prende carta e penna. Inizia così la chiacchier­ata che abbiamo fatto con la campioness­a olimpica giovanile di Twin Tip Racing (la disciplina kite riservata alle olimpiadi junior) al VELAFestiv­al. Quando a un velista “medio” parli di kitesurf il più delle volte storce il naso, rispondend­o: “ma il kitesurf è quella cosa con le tavole che saltano e un aquilone”? La migliore replica a questo luogo comune ce lo da questa ragazza di 17 anni, che dalla sua ha un’età che la mette al riparo dai preconcett­i e dagli stereotipi. Mi guarda quasi perplessa e risponde: “Il nostro sport è tutto basato su una vela che è il nostro motore, così come avviene per le barche, solo che la nostra sta in alto e sotto di noi al posto di uno scafo c’è una tavola.

A volte ci sentiamo come i windsurfis­ti di un tempo, che erano guardati con sospetto perché portavano avanti questa disciplina un po’ strana per il pensiero comune. Noi pratichiam­o uno sport che non ha la tradizione e la storia della vela intesa nel senso comune del termine, ma credetemi, è un mezzo bellissimo e pieno di fascino. Non a caso molti atleti che oggi fanno kite vengono dal mondo delle derive e delle barche olimpiche, mi riferisco per esempio ai velisti che vengono dal 49er o dal Nacra. Certo, il kite è uno sport che richiede certe doti atletiche e una buona dose di agilità”. La comprensio­ne spesso è infatti uno dei problemi delle discipline nuove. In mancanza di questa il pubblico “tradiziona­le” etichetta qualcosa di diverso dal proprio sentire comune come “altro”. Il kite quindi non è vela secondo molti, ma la si stereotipi­zza come questa disciplina un po’ strana praticata da bei ragazzi che passano le loro giornate in spiaggia. In realtà il kite è ormai uno sport olimpico, considerat­o dal Comitato Olimpico tra le discipline veliche, ha le sue regole e i suoi formati, e come tale richiede tecnica, dedizione enorme e sacrifici. Ma dicevamo

“LA VELA È IL NOSTRO MOTORE, AL POSTO DI UNO SCAFO C’È UNA TAVOLA”

della comprensio­ne, e ancora una volta è Sofia a

venire incontro al giornalist­a “giurassico”. “Bisogna partire da alcune distinzion­i. La disciplina delle olimpiadi giovanili è il Twin Tip Racing. Twin Tip in inglese significa in pratica “bidirezion­ale”, e questa è la caratteris­tica della tavola che viene usata, è simmetrica, può andare in entrambi i versi. Nelle regate di Twin Tip c’è una partenza con un countdown di 3 minuti, poi ci sono dei lati al traverso/lasco con 4 boe da girare come se fosse uno slalom, e alcuni ostacoli da saltare, poi c’è l’arrivo. Come nelle barche normali chi naviga sottovento ha la precedenza sul sopravvent­o. Poi c’è il kite delle olimpiadi senior, il foil kite, le tavole hanno l’appendice a T che consente il volo e il percorso è diverso. In questo caso si parte di bolina secca (si, con i kite si può anche bolinare), c’è una boa al vento e poi un bordeggio al lasco tra le boe, ancora una specie di slalom in pratica, prima dell’arrivo”. E il mondo del kite

finisce qui? “Certo che no, ci sono le evoluzioni del freestyle, la disciplina che si pratica con l’onda che è il “Wave”, il big air per le evoluzioni sul salto e an- >>

“L’ATTREZZATU­RA DA KITE, A RIPOSO, PUO’ ESSERE STIVATA IN BARCA”

<< che discipline dedicate alla velocità”. Ma molti pensano che il kitesurf sia pericoloso. “Non più di altre discipline, e come in altre discipline si usa un casco. Noi manovriamo la vela con una barra e siamo collegati al kite tramite dei cavi. Se tiri il cavo di destra vai a destra e viceversa, ma la componente importante è il cavo centrale. Quello aumenta o diminuisce la potenza della vela cambiandon­e la forma, è una regolazion­e attiva da usare in base all’intensità del vento. E poi c’è una vera e propria sicura, una sorta di manovra d’emergenza. Quando la molli la vela collassa in acqua e ti fermi. Se per esempio c’è un incrocio pericoloso o si intreccia la vela con quella di un altro kiter è il momento di mollare la sicura”. Si dice che i kiter sono sempre giovani e alla continua ricerca di adrenalina. “Non è vero. La passione per il kite a me per esempio è venuta da mio padre. Io prima giocavo a calcio, certo mi piaceva lo skate quindi avevo una certa affinità verso le tavole. Andavamo in vacanza al mare in Calabria e vedevo mio padre fare kite, sono diventata sempre più curiosa. Allora verso i 12 anni ho iniziato, prima è sconsiglia­bile per questioni fisiche, ma non l’ho fatto da autodidatt­a ma seguendo una scuola e un istruttore. In Calabria ci sono degli spot incredibil­i, come per esempio Gizzeria, è su quelle spiagge che ho mosso i primi passi. E per quanto riguarda l’adrenalina, ma chi l’ha detto? Io sogno di navigare su una barca d’altura, molto tradiziona­le e lenta, è una cosa che mi attrae moltissimo”. Del resto un’altra delle cose che abbiamo scoperto del kite è che puoi imbarcarlo tranquilla­mente su una barca e portarlo con noi per esempio in crociera. La tavola da kite è lunga non più di 140-160 cm, ma ne esistono anche più piccole per il vento forte. La vela è gonfiabile, e una volta sgonfia si ripiega dentro una borsa e la si può stivare comodament­e in un gavone. Insomma velisti, abbattiamo i preconcett­i, è uno sport che si muove con una vela esattament­e come quello che facciamo noi. E possiamo anche portarci dietro l’attrezzatu­ra in barca e andare a goderci magari uno spot raggiungib­ile solo via mare. Quindi: perché no?

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 ??  ?? POSTI DA SOGNO Spesso gli spot migliori per fare kite offrono scenari naturali impareggia­bili. Nella foto ci troviamo al Lencois Maranhense­s National Park in Brasile, una zona semi desertica dove dune di sabbia finissima si alternano a specchi d’acqua salmasatra dai colori mozzafiato. E il vento è sempre teso.
POSTI DA SOGNO Spesso gli spot migliori per fare kite offrono scenari naturali impareggia­bili. Nella foto ci troviamo al Lencois Maranhense­s National Park in Brasile, una zona semi desertica dove dune di sabbia finissima si alternano a specchi d’acqua salmasatra dai colori mozzafiato. E il vento è sempre teso.
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 ??  ?? SOFIA TOMASONI Diciassett­e anni da Bologna, nel 2018 ha vinto l’oro alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires nella disciplina Twin Tip Racing. Nello stesso anno ha vinto anche l’Europeo giovanile e i campionati nazionali giovanili, oltre ad aver centrato l’argento ai Mondiali youth di TT:R. Risultati che le sono valsi anche il premio TAG Heuer Young by B&G al Velista dell’Anno 2019. La gloria olimpica Alessandra Sensini l’ha definita come uno dei talenti più cristallin­i della disciplina a livello mondiale.
SOFIA TOMASONI Diciassett­e anni da Bologna, nel 2018 ha vinto l’oro alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires nella disciplina Twin Tip Racing. Nello stesso anno ha vinto anche l’Europeo giovanile e i campionati nazionali giovanili, oltre ad aver centrato l’argento ai Mondiali youth di TT:R. Risultati che le sono valsi anche il premio TAG Heuer Young by B&G al Velista dell’Anno 2019. La gloria olimpica Alessandra Sensini l’ha definita come uno dei talenti più cristallin­i della disciplina a livello mondiale.
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 ??  ?? TANTE MIGLIA CON LE ONDE Nella foto: isola di Fehmarn, costa nord est della Germania, in occasione della regata Coast2Coas­t, una prova di 22 miglia in mare aperto alla quale partecipan­o oltre 400 atleti. Foto sotto: il kiter capoverdia­no Airton Cozzolino, svariati titoli mondiali all’attivo, specializz­ato nelle discipline freestyle e wave (le evoluzioni con onda formata).
TANTE MIGLIA CON LE ONDE Nella foto: isola di Fehmarn, costa nord est della Germania, in occasione della regata Coast2Coas­t, una prova di 22 miglia in mare aperto alla quale partecipan­o oltre 400 atleti. Foto sotto: il kiter capoverdia­no Airton Cozzolino, svariati titoli mondiali all’attivo, specializz­ato nelle discipline freestyle e wave (le evoluzioni con onda formata).
 ??  ?? In basso: ci troviamo a Big Bay, Cape Town, Sud Africa, qui si svolge ogni anno il Red Bull King of the Air, una gara sulla tecnica del “big air”, ovvero salti ed evoluzioni ad oltre 15 metri di altezza con una giuria a terra a valutare la tecnica degli atleti. Il tutto spesso con oltre 30 nodi di vento.
In basso: ci troviamo a Big Bay, Cape Town, Sud Africa, qui si svolge ogni anno il Red Bull King of the Air, una gara sulla tecnica del “big air”, ovvero salti ed evoluzioni ad oltre 15 metri di altezza con una giuria a terra a valutare la tecnica degli atleti. Il tutto spesso con oltre 30 nodi di vento.
 ??  ?? IL KITE FOIL La disciplina delle Olimpiadi sarà il kite foil. Nella foto la spagnola Gisela Pulido in una sfida di velocità contro il catamarano GC 32 Spanish Impulse nelle acque di Maiorca. Il duello è stato molto equilibrat­o, con velocità del tutto simili.
IL KITE FOIL La disciplina delle Olimpiadi sarà il kite foil. Nella foto la spagnola Gisela Pulido in una sfida di velocità contro il catamarano GC 32 Spanish Impulse nelle acque di Maiorca. Il duello è stato molto equilibrat­o, con velocità del tutto simili.

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