GRAND SOLEIL 80 CUSTOM
A bordo alla prima uscita in mare del Grand Soleil più grande della storia. Un buon inizio
La più grande del Cantiere del Pardo
Sono a bordo del Grand Soleil più grande di sempre, il nuovissimo Grand Soleil 80 Custom, assieme al suo progettista Giovanni Ceccarelli. E’ un momento importante, è la prima uscita per questo 24 metri a cui il cantiere italiano tiene molto perché segna il suo ingresso nel mondo dei maxi yacht. Il fatto, positivo, è che si capisce subito che è un Grand Soleil. Facile da dire ma difficile da realizzare. Ceccarelli e il cantiere sono riusciti a mantenere l’atmosfera di famiglia che contraddistingue tutti i modelli anche su una barca con ben 23,99 m di lunghezza scafo (25,99 fuoritutto compresa delfiniera). Il modello immediatamente inferiore, il GS 58, è lungo ben 22 piedi (quasi 7 metri) in meno. Ci tiene Ceccarelli a rimarcare che è riuscito
mantenere il tocco Grand Soleil, coniugando questo elemento di continuità con alcune soluzioni stilistiche assolutamente nuove. Come l’elegantissima tuga, così bassa e talmente filante che, vista lateralmente, quasi non si vede. Un altro elemento che salta subito all’occhio per la sua originalità è la zona prodiera dello scafo, con una prua fortemente rovesciata ad angolo negativo. Fuori dal comune è il raccordo tra scafo e coperta che rientra verso l’interno dello scafo, da prua sino all’altezza dell’attacco delle lande, quasi a metà barca. Una soluzione dalla forte caratterizzazione estetica, utilizzata da molte delle barche da regata pura dell’ultima generazione. Il risultato finale, per chi osserva il GS 80 Custom, è quello di una barca che non passa certo inosservata, non solo per le sue dimensioni ragguardevoli ma anche e soprattutto per il suo design elegante, come lo sono da sempre tutti i Grand Soleil, destinato a dettare una nuova tendenza. Abbiamo navigato con vento di intensità tra gli otto e i diciotto nodi nelle tre andature classiche di bolina, lasco e poppa. Giovanni ci aveva raccontato che su di una misura importante come questa si riesce meglio, rispetto a scafi più piccoli, a coniugare comfort di navigazione con alte prestazioni. Ed è proprio l’obiettivo di questa barca, che ha l’ambizione di partecipare a regate lunghe mediterranee con soddisfazione, ma vuole anche essere una barca da crociere a lungo raggio, facile da condurre con un comfort di navia
gazione invidiabile, anche ad alte velocità e in ogni condizione di vento e mare. Quello che impressiona è quando la barca si appoggia con un angolo di circa 20 gradi di sbandamento. Immediatamente accelera e non sbanda di più, malgrado il vento, al lasco stretto, sia salito di 5/6 nodi. Ha ragione Ceccarelli, raggiunto un certo angolo di sbandamento, il Grand Soleil 80 Custom si stabilizza e accelera. Questa “magia” si realizza sfruttando l’aumentare della lunghezza al galleggiamento, quando mette in acqua anche tutte le sezioni poppiere. Parliamo di 10/12 nodi di velocità, con continue accelerazioni quando il vento sale appena un po’. Quando si naviga poi in andature portanti il GS 80 Custom si appoggia sulla sua poppa larghissima ( m. 6,49) e naviga dritta e immobile come fosse su binari, con una scia poppiera bassa e pulita, sintomo di linee d’acqua azzeccate. Quando stiamo rientrando in porto, mentre l’equipaggio ammaina le vele, mi faccio un giro sottocoperta, scendendo dall’accesso secondario che finisce nella zona dell’equipaggio dove si trova anche la cucina. Gli interni sono improntati alla sobrietà e all’efficienza, con un sapiente uso di legni scuri e superfici bianche. L’impressione è di sobrio lusso nascosto, senza inutili ostentazioni. Non ci si accorge neppure che i legni sono alleggeriti, che la costruzione fa abbondante uso di carbonio, condizione necessaria per avere una barca leggera (dislocamento 35.000 kg) sufficiente a garantire prestazioni elevate. Il layout degli interni ha una zona equipaggio per 24 membri ben divisa dall’area per armatore e ospiti con tre cabine, di cui l’armatoriale prodiera degna veramente di un maxi yacht. Scendiamo a terra dopo un ormeggio in scioltezza, come con auto, con la certezza che questo Grand Soleil maxi avrà un seguito. Nasce una nuova era per il cantiere italiano. (L.O.)