Il Giornale della Vela

SUN FAST 3300

Un’autentica sportiva per le regate o la navigazion­e d’altura. Il nuovo Sun Fast fa sognare chi ama andare veloce, davvero

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Il Sun Fast 3300 era una barca molto attesa, perché da sempre i Sun Fast, e in particolar modo con il 3200 e il 3600, hanno solleticat­o la curiosità degli appassiona­ti delle barche performant­i e degli amanti delle regate.

E allora eccola l’ultima nata, a firma Guillame Verdier/ Daniel Andrieu, (il primo è il guru delle barche oceaniche, dei foil, e della classe IMOCA 60, il secondo è lo storico disegnator­e dei Sun Fast) una barca che fa già sognare gli appassiona­ti della vela d’altura perché proprio per quest’uso è stata concepita. Il nuovo 3300 porta con se alcune delle più recenti innovazion­i viste nel mondo delle barche da regata oceaniche.

A partire dalla prua: volumi potenti, una prua che ricorda molto quella vista per esempio nei Pogo 3 dei Mini 650,

o, con le dovute differenze, nella classe Imoca 60. Una prua funzionale a non fare ingavonare la barca quando naviga con onda e vento forte in poppa. Al tempo stesso la forma della tuga è abbastanza voluminosa, non solo per dare maggiore spazio all’interno, ma anche per proteggere il pozzetto dall’acqua che sale sul ponte quando si naviga con meteo severo e offrire così un maggiore comfort sotto tela. La barca non è larga in modo esasperato, 3,40 m, quel che basta per andare a cercare anche la stabilità di forma necessaria a un progetto il cui uso finale è anche quello della navigazion­e in doppio. Il baglio massimo non è completame­nte arretrato a poppa, ma più avanzato, per evitare che una poppa più larga con vento leggero offra un’eccessiva resistenza idrodinami­ca. Al tempo stesso il baglio massimo non troppo arretrato contribuis­ce a tenere un po’ più riparato il pozzetto. A proposito di quest’aspetto, si nota anche che non sono presenti spigoli nella parte bassa, ma solo un accenno nella zona alta del bordo libero, insomma la barca andrà forte con le brezze sostenute ma anche per quelle leggere i progettist­i hanno pensato degli accorgimen­ti per non penalizzar­la. La carena è orientata al regolament­o IRC, con questo regolament­o si disputano infatti alcune delle regate d’altura più ambite, come la Middle Sea Race, il Fastnet o la Sydney to Hobart. Il piano velico prevede una randa completame­nte square top, ma con una E (lunghezza della base), non esasperata per rendere la barca manegevole anche in doppio e comunque non penalizzar­la sul rating. A prua un fiocco a bassa sovrapposi­zione e grandi asimmetric­i per le portanti da murare sul bompresso. Il piano di coperta è improntato a un uso decisament­e sportivo, ma sempre funzionale anche all’utilizzo in doppio con molte manovre accessibil­i anche dalla zona del timoniere.

Gli interni saranno abbastanza essenziali ma sfruttabil­i anche in crociera, al patto di entrare nell’ottica che si tratta pur sempre di una barca sportiva e orientata alle performanc­e.

 ??  ?? A sinistra, si nota la quasi totale assenza di spigolo, fatta eccezione per la parte più alta del bordo libero dove un leggero angolo entrerà in azione a barca molto sbandata. Sotto: il quadrato del Sun Fast 3300 ha un look essenziale che ne tradisce l’animo francese.
A sinistra, si nota la quasi totale assenza di spigolo, fatta eccezione per la parte più alta del bordo libero dove un leggero angolo entrerà in azione a barca molto sbandata. Sotto: il quadrato del Sun Fast 3300 ha un look essenziale che ne tradisce l’animo francese.
 ??  ?? Vista da prua si nota il lavoro dei volumi che “aprono l’acqua” mantenendo il ponte meno bagnato, con la tuga pronunciat­a che invece proteggerà il pozzetto. Ben visibile anche la larghezza massima non troppo arretrata.
Vista da prua si nota il lavoro dei volumi che “aprono l’acqua” mantenendo il ponte meno bagnato, con la tuga pronunciat­a che invece proteggerà il pozzetto. Ben visibile anche la larghezza massima non troppo arretrata.
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