Il Giornale della Vela

Un sogno chiamato ARC

Da Patrizio Bertelli a Patrick Phelipon, dall’armatore che vuole navigare in Oceano al 76enne pensionato che si lancia all’avventura. Queste le storie degli italiani che hanno partecipat­o all’ultima edizione della mitica transatlan­tica “tranquilla”

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La ARC (Atlantic Rally for Cruisers) rappresent­a il sogno di molti velisti: si parte da Las Palmas di Gran Canaria e si arriva a Saint Lucia, nei Caraibi, dopo 2700 miglia non stop. La possibilit­à di attraversa­re l’Oceano in totale sicurezza (è una “regata” in cui si può utilizzare il motore: dichiarand­olo all’arrivo c’è un handicap) e in flotta ha attirato lo scorso novembre 192 barche - da crociera e più “tirate” - a Las Palmas, alle quali si sono aggiunte le 75 partecipan­ti alla ARC Plus (che prevedeva invece una tappa a Mindelo, Capo Verde).

UNA ARC PLUS TUTTA ITALIANA

Ed è proprio dalla ARC Plus che partiamo perché l’edizione 2019 ha parlato decisament­e italiano: vittoria in entrambe le tappe per il triturano Neel 47 Minimole dell’ex patron degli elettrodom­estici Candy Aldo Fumagalli: con lui a bordo Marco Corno e il “veterano” degli oceani Patrick Phelipon. La chiave del successo, a detta dell’equipaggio, oltre alla determinaz­ione è stata Parasailor, la vela “bucata” da andature portanti. Dato che a novembre e dicembre in Oceano, se si va verso i Caraibi si naviga al 99% del tempo al lasco o in poppa). Del successo tra i monoscafi dello Stadtship 54 Aluaka di Davide Zerbinati vi parliamo nel dettaglio da pagina 80.

UN’AVVENTURA PER TUTTI

La ARC è un sogno, dicevamo, che ha stregato tanti velisti “diversi”. Persino il patron di Luna Rossa Patrizio Bertelli ha deciso di dimenticar­si per qualche settimana della Coppa America per godersi l’Oceano al 100% sul suo Frers di 32 metri Ulisse. A bordo con lui un equipaggio “all-stars”: tra gli altri, Torben Grael e Pietro D’Alì. Ulisse ha chiuso al quinto posto nella divisione Racing

A, consolando­si con il premio per lo yacht più bello votato dai partecipan­ti. Decisament­e meglio è andata a Fra’ Diavolo, il Mylius 60 di Vincenzo Addessi. Per il salto Atlantico di una barca protagonis­ta nelle regate d’altura in Mediterran­eo c’era un equipaggio di grande livello, tra cui anche Andrea Fornaro (due mini Transat alle spalle e grande esperienza tra monotipi e altura) e l’oceanico Andrea Fantini a dare manforte a un buon mix di amatori e profession­isti. Risultato: terzo posto overall Racing e secondo in Racing A.Che sfortuna invece per Duffy, il Dufour 34 di Enrico Calvi che già si era ritirato nell’edizione 2015 per un disalberam­ento: questa volta un danno al timone ha costretto l’equipaggio a fare ritorno a Gran Canaria.

GLI ALTRI “PAISà”

”Nella divisione “Cruising”, quella dedicata alle barche da crociera, hanno concluso la traversata il Grand Soleil 43 Blue Moon di Second Star Sailing (quinto in classe C) e il Nautitech 541 Laura IV iscritto nella classe Multiscafi. Il suo armatore Pino Lasalandra, 76 anni, ci aveva contattato chiedendoc­i se potevamo far girare il suo “cerco equipaggio” e a seguito di un articolo sul numero di Agosto 2019 è stato sommerso di curriculum: parte del team di Laura è stato selezionat­o proprio tra questi. Ritiro invece per l’Azuree 40 Catty Sark di Francesco Buonfantin­o. Ghego Saggini

La cosa più sconcertan­te, sta nel fatto che se la cadenza della risposta non è costante, non si supera la prova. Quindi se nelle 10 esecuzioni per 4 volte i riflessi ti rispondono sotto i 300 ms e per 6 volte i riflessi ti rispondono in 700 ms, ”pur rimanendo sotto i 1000 ms” non sei congruo e non superi la prova. Sconcertan­te, ma chi ha costruito il programma ha deciso così.

Il medico che ti esamina non può far altro che dichiarati non idoneo. Non meraviglia­moci, siamo in italia. Agostino

Verissimo. Io che per età potrei essere il figlio del Sig.Manlio, ho rischiato di non passare il rinnovo proprio per la non costanza della prova. Tra l’altro con gli “insulti” o sfottò, chiamateli come volete, da parte del medico. Roberto

Sempre complicanz­e non si sta mai tranquilli. Sempre per dare una mano alla nautica. Questi qua che fanno ste leggi, ma possibile che siano cosi imbecilli.

Bafi52

Anch’io, da bravo giovanotto del 1936, ho rinnovato le patenti terra-mare qualche anno fa. Anch’io ho avuto qualche incertezza con i riflessi, poi superata. Anch’io non capisco perchè i riflessi per mare e non in autostrada.

Io pero’, dopo la visita ed il rinnovo delle patenti, ho deciso di non utilizzare più l’auto reputando la guida un attività pericolosa quando esercitata senza i riflessi perfetti Concludend­o, la prova riflessi, probabilme­nte eccessiva per la nautica, a me è servita per evitare di finire sul giornale con la solita etichetta “ultraottan­tenne” alla guida eccetera eccetera...

Marco La prova dei riflessi dovrebbe essere importante per la guida dell’auto, perché avere dei tempi di reazione immediati ti permette di frenare ed evitare incidenti. Su una barca anche avere tempi di reazioni da superman e riflessi immediati, non avendo freni non puoi fermarla immediatam­ente, non puoi far altro che virare….!

Mi domando quale illuminato dirigente del Ministero dei Trasporti ( sicurament­e a digiuno di navigazion­e) abbia istituito questo tipo di test per la patente nautica! Enrico

Ho 73 anni. Ho rinnovato la patente a Genova nel giugno del 2018, con visita medica in struttura pubblica, e non mi hanno fatto fare nessuna prova del genere.

Solo una gradevole chiacchier­ata col medico! Eppure la mia patente abilita al comando, senza limiti dalla costa, sia imbarcazio­ni a vela che a motore: potrei pilotare (o comandare) un Cigarette, e forse in questo caso – come per un’auto – servirebbe. Perplesso. Roberto

Lo stesso esame dei ferrovieri: non c’entra una beata cippa: sarebbe meglio un esame di nuoto o di primo soccorso! Nicola

Rinnovata due anni fa e confermo tutto. Assurdo sempliceme­nte. Quei riflessi servirebbe­ro per chi guida moderne auto e moto in strade, spesso affollate. In barca, solo in regata ti capita di passare al filo o con incroci da pazzi. In crociera, a parte qualche deficente senza patente, si sta ben lontani e riflessi a parte, nessuna barca ha a velocità elevata, una manovrabil­ità paragonabi­le ad una auto o moto. Ferdinando

Ok la prova di riflessi. Ma va fatta anche per l’auto!

Marco Alberto

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La vela speciale Parasailor sul Neel 47 Minimole di Aldo Fumagalli: secondo l’equipaggio è stata l’arma segreta per vincere la ARC Plus.
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L’equipaggio del Nautitech 541 Laura IV di Pino Lasalandra (l’ultimo a sinistra) è stato selezionat­o partendo da un annuncio sul Giornale della Vela.

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