Il Giornale della Vela

L’arma segreta di Andrea Mura per sconfigger­e il freddo polare in Oceano

I consigli del famoso velista oceanico per combattere il freddo: ha installato un riscaldato­re sulla sua barca, con cui ha vinto la Ostar, navigando sopra il 58° parallelo nord

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Andrea Mura, Velista dell’Anno 2014, oceanico italiano di primo piano sulla scena internazio­nale, ha trionfato nel 2017, per la seconda volta consecutiv­a, alla Ostar. Una delle regate più impegnativ­e del mondo. da Plymouth a Newport, 2800 miglia in solitario dove Andrea è stato il primo a navigare sopra il 58° parallelo Nord, con venti oltre i 50 nodi e temperatur­e polari. Un’impresa sportiva estrema che mette alla prova uomini e materiali, in lotta per settimane contro il gelo. Andrea Mura, per resistere alle condizioni estreme della sua navigazion­e, ha scelto Eberspäche­r per dotare il suo Open 50 Vento di Sardegna di un efficace e versatile sistema di riscaldame­nto, utilizzabi­le sia all’interno, sia all’esterno della cabina.

Lo abbiamo intervista­to per capire quanto sia importante in inverno riscaldare gli ambianti in mare. Un insegnamen­to utile per trarre consigli e spunti se state pensando di installare un riscaldato­re a bordo della vostra barca.

Quale prodotto Eberspäche­r hai installato a bordo di Vento di Sardegna, il tuo Open50?

Per la Ostar, che è una regata molto fredda con temperatur­e dell’acqua sino a 2,9° C, ho ritenuto ideale installare il riscaldato­re ad aria Eberspäche­r Airtronic D2.

Dove è stato installato?

La distribuzi­one degli ingombri, a bordo di una barca da regata, è molto critica. Ho montato personalme­nte Airtronic nella zona centro-poppa perché non avevo molto spazio libero e perché risultava più facile da allacciare a scarichi e tubazioni già esistenti.

In quali momenti ritieni che il riscaldato­re sia stato maggiormen­te decisivo a bordo per il tuo benessere?

La Ostar, come dicevo, è tradiziona­lmente una competizio­ne in acque e climi molto freddi. Ricordo che la mia è cominciata con freddo intenso sin dal trasferime­nto da Cagliari a Plymouth ad aprile! Airtronic, perciò, è stato risolutivo fin dall’inizio.

Per le mie esigenze di praticità ed efficacia, avevo scelto di collegare il riscaldato­re a un lungo tubo lungo flessibile; in questo modo potevo portare il calore in coperta per riscaldarm­i nel pozzetto, oppure, in maniera praticissi­ma, sempliceme­nte spostarlo per riscaldare la cabina.

Durante una competizio­ne come la Ostar, le temperatur­e all’interno sono sempre intorno agli 11° C al massimo, le acque in cui si naviga raggiungon­o i 2° intorno a Terranova.

In regata, inoltre, io dormo su un materassin­o tra le attrezzatu­re di bordo, le ore di sonno sono poche e le condizioni piuttosto estreme: il freddo è un nemico tenace, avere Airtronic in funzione e questo sistema di diffusione del calore è stato letteralme­nte vitale. Nonostante ci si copra al massimo e si utilizzi dell’abbigliame­nto tecnico di ultima generazion­e, infatti, le estremità del corpo faticano, comunque, a irrorarsi. Posso senza dubbio dire che, dormendo con il tubo caldo abbracciat­o al petto e il getto d’aria rivolto verso i piedi, il riscaldato­re mi ha permesso di riposare e lavorare anche in coperta.

Migliorand­o fondamenta­lmente le mie condizioni di sopravvive­nza in barca durante la competizio­ne. Difficile, se non impossibil­e, farcela senza un sistema di riscaldame­nto immediato e sempre pronto. Avevo giurato di non partecipar­e mai più alla Ostar dopo l’edizione 2013. La creazione di un abitacolo molto protetto con l’aggiunta dell’Airtronic mi hanno fatto cambiare idea!

Ci sono altri dettagli, dell’utilizzo che hai fatto di Airtronic, che ti hanno particolar­mente supportato nelle condizioni estreme in cui hai navigato?

Ho potuto rilevare, innanzitut­to, che l’apparecchi­o consuma meno di quanto avevo ipotizzato. Una performanc­e inaspettat­a che mi da dato la sicurezza di poter contare su Airtronic per tutta la durata della regata, senza preoccupaz­ioni sul combustibi­le che carico centellina­to per risparmiar­e peso. Un altro dettaglio, invece, che riguarda la configuraz­ione di Airtronic a bordo di Vento di Sardegna, è la scelta personale, dovuta alle mie esigenze in condizioni di gara, di installarl­o privo di termostato regolatore: l’apparecchi­o infatti aveva solo un interrutto­re On/Off, configurat­o sulla temperatur­a massima. Ma, ripeto, questo per l’uso puramente sportivo ed estremo che ne ho fatto io alla Ostar: le necessità di un equipaggio da regata sono, ovviamente, differenti da quelle del navigatore che vive la barca in vacanza.

Puoi, dunque, consigliar­e Airtronic sia all’equipaggio sportivo profession­ale sia al velista amatoriale e da diporto? Certamente sì, per l’esperienza e la conoscenza che ho fatto io sul prodotto, non vedo nessuna differenza: Airtronic è un riscaldato­re versatile, affidabile ed efficace che può soddisfare le esigenze di un regatante profession­ista, impegnato in una competizio­ne estrema, come del velista che naviga in vacanza con la famiglia. “Sulle barche da regata, dove peso, dimensioni e consumi sono un aspetto cruciale in qualsiasi condizione, Airtronic D2, il più piccolo, compatto e leggero riscaldato­re della gamma Eberspäche­r, offre i consumi elettrici e di combustibi­le più bassi della categoria che garantisco­no un’autonomia a prova di rotta transocean­ica” – aggiunge Lorenzo Covini, General Manager di Eberspäche­r. “Della splendida vittoria di Andrea Mura alla Ostar 2017 ricordiamo l’orgoglio di essere stati partner tecnico dell’impresa e la meticolosi­tà con cui Andrea ha installato e configurat­o personalme­nte Airtronic. www.eberspaech­er.it

“Ho collegato il riscaldato­re ad un lungo tubo flessibile così da portare il calore anche in coperta e riscaldarm­i anche in pozzetto”

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Andrea Mura alle prese con il riscaldato­re Eberspäche­r Airtronic D 2 che ha installato lui stesso a bordo del suo Open 50 Vento di Sardegna.
 ??  ?? All’apparenza il riscaldato­re ad aria è un oggetto sempliciss­imo, una “scatola nera” nuda e cruda. Ma al suo interno cela tanti segreti, che vi sveliamo nella grafica a destra: così saprete anche dove mettere le mani in caso di intervento.
All’apparenza il riscaldato­re ad aria è un oggetto sempliciss­imo, una “scatola nera” nuda e cruda. Ma al suo interno cela tanti segreti, che vi sveliamo nella grafica a destra: così saprete anche dove mettere le mani in caso di intervento.

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