LA QUINTA SFIDA
Dove eravate quella notte del 1999, e con chi stavate guardando la regata, quando Luna Rossa vinse per un soffio contro i francesi di Le Defi che straorzarono sul traguardo aprendo la strada verso la finale di Louis Vuitton Cup ai nostri? Dove eravate quella notte che American One, attaccata in poppa mure a destra da Luna Rossa, in una regata epica con quasi 30 nodi, strapoggiò e poi esplose lo spinnaker? E con chi stavate guardando la regata, quella notte del 6 febbraio del 2000, quando Luna Rossa stava per tagliare la linea d’arrivo dell’ultima regata della Louis Vuitton Cup, e da bordo si sentì nitida la voce di Stefano Rizzi che chiese: “Barone, adesso posso farti i complimenti”? Il Barone era il timoniere napoletano Francesco De Angelis che, da buon partenopeo scaramantico, era allergico ai complimenti anticipati.
IL SOGNO DEI RAGAZZI CHE ERAVAMO
C’è una generazione di velisti in Italia che è diventata tale perché passò quelle notti insonni a vedere le regate di Luna Rossa trasmesse dalla RAI in diretta da Auckland. Nel 1999-2000 questa generazione aveva 15-16 anni, poco più o poco meno, nessun pensiero per la testa, e la passione per la vela esplodeva nelle notti trascorse davanti alla TV a cercare di capire dove diavolo andasse Torben Grael con le sue intuizioni tattiche. In realtà il primo ricordo della Coppa che abbiamo noi che veleggiamo tra i 30 e i 40 anni risale ancora a prima: la Coppa la trasmettevano a Telemontecarlo, in primo piano c’era spesso un signore con i baffi che si mordeva il labbro, un tale Paul Cayard che poi sarebbe stato avversario di Luna Rossa, e papà parlava di un certo bompresso, ma non capivamo cos’era dato che sull’Optimist sul quale muovevamo i primi bordi da velisti neonati questo misterioso bompresso proprio non si trovava.
Era il 1992, il Moro di Venezia ce lo ricordiamo appena, in trasmissione ogni tanto telefonava un certo
IL RITORNO DEL NEW YORK YACHT CLUB