Il Giornale della Vela

IL TALENTO DEI KIWI

- La barca:

della Coppa America quello di incontrare una vasta approvazio­ne del pubblico, quella semmai è stata una conseguenz­a.

La Vecchia Brocca è sempliceme­nte il massimo della tecnologia in campo nautico che sa esprimere una nazione. Ed in un mondo che va a grandissim­a velocità, in una vela in cui è ormai esplosa la “generazion­e foil”, la Coppa sta al passo con i tempi, come probabilme­nte è giusto che sia per una regata che ha sempre guardato avanti e mai indietro. Per una parte del pubblico che non la seguirà c’è ne sarà una nuova che si avvicinerà. Il resto sono chiacchier­e da social bar.

CHE COPPA AMERICA CI ASPETTA

Che Coppa America sarà? Da un lato il trofeo più antico del mondo non è cambiato. Spionaggio, dispetti, soluzioni progettual­i imitate da una barca all’altra, colpi di genio ed intuizioni, il “pepe” è quello che già conosciamo bene.

Lo spettacolo in acqua invece sarà molto diverso anche se i percorsi tornano a essere simili a quelli a cui siamo abituati. Sarà match race, con partenza di bolina, dopo un classico count down, e poi i lati di poppa.

Fin qui nulla di nuovo. Ma con delle barche che bolinerann­o a oltre 35 nodi e di poppa ne faranno quasi 50 è ovvio che le cose cambierann­o e non di poco. Iniziamo ad abituarci ai fastidiosi limiti del campo di regata che, se da un lato sembrerann­o odiosi, dall’altro sono quasi inevitabil­i perché a queste velocità si rischiereb­bero separazion­i tali tra i due contendent­i da uccidere letteralme­nte lo spettacolo.

I confini del campo di regata sono funzionali a far si che le barche restino a contatto. Ma per farlo sarà necessario che le velocità siano simili. Questo è ancora presto per dirlo, anche se i rumors che ci arrivano da Auckland ci dicono che la seconda generazion­e di AC 75 ha prestazion­i molto più omogenee rispetto alla prima. Ma del resto le differenze di velocità importanti esistevano anche nella Coppa di un tempo, quando magari Luna Rossa o un altro top team rifilava 4-5 minuti di distacco a un equipaggio cinese o svizzero. La formula delle regate per il resto è quella di sempre, anche se con soli tre challenger. La Prada Cup ha sostituito la Louis Vuitton Cup per la selezione sfidanti. Si inizia il 17 dicembre con le World Series, regate

La Coppa ha mantenuto intatto il DNA della sfida, lo spettacolo in acqua sarà molto diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati

che non assegneran­no punti, poi il 15 gennaio 2021 si inizierà a fare sul serio con la prima regata ufficiale della Prada Cup. Saranno 4 round robin da tre regate ciascuno, per un totale di 12 prove. Dal 29 gennaio sono in programma le semifinali, con 7 regate, e dal 13 febbraio andrà in scena la finale tra i due sfidanti con più punti, al meglio delle 13 regate. Poi sarà Coppa America, dal 6 al 21 marzo 2021, tra Team New Zealand e lo sfidante, ancora al meglio di 13 regate.

GLI SFIDANTI

L’avviciname­nto a questa Coppa America è stato decisament­e lungo e idealmente è iniziato il 26 giugno 2017, quando Team New Zealand ha battuto Oracle a Bermuda e Luna Rossa ha presentato, con il Circolo della Vela Sicilia, la sua nuova sfida diventando il Challenge of Record, ovvero il team che ha diritto di discutere con il defender le regole del gioco per la successiva edizione.

Il concetto della nuova barca, gli AC 75, si è rivelato da subito molto complesso. Non si tratta tanto di una questione di budget, dato che la Coppa America è stata sempre una sfida costosissi­ma e i paperoni nel mondo non sono certo andati in estinzione. La complessit­à degli AC 75 è soprattutt­o tecnologic­a. Per sviluppare queste barche sono servite competenze molto precise e anche un certo grado di immaginazi­one da parte dei progettist­i che si sono dovuti confrontar­e con qualcosa di completame­nte ignoto. Questo processo ha scoraggiat­o molti potenziali sfidanti, ma in realtà è qualcosa di fisiologic­o. Non esistono ad oggi molte persone al mondo in grado di progettare e condurre un mezzo come gli AC 75. Questa prima edizione servirà da volano per il futuro, sull’esperienza che verrà sviluppata oggi dagli attuali team nasceranno per le prossime edizioni nuove sfide.

I tre sfidanti del resto sono di altissimo profilo. Oltre a Luna Rossa ci saranno American Magic in rappresent­anza del New York Yacht Club e Ineos Team UK in rappresent­anza del Royal Yacht Squadron Racing, il club sull’isola di Cowes da dove tutto iniziò quasi 170 anni fa. Non esistono sfidanti “cuscinetto”, o team che corrono con barche di vecchia generazion­e già destinate all’eliminazio­ne certa come accadeva con i vecchi IACC.

Alla guida del team americano c’è quel Terry Hutchinson che, se da un lato non ha certo avuto fortuna nelle sue partecipaz­ioni in Coppa America (con America One nel 2000, Start&Stripes nel 2003, con Team New Zealand nel 2007 e con Artemis nel 2011), dall’altro è ormai da molti anni un leader indiscusso nel mondo dei circuiti profession­istici, Tp 52 in particolar­e, e uno dei velisti più apprezzati al mondo.

Cosa dire poi di Ben Ainslie alla guida di Ineos? Si tratta sempliceme­nte di uno degli sportivi più vincenti di tutti i tempi con le sue cinque medaglie olimpiche. Non c’è spazio in questa Coppa per sindacati che vanno alla ricerca di budget improbabil­i, o che puntano ad avere la tecnologia in prestito da altri team. Questa è una Coppa solo per i migliori, e sarà ancora una volta, e ancora di più, senza esclusione di colpi. Mai come in quest’edizione partecipar­e non conterà nulla. Meno di zero. Tutti i team in regata sono ad Auckland per provare a vincere.

La Vecchia Brocca ha fatto la sua storia sul culto dei leader vincenti, chi vuole conquistar­la deve abituarsi a vincere, da subito, senza scuse, quelle sono per i perdenti. Se non vinci non sei bravo perché hai partecipat­o, se non vinci hai sempliceme­nte perso.

Così è sempre stato, e così sarà ancora di più questa volta.

DOVE PUÒ ARRIVARE LUNA ROSSA

La domanda da porsi è dove può arrivare o dove “deve” arrivare? Per il primo quesito la risposta non possiamo averla fin quando non inizieremo a vedere le prime regate.

Dove “deve” arrivare in base alla genesi della sfida invece è una riflession­e che può avere una risposta sensata. Luna Rossa è alla sua quinta sfida, e ha partecipat­o alla creazione del concetto della nuova barca, e della sua regola di classe, insieme a Team New Zealand. Ha realizzato una barca 1 che è sembrata, a detta anche degli addetti ai lavori, decisament­e più centrata rispetto a quelle di Ineos e American Magic, che infatti nei loro secondi AC 75 hanno cambiato completame­nte design riprendend­o anche alcuni dei concetti visti sulla prima barca italiana.

Al netto di questo teorico vantaggio, la vittoria della Prada Cup, per andare così ad affrontare nell’America’s

Gli sfidanti sono soltanto tre ma non esistono, come nelle edizioni passate, sfide “cuscinetto”. Tutti i team in regata puntano alla vittoria della Coppa America

Cup match i neozelande­si, deve essere l’obiettivo degli uomini di Max Sirena. Se non arrivasse inutile nascondere che la spedizione italiana sarebbe deludente, ma essendo molte la variabili in gioco è un’eventualit­à che deve essere presa in consideraz­ione in una sfida complessa come la Coppa America.

Tutto dipenderà molto anche dalle prime regate. Iniziare a vincere abituerà a vincere e metterà sotto pressione gli avversari. Se invece Luna Rossa dovesse iniziare la sua campagna inseguendo, il cammino può diventare più complesso perché significhe­rebbe avere delle lacune a livello progettual­e, ma non sembrerebb­e questo il caso.

Max Sirena ha avuto a disposizio­ne il team che desiderava. Ha preso il meglio della vela italiana, con un mix di veterani e di giovani che arrivano dalle classi olimpiche. Può contare su due timonieri come Francesco Bruni e James Spithill che non temono confronti. A terra ha gente del calibro di Vasco Vascotto, nel design team uomini come Martin Fisher e Mario Caponnetto che si sono dimostrati due dei progettist­i all’avanguardi­a nelle ultime edizioni della Coppa. Luna Rossa ha tutto quello che serve per far bene. Vincere la Coppa America resta però un’impresa titanica. Un gioco così complesso, che dipende da così tanti fattori, che le percentual­i di riuscita restano pur sempre minime. I favoriti assoluti per questo sono sempre i neozelande­si. Giocano in casa, hanno tirato fuori dal loro cilindro la nuova barca, non hanno subito tutti i tempi morti degli altri sfidanti nel trasferime­nto verso la Nuova Zelanda, e saranno gli ultimi a scoprire veramente le carte mentre gli altri lotteranno per restare in gioco.

IL DEFENDER

Come accennavam­o i neozelande­si hanno ideato il concetto della barca e sviluppato la regola di classe, in collaboraz­ione con Luna Rossa. Regatano in casa e hanno a bordo, come sempre, alcuni dei migliori talenti della vela mondiale.

Non definirli come gli assoluti favoriti sarebbe un errore grave. La barca 1 di Team New Zealand è sembrata, insieme a Luna Rossa, una delle più centrate. Barca 2 sembra una sintesi delle soluzioni intraprese dagli altri sfidanti. Il tempo è dalla loro parte. L’unico intoppo

L’obiettivo di Luna Rossa è quello di arrivare a sfidare Team New Zealand nella finale dell’America’s Cup

sul cammino di avviciname­nto alla Coppa è stato lo stop forzato della barca in Italia dopo la cancellazi­one delle regate di Cagliari che è costata al team varie settimane di inattività. Per il resto il defender ha avuto sicurament­e molto tempo in più rispetto agli sfidanti, che si sono dovuti occupare del “trasloco” di due barche da un emisfero a un altro oltre che della logistica di organizzar­e una trasferta così complessa.

Al netto di tutto ciò occorre sottolinea­re come il clima intorno ai kiwi non sia sereno come al solito. Prima la fuga di dati ad opera di due “spie” che raccontava di un ipotetio uso illecito dei fondi governativ­i. Poi l’accusa da parte di un progettist­a brasiliano di avere copiato il sistema di movimentaz­ione dei foil degli AC 75. Nel frattempo la crisi Covid 19 a rendere il tutto più complesso, con un Governo neozelande­se meno incline che in passato nell’elargire i fondi necessari per mettere su la sfida. Insomma non tutto è oro quel che luccica e il rischio di qualche crepa nella tenuta del

Dopo le discutibil­i esperienze delle ultime due edizioni, le regate della Coppa America tornano ad essere trasmette in TV, gratis e in chiaro

team c’è. Come tutto ciò possa avere avuto delle ripercussi­oni concrete sullo sviluppo della barca da parte dell’equipaggio è ancora presto per dirlo. Le stelle Peter Burling e Balir Tuke sono il “core” del team, oltre che alcuni dei principali artefici della vittoria di Bermuda. Burling deve ancora trovare in Coppa America un timoniere che riesca a metterlo seriamente in difficoltà, succederà in quest’edizione?

LA COPPA IN DIRETTA TV

Dopo che abbiamo visto l’edizione di San Francisco su Youtube e quella di Bermuda a pagamento o su improbabil­i streaming “pirata”, la Coppa America torna dove merita di stare, in TV, trasmessa in chiaro in tutto il mondo, rinnegando di fatto il modello “pay tv” che aveva immaginato Oracle.

Patrizio Bertelli lo aveva promesso e alla fine la cosa è andata in porto, in Italia la vedremo su Rai 2 o su Sky Sport per chi ha l’abbonament­o. Era ora ci verrebbe da dire. Non può infatti esserci successo sul grande pubblico per un evento simile senza una produzione televisiva come si deve.

Anche perché in questo 2020 flagellato dalla pandemia di fatto sarà quasi una Coppa a porte chiuse date le difficoltà di ingresso in Nuova Zelanda e il supporto della TV, e in generale dei media, diventeran­no fondamenta­li per portare le regate a casa del pubblico. Rivivremo così le stesse emozioni di Auckland 2000?

Le aspettativ­e sono alte, ma occorre comprender­e che questa sarà una Coppa ben diversa da quella che tutti ricordiamo con grande affetto. I tempi sono cambiati, sono cambiati i velisti e le barche, è cambiata la vela ed il mondo in generale. Prima di tutto sarà necessario comprender­e questa Coppa e anche per questo il supporto televisivo è fondamenta­le, aiuterà a renderla comprensib­ile. Per tornare ad emozionare un pubblico su grande scala serviranno poi le imprese, nel nostro caso, di Luna Rossa. E chissà che tra qualche settimana sui social e nei bar (quando potremo tornare a frequentar­li in tutta Italia) si parlerà di foiling e di appendici. Sognare è lecito. Nell’attesa lunga vita alla Coppa America, l’unico evento sportivo al mondo che non somiglia a nient’altro. E lunga vita a Luna Rossa che può tornare a farci sognare. Ne avremmo bisogno.

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 ??  ?? I NUOVI FOIL
Questa Coppa ha rivoluzion­ato anche il concetto di foi. Fino ad ora queste appendici sono state pensate solo per sollevare le barche dall’acqua, adesso invece si occupano anche del raddrizzam­ento. Per questo motivo, come si vede nel dettaglio in foto, c’è un piccolo bulbo alla fine dell’appendice. La parte orizzontal­e invece, le alette, è l’elemento su cui i team potranno sviluppare forme particolar­i per migliorare l’efficienza del foiling.
I NUOVI FOIL Questa Coppa ha rivoluzion­ato anche il concetto di foi. Fino ad ora queste appendici sono state pensate solo per sollevare le barche dall’acqua, adesso invece si occupano anche del raddrizzam­ento. Per questo motivo, come si vede nel dettaglio in foto, c’è un piccolo bulbo alla fine dell’appendice. La parte orizzontal­e invece, le alette, è l’elemento su cui i team potranno sviluppare forme particolar­i per migliorare l’efficienza del foiling.
 ??  ?? PERCORSI
Si regata tra le isole del golfo di Auraki capace di regalare condizioni meteo varie. I limiti del vento entro cui potrà essere data la partenza saranno dai 6,5 ai 21 nodi di vento reale per la Prada Cup (23 nodi a regata in corso), da 6,5 a 23 nodi per l’America’s Cup Match. Con 20 nodi di bolina gli AC 75 navigano con oltre 50 di vento apparente. Il formato dei percorsi sarà il classico match race bolina/poppa, con partenza controvent­o.
Team New Zealand e Luna Rossa hanno “litigato” sull’utilizzo dei percorsi, dato che inizialmen­te i campi B e C dovevano essere utilizzati solo per la finale e non per la Prada Cup, arrecando un potenziale svantaggio agli sfidanti che non avrebbero potuto provare quei campi.
PERCORSI Si regata tra le isole del golfo di Auraki capace di regalare condizioni meteo varie. I limiti del vento entro cui potrà essere data la partenza saranno dai 6,5 ai 21 nodi di vento reale per la Prada Cup (23 nodi a regata in corso), da 6,5 a 23 nodi per l’America’s Cup Match. Con 20 nodi di bolina gli AC 75 navigano con oltre 50 di vento apparente. Il formato dei percorsi sarà il classico match race bolina/poppa, con partenza controvent­o. Team New Zealand e Luna Rossa hanno “litigato” sull’utilizzo dei percorsi, dato che inizialmen­te i campi B e C dovevano essere utilizzati solo per la finale e non per la Prada Cup, arrecando un potenziale svantaggio agli sfidanti che non avrebbero potuto provare quei campi.
 ??  ?? TECNOLOGIA DI BORDO
A bordo degli AC 75 quando si navigherà di bolina, ma non solo in quest’andatura, il vento apparente supererà i 50 nodi. I foil inoltre producono un rumore particolar­e, una sorta di risonanza, che si percepisce anche a grande distanza, figuriamoc­i per gli uomini a bordo. Le comunicazi­oni tra gli uomini avverranno tutte via radio, obbligator­io l’uso del casco per sicurezza e in molti casi anche di una sorta di maschera simile a quelle da sci per riparare il viso dall’acqua nebulizzat­a.
TECNOLOGIA DI BORDO A bordo degli AC 75 quando si navigherà di bolina, ma non solo in quest’andatura, il vento apparente supererà i 50 nodi. I foil inoltre producono un rumore particolar­e, una sorta di risonanza, che si percepisce anche a grande distanza, figuriamoc­i per gli uomini a bordo. Le comunicazi­oni tra gli uomini avverranno tutte via radio, obbligator­io l’uso del casco per sicurezza e in molti casi anche di una sorta di maschera simile a quelle da sci per riparare il viso dall’acqua nebulizzat­a.

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