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DALL’ITALIA ALL’URUGUAY Dalla Franciacorta dove è nato, Maxi Dolphin MD 62ab è partito per un viaggio di 6.000 miglia.
Dal cantiere di Erbusco, pochi chilometri da Brescia, immerso nelle vigne della Franciacorta, a Punta del Este, Uruguay, per la consegna al suo armatore.
È il lungo viaggio del Maxi Dolphin MD62ab, ultima realizzazione del settore “vela” del cantiere Maxi Dolphin, che lo scorso 6 settembre con un trasporto eccezionale, attraversando la pianura, ha raggiunto Varazze lasciando capannone dove era stato costruito.
UN VIAGGIO NON FACILE
Un viaggio (lo scafo su un autoarticolato seguito da un altro trasporto con la chiglia) non facile per una barca di quasi 19 metri (18,80 metri ft) di lunghezza.
Ma è stata la larghezza, quei 5,40 metri, a regalare si fa per dire, il brivido finale. “C’erano davvero pochi centimetri, forse tre dita” racconta Luca Botter, ceo di MD Technologies, la società che dal 2016 gestisce il cantiere. “Tre dita tra i fianchi della barca e i pilastri che reggono la passerella pedonale che si trova dentro il Marina di Varazze. Ma tutto è andato bene e siamo arrivati al piazzale dove abbiamo montato la chiglia e preparato la barca per il varo”.
Per il Maxi Dolphin MD62ab, progettato dall’argentino Alejandro Bottino, cominciava così la fase finale di una storia nata dall’incontro tra Bottino e Maxi Dolphin. Un incontro e la scoperta che entrambi, per strade diverse, stavano pensando a un 60 piedi, leggero, espressione dello stato dell’arte in fatto di materiali, costruzione e tecnologie. Un 60 piedi dalla forte personalità come tutti i Maxi Dolphin, con grandi volumi interni ma al tempo stesso con un profilo contenuto. Una barca facile da condurre, comoda ma anche sportiva. Un “comodo cruiser e un potente racer”, come lo definisce Botter, che è stato varato il
Un comodo cruiser e un potente racer che esprime al meglio lo spirito di un cantiere simbolo del made in Italy
14 settembre con Bottino nel ruolo di “madrina” e con il nome di Deriva. E Deriva, una volta armato l’albero in carbonio Hall Spars e imbarcate le vele North Sails, ha subito cominciato le prove in mare e i test degli impianti, a cominciare dalla batteria di winch Harken 80 Performa elettrici. Due settimane per verificare che tutto a bordo funzionasse e che soprattutto il nuovo MD62ab rispettasse in mare le premesse con le quali era stato pensato e costruito. “Facile, veloce e comodo” racconta Luca Botter che dopo le primissime uscite è stato affiancato dal comandante incaricato del trasferimento in Uruguay.
Ma prima, della partenza, Maxi Dolphin ha voluto presentare la sua ultima realizzazione. “Abbiamo organizzato una due-giorni di visite a bordo” spiega Botter.
“E l’interesse di altri possibili armatori non
è mancato. Il nostro MD62ab è una barca ricca di contenuti e non solo tecnici, quanto costruzione e facilità di conduzione. Ha grandi volumi e offre spazi davvero notevoli. Soprattutto, come tutte le nostre barche, è custom e interamente made in Italy”.
DA VARAZZE ALL’URUGUAY
Il 9 ottobre Deriva ha mollato gli ormeggi del Marina di Varazze. Destinazione: Punta del Este, Uruguay.
A bordo un equipaggio di cinque persone con il comandate Diego Gonzales Lies. “Prima di partire”, racconta Botter, “mi ha detto che la sua progettazione e costruzione gli davano piena fiducia per affrontare un trasferimento di oltre 6000 miglia. Era quello per cui avevamo lavorato”. Prima tappa di 1600 miglia, a Las Palmas, in Gran Canaria per fare il check generale prima dell’Atlantico. Poi rotta su Punta del Este. In totale 4700 miglia di Atlantico. Brillantemente superate dal Maxi Dolphin 62ab. “El barco me està dando un rendimento excelente” (“la barca si sta comportando in modo eccellente”) il commento a metà Atlantico del capitano Gonzales Lies.