Il Giornale della Vela

La nostra intervista a Francesco Ettorre, eletto a capo della FIV per la seconda volta

- di Luca Oriani

Appena rieletto al comando della FIV, la federazion­e sportiva della vela, Francesco Ettorre ha tanto da raccontare. Dalle critiche alla federazion­e mondiale che pensa solo al business e non agli atleti, al sostegno ai circoli nella pandemia, ai rapporti con il governo. Il 2021? Un anno fondamenta­le per la vela italiana

Non ha peli sulla lingua Francesco Ettorre, 50 anni, appena rieletto per la seconda volta Presidente della FIV, la federazion­e del CONI che si occupa di vela agonistica e della sua diffusione. Un esercito di quasi 150.000 tesserati e oltre 700 circoli affiliati in tutt’Italia. Durante l’intervista che ci ha concesso (il video lo trovate sul canale youtube del Giornale della Vela e nel padiglione eventi della Milano Yachting Week) il giorno prima della sua rielezione plebiscita­ria (era il candidato unico) l’attacco frontale è per World Sailing, l’organismo mondiale che governa gli sport velici.

“È mai possibile che la federazion­e mondiale della vela sia ossessiona­ta dal marketing, dal come vendere il ‘prodotto vela’? Il prodotto non sono le barche con cui si fanno le Olimpiadi, il format delle regate. Il prodotto, se così lo vogliamo chiamare, sono gli atleti. Sono loro i protagonis­ti e la missione della Federazion­e, mondiale e nazionale, è quella di supportare gli atleti per poter espimere il meglio. Alle Olimpiadi ci devono andare i migliori, sono loro che fanno lo spettacolo che attira il pubblico e crea il business. Non sviliamo lo spirito olimpico!”.

Il presidente Ettorre sulla condotta di Word Sailing, secondo lui miope, è un fiume in piena, se la prende a cuore:“Come è possibile che, a quattro anni dalle prossime Olimpiadi di Parigi del 2024, non si sappia ancora con quali barche si svolgerann­o le regate! Vogliono inserire una ‘keel boat’ (barca cabinata d’altura con equipaggio doppio misto)? Bene, ma come si fa non sapere quale sarà la barca a soli quattro anni dalle Olimpiadi!”.

E prosegue arrivando al nocciolo del problema:

“Queste barche cabinate per regate d’altura costeranno decine di migliaia di euro. Dovranno essere trasportar­e con container. Vogliono realizzare un circuito mondiale preolimpic­o. Ma vi rendete conto del costo? Così si va verso la vela ad alto livello per pochi, per ricchi. E le Federazion­i come la nostra, come fanno? L’ho già detto, questo è solo business, non si pensa agli atleti. Ma basta vedere i miseri numeri della diffusione delle classi olimpiche. Sono poche barche, pochi velisti. Ci si deve chiedere il perché”.

Voltiamo pagina, guardiamo a casa nostra. A Ettorre chiediamo come è andato questo 2020. “È stato un inferno ma la vela non si è praticamen­te mai fermata, dall’Optimist all’Altura. E i nostri atleti quando hanno potuto regatare, hanno ottenuto risultati strepitosi a livello giovanile e olimpico.

I circoli hanno avuto grandi difficoltà, è saltata l’attività didattica/formativa delle scuole vela e i suoi ricavi. Ma noi abbiamo messo in tasca ai circoli contributi per 1.300.000 euro. Sul conto corrente, non in futuri crediti”.

C’è chi accusa la FIV di immobilism­o, di non prendere le parti di chi vuole andare in barca a vela durante questa pandemia. Anche qui Ettorre, si infervora e chiarisce.

“Ho scritto personalme­nte al ministro Spadafora per sollecitar­lo a far andare gli armatori sulle proprie barche. Non è finita, siamo finalmente coinvolti stabilment­e nelle decisioni governativ­e per lo sviluppo della nautica, Codice della Nautica per esempio. Va però precisato - lo si scorda spesso - che il compito della FIV è principalm­ente quello dell’attività sportiva e non quella del diporto”.

Ma che anno sarà il 2021 per la vela agonistica? Il presidente è sicuro:

“Un anno fondamenta­le, che inizia con la conclusion­e della regata attorno al mondo in solitario con il nostro

Giancarlo Pedote. Contempora­neamente l’Italia è presente alla Coppa America con Luna Rossa. Poi finalmente, speriamo, il punto di arrivo del nostro lavoro di federazion­e, le Olimpiadi”.

C’è chi accusa la FIV di essere troppo burocratic­a, con una struttura vecchia. Ettorre sfodera la sua carta vincente, a cui tiene moltissimo.

Ma prima precisa: “Durante la pandemia nessuna società velica affiliata alla federazion­e ha dovuto produrre una carta. Il problema riguardo alla burocrazia soffocante non è causato dalla federazion­e. Noi siamo un ente pubblico e quindi dobbiamo rendere conto al ministero. Abbiamo chiesto che le ASD (Associazio­ni Sportive Dilettante­sche) vengano sgravate dalle pratiche burocratic­he che in questi ultimi dieci anni sono diventate un enorme fardello, oltreché costosissi­me. Il ministero deve portare, subito, delle semplifica­zioni. È un problema di tutto lo sport”.

Già che ci siamo, chiediamo a Ettorre cosa è successo con la nascita di Sport&Salute che ha tolto al CONI (e quindi anche alla FIV), ingenti risorse economiche per lo sport di base. Soldi che non saranno più gestiti direttamen­te dalla federvela?

“Noi siamo una federazion­e del CONI e quindi subiamo la situazione. Ma adesso è tutto fermo. Vedremo cosa succederà dopo gli interventi di Malagò (presidente del CONI) e del CIO (Comitato Olimpico Internazio­nale)”.

Ed ecco che ci parla della sua carta vincente per sburocrati­cizzare la FIV.

“Da questo gennaio la FIV diventa veramente una vera realtà digitale. Una nuova interfacci­a, nuove modalità semplifica­te di tesseramen­to, una web App per l’iscrizione alle regate. Ogni atleta avrà la sua pagina personale in cui ci saranno tutti i suoi risultati sportivi. È stato un lavoro lungo che finalmente cambia la faccia e l’operativit­à della FIV”.

C’è chi dice che Francesco Ettorre non sia uno solo ma ce ne siano due, contempora­neamente, tanta è la costanza della sua presenza in ogni parte d’Italia. Per una regata olimpica, per un convegno, per l’inaugurazi­one di un circolo. Onnipresen­te. Ma come fa? “Semplice, faccio il presidente a tempo pieno”.

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Nato a Giulianova (Teramo) nel 1970, sposato con un figlio e Dottore Commercial­ista, Francesco Ettorre ha iniziato come regatante per molti anni nell’ambito delle derive e delle classi olimpiche, istruttore di vela, dirigente di circolo e in seguito dirigente federale periferico e centrale sino a diventare vicepresid­ente e poi presidente della FIV dal 2016. Viene eletto a fine dicembre 2020 nuovamente presidente per il secondo mandato.
CHI È IL CAPO DELLA FIV Nato a Giulianova (Teramo) nel 1970, sposato con un figlio e Dottore Commercial­ista, Francesco Ettorre ha iniziato come regatante per molti anni nell’ambito delle derive e delle classi olimpiche, istruttore di vela, dirigente di circolo e in seguito dirigente federale periferico e centrale sino a diventare vicepresid­ente e poi presidente della FIV dal 2016. Viene eletto a fine dicembre 2020 nuovamente presidente per il secondo mandato.
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Francesco Ettorre (a destra) con il presidente del CONI Giovanni Malagò il 19 dicembre giorno della sua rielezione alla presidenza della Federazion­e Italiana Vela. Era l’unico candidato.
IL GIORNO DELLA RIELEZIONE Francesco Ettorre (a destra) con il presidente del CONI Giovanni Malagò il 19 dicembre giorno della sua rielezione alla presidenza della Federazion­e Italiana Vela. Era l’unico candidato.

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