Il piacere di navigare
L’Excess 12 riporta al centro di vivere il mare su un cat dalla grande vivibilità che stupisce per la luce naturale degli interni
Si sa che il marketing governa la scelta dei nomi delle nuove linee di produzione, ma nello specifico, benché il nome ‘Excess’ e la sua relativa traduzione in italiano, portino a pensare a una imbarcazione estrema, non è questo il caso. Nel caso del nuovo Excess 12 infatti – presentato in anteprima la scorsa estate – calza a pennello, piuttosto, l’acronimo utilizzato in informatica WYSIWYG (What you see is what you get).
L’Excess 12 è infatti un catamarano molto pulito e razionale che, al contrario del suo nome, pone un freno agli eccessi progettuali visti sui cat degli ultimi anni, forse più pensati alle comodità per la vita a bordo invece che alla navigazione a vela.
L’Excess invece rimette al centro il piacere di navigare e di andare a vela con una barca che non rinuncia ai grandi spazi tipici di queste imbarcazioni, ma strizza l’occhio a chi vuole andare in crociera e utilizzare il motore lo stretto necessario.
Un piano velico generoso, una randa square
top (con il boma ad altezza ‘umana’) e un bel triangolo di prua con genoa e Code 0 avvolgibili per quasi 90 mq di tela di bolina e 150 totali definiscono il piano velico.
IL PROGETTO
Per raggiungere l’obiettivo di un progetto accattivante, sono stati chiamati i nomi più noti del momento con lo studio francese VPLP, con Patrick le Quément che ha avuto l’onere di disegnare lo stile degli esterni mentre l’italianissimo studio Nauta Design, che da tempo collabora con il gruppo francese, ha seguito la progettazione degli interni. Il risultato d’insieme è quello di un catamarano dalle linee armoniose con alcuni eccessi dati dai volumi importanti per garantirne l’abitabilità, ma comunque ben ‘camuffati’ dai progettisti. Il tetto della tuga ha però il vantaggio – come optional – di poter avere la parte centrale scorrevole, regalando così la possibilità poter guardare la randa mentre si è in pozzetto o al timone.
La gestione di randa e vele di prua è tutta rinviata di fronte alla postazione del timoniere a vantaggio di una grande autonomia di manovra, che non va a ‘disturbare’ gli ospiti a bordo. L’unica nota stonata di questo ‘ritorno alle origini’ è data dall’angolo cieco creato dalla sovrastruttura che non permette di avere sempre una visione a 360°. Basta saperlo, però, e regolarsi di conseguenza per evitare avvicinamenti indesiderati. A prua ci si va agevolmente e la coperta, con le manovre tutte rinviate sul tetto della tuga, è particolarmente sgombra anche grazie ai numerosi oblò e passauomo recessati e quindi a filo della coperta. Un paragrafo a parte si meriterebbe il grande pozzetto che è poi un tutt’uno con la dinette: grazie alle porte scorrevoli la sensazione è quella di un grande open space con la possibilità di utilizzare o tutto lo spazio disponibile… che non è poco.
GLI INTERNI
Sono disponibili in 3 layout differenti, che vanno a incidere sull’abitabilità degli scafi mentre rimane invariata la piattaforma centrale: il primo a 3 cabine e due bagni, con lo scafo di sinistra che rimane interamente dedicato all’armatore, con grande armatoriale a poppa, corridoio centrale con ampia armadiatura a murata e un grandissimo bagno di prua con box doccia separato. Nello scafo di destra, invece, la configurazione ospiti con due cabine matrimoniali alle estremità dello scafo e un bagno centrale (anch’esso con box doccia separato). La seconda versione è un 4 cabine gemelle in entrambi gli scafi con due bagni centrali, sempre molto grandi e con doccia separata. L’ultimo allestimento, invece, è il classico ideale per il charter, ovvero 4 cabine e 4 bagni e che è stato anche il layout che abbiamo potuto osservare durante la nostra prova. Gli spazi comunque non mancano e beneficiano dei tanti passaggi di luce – e di aria - presenti in coperta e sulle murate degli scafi. In quest’ultima versione i bagni risultano un po’ sacrificati, non abbiamo più la doccia separata, ma senza ombra di dubbio, risulta la soluzione perfetta per il noleggio.
In quadrato troviamo un grande tavolo da utilizzare quando fuori è
un po’ freddo e una grande ‘cucina’ perfettamente attrezzata. In dinette si apprezza molto la luminosità data dal giro dei vetri che corre lungo lungo l’intero perimetro della struttura e conferisce una grande ariosità all’ambiente che, come scritto sopra, risulta poi ottimamente collegato con l’esterno a tutto vantaggio della vivibilità. Si nota un grande sforzo negli studi ergonomici, con tutti gli spigoli ben arrotondati e tanti punti di appoggio così come il sapiente utilizzo degli spazi a disposizione.
IN NAVIGAZIONE
Giornata di vento leggero - mai sopra i 5 nodi - ma comunque interessante. A motore, il nostro catamarano che aveva installato due Yanmar da 45 hp invece dei 29 di serie, si muove agilmente conservando quelle straordinarie capacità di manovra dei catamarani. I cavalli supplementari servono soprattutto per manovrare bene in acque strette e con vento al traverso. Da notare come i progettisti abbiano installato i due sail drive a pruavia dei timoni, che diventano così una protezione per l’elica in caso di urti accidentali.
In ogni caso il nostro catamarano naviga molto bene e, con questa configurazione, capace di una velocità di crociera vicina agli 8 nodi.
Una volta in mare, la brezza molto leggera non ci ha consentito di apprezzare le potenzialità del cat, in ogni caso abbiamo navigato bene intorno ai 3, 4 nodi con randa piena e code 0 (questo con un elevato range di applicazione), ma abbiamo potuto valutare l’efficienza delle manovre e l’effettiva possibilità di governare in equipaggio ridotto.