Cronache dal Vendée Globe virtuale
Come uno skipper del Vendée Globe virtuale ha “quasi vinto” un orologio da 9.000 euro
Parallelamente al Vendée Globe reale, come forse molti sapranno, si svolge anche quello virtuale grazie alla fortunatissima piattaforma Virtual Regatta. Una sfida che ha visto partecipare centinaia di migliaia di appassionati, che hanno sognato di emulare, anche solo da un cellulare o da un tablet, le gesta degli eroi del Vendée. Tra i premi in palio per il giro del mondo virtuale ce n’era uno molto particolare: un orologio Ulysse Nardin Driver X Nemo dal valore di 8.900 euro, non per colui che avrebbe vinto, ma bensì per colui che per primo sarebbe giunto al famigerato “Point Nemo” il punto del globo più lontano da tutte le terre emerse, posizionato all’incirca nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Ed è li che è arrivato il battito d’ala del genio, il “romantico” fuori dalle regole. In molti hanno notato il meteo alquanto anomalo di questo Vendée, tanto anomalo da far sembrare quasi più conveniente percorrere il giro nel senso opposto, non verso est, bensì verso ovest. E c’è stato uno skipper virtuale che l’ha fatto veramente, ma cercando bonariamente di “barare” dato che le miglia per raggiungere Point Nemo andando verso ovest sono decisamente minori. Ma chi è costui, di chi parliamo? Un uomo capace di farci sognare ancora, invidiato dagli altri uomini e amato dalle donne (dalle veliste sicuro). Come tutti gli eroi non sappiamo il suo vero nome, celato dietro a un
Come un moderno Crowhurst ha provato ad aggirare le regole, ma queste non sanno apprezzare il “genio”
nickname, Kasihan, una moderna maschera con mantello che protegge di fatto una persona come noi tutti, nella sua quotidianità, una persona forse leggermente sovrappeso e dall’aspetto grigio, forgiato e sferzato ma non sconfitto da quello che la vita gli ha riservato. Il nostro eroe, Kasihan, forse leggendo anche le storie del Giornale della Vela, ha ripercorso, riuscendoci, l’idea geniale e sfortunata, di Donald Crowhurst che nella mitica Golden Globe Race del 1969, pensava di vincere la regata aspettando la flotta al largo del Brasile, falsificando il diario di bordo e presentandosi nelle prime posizioni una volta che la flotta fosse tornata in Atlantico dopo il periplo della terra. Ebbene Kasihan è andato oltre, ha percorso la rotta al contrario, ha superato Capo Horn lasciandolo a destra, è giunto per primo al punto Nemo, ha vinto la sfida e quindi avrebbe voluto l’ambito premio e inoltre, per beffare il sistema ha anche sfruttato la possibilità di rientrare in regata, come da regolamento dalla e-nave d’appoggio, per poi concludere, secondo le e-istruzioni la e-Vendee Globe. Una volta appreso l’esito dell’impresa del nostro eroe la direzione di virtual regata, capestra e burocratica, ha deciso di non validare l’esito e la vittoria dell’orologio ma di rimetterlo in palio per il primo passato dal Nemo Point che giungerà al termine. Le regole a volte non sanno apprezzare il genio.