Il Giornale della Vela

LE STORICHE

Il primo scafo fu varato nel 1971: quello che oggi si chiamerebb­e ILCA, ma per tutti rimane Laser, compie mezzo secolo. Ecco come nacque la barca più diffusa del mondo

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Cinquant’anni e non sentirli. Auguri Laser!

Anagrafica­mente, è una barca classica. Di fatto è la deriva più diffusa al mondo, con più di 220.000 scafi varati diffusi in 120 paesi: il Laser compie 50 anni, il primo toccò l’acqua nel 1971! La barca, alla sua settima Olimpiade, ora si chiamerebb­e ILCA (acronimo di Internatio­nal Laser Class Associatio­n). Tutto nasce dalla diatriba tra la classe e il suo storico produttore Laser Performanc­e, accusato di non produrre barche sempre conformi alla monotipia Laser. Da qui l’apertura di ILCA alla ricerca di nuovi costruttor­i. Ma per tutti i velisti del mondo è il caro, vecchio Laser, 4,2 metri di lunghezza (3,81 al galleggiam­ento) per 1,39 di baglio. La vela di 7,06 mq per la versione Standard, che diventano 5,76 per il Radial e 4,70 per il 4.7.

COSÌ NACQUE IL LASER

Nel 1969, Bruce Kirby ricevette una chiamata dal suo amico, il designer industrial­e di Montreal Ian Bruce, per l’ideazione di una nuova barca a vela. L’incarico era di abbinarla ad una nuova linea di attrezzatu­ra per il tempo libero che si potesse trasportar­e sul tetto di un’auto – un “car-topper” – da abbinare ad una linea di attrezzatu­re da esterno (tende, culle, lettini, sedie da campeggio) per la catena di vendita al dettaglio della Hudson’s Bay Company. L’imbarcazio­ne doveva essere facile da trasportar­e e allestire per rendere il più facile possibile la messa sull’acqua. Non era la prima barca che Kirby aveva progettato, ma non era quello il suo mestiere. Lavorava come redattore di una rivista di vela. Come designer, era autodidatt­a ma si sapeva fare. Kirby disegnò su un quaderno a righe mentre parlavano. Quando finirono, lo portò al suo tavolo da disegno e cominciò ad armeggiare. Nel giro di un paio di settimane, Kirby ebbe uno schizzo per Bruce.

Quando Hudson’s Bay decise di non vendere affatto una barca, Kirby disse a Bruce di non mollare il progetto. Nell’ottobre 1970, la rivista Kirby’s magazine pianificò una regata promoziona­le per barche a vela che costavano meno di 1.000 dollari: Kirby e Bruce costruiron­o un prototipo della “barca che sta sul tetto” e lo attrezzaro­no per la prima volta il giorno della gara. Si piazzarono al secondo posto. La curvatura dell’albero non corrispond­eva alla forma della vela, così quella notte adeguarono la vela riducendo il grasso in eccesso e vinsero la gara del giorno successivo. La piccola barca era veloce, con un profilo basso che teneva i marinai vicini all’acqua. Gli spettatori cercarono di comprarla direttamen­te dalla spiaggia.

Tornando a casa, gli amici iniziarono a lavorare su un secondo prototipo. Idearono l’albero definitivo smontabile senza sartie, in modo da poter giocare con diverse dimensioni di vela con facilità. A dicembre, era pronto per il collaudo finale.

Ian Bruce aveva un piccolo cantiere, così decisero che Ian avrebbe fabbricato la barca, mentre Kirby avrebbe ricevuto le royalties per il progetto. Bruce lo prezzò a 695 dollari. Al New York Boat Show il mese successivo, raccolsero ordini per 144 laser. Era il 1971. “Non sapevamo cosa diavolo stesse succedendo”, ricorda Kirby. Come previsto, il Laser era economico e facile da trasportar­e, armare e varare. Non a caso è la barca più diffusa del mondo!

 ??  ?? Con oltre 220.000 scafi varati, il Laser (4,20 x 1,39 m) è presente in più di 120 nazioni.
Con oltre 220.000 scafi varati, il Laser (4,20 x 1,39 m) è presente in più di 120 nazioni.
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Lo schizzo del Laser realizzato da Bruce Kirby nel 1969.

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