Il Giornale della Vela

TENDER TO… il modello giusto è come una seconda barca

Equipaggia­bili con motori potenti, hanno anche timoneria e gavoni oppure li arrotoli e li metti nel baule dell’auto. I nuovi tender sono sempre più simili ai gommoni, comodi, resistenti e capienti. Ecco la nostra guida pratica alla scelta del modello gius

- Di Federico Rossi

Usato per raggiunger­e la terraferma quando si ormeggia in rada, per raggiunger­e la cala più bella della costa oppure una sessione di pesca, magari in accoppiata con un motore elettrico. In diverse occasioni, durante la navigazion­e, questo piccolo natante, chiamato anche battello di servizio, diventa l’unico modo per raggiunger­e tutti quei luoghi irraggiung­ibili con il nostro yacht, e quindi in quanto simulacro della barca, non può non essere alla sua altezza. Il tender è un acquisto d’obbligo quasi per chiunque, e la scelta del modello da acquistare è fortemente condiziona­ta da tantissimi fattori.

Bisogna considerar­e l’uso che si prevede di farne, le dimensioni della barca, il numero di persone che ci saliranno e la modalità di stivaggio e rimessaggi­o.

Proprio per il gran numero di variabili che vanno considerat­e, sul mercato esistono davvero tantissimi tipi di tender e spesso non è così semplice orientarsi nella scelta.

I tender che abbiamo preso in consideraz­ione hanno tutti una lunghezza massima di 3,50 metri, considerat­a la lunghezza media del tender “milleusi” che si adatta alle dimensioni di molte barche.

TENDER RIGIDO: PRATICAMEN­TE UN GOMMONE (ANCHE NEL PREZZO)

La grande suddivisio­ne che si fa generalmen­te è tra i tender gonfiabili e quelli rigidi, anche se oggi quasi tutti i tender sono una sorta di versione ibrida semirigida, con tubolare gonfiabile e pagliolo rigido pieghevole. Tra i tender rigidi possiamo ritrovare quasi sempre alcune caratteris­tiche specifiche, come la postazione di comando, a volte dotata addirittur­a di strumentaz­ione, e il gavone di prua. Sono la soluzione ideale per chi fa un uso quasi quotidiano del tender, sono molto comodi e resistenti, ma pesano e costano di più rispetto ai fratelli gonfiabili. Per alcuni modelli superacces­soriati si può parlare di gommoni veri e propri, o luxury tender come si sente dire sempre più spesso. Oltre al prezzo più alto, un altro svantaggio deriva dallo stivaggio: se avete un garage di poppa grande abbastanza non avrete problemi, altrimenti dovrete tenerlo alla gru, anche se il loro peso non rende agevolissi­ma la calata in mare frequente. L’alaggio del tender è la pratica più diffusa, ma nelle barche lanciate di recente sul mercato i garage di poppa raggiungon­o dimensioni davvero generose. Oltre agli spazi a bordo, vi conviene pensare all’utilizzo che farete del tender. Se

Se volete stivare il vostro tender a bordo in poco spazio, la scelta ricade su quelli a pagliolo gonfiabile

lo userete anche come battellino per piccole uscite, vi conviene che sia comodo e spazioso, se lo lascerete sempre a bordo meglio che sia gonfiabile, così come se lo sposterete con l’automobile, e non volete dotarvi di carrello trainabile.

COME SCEGLIERE PAGLIOLI E TUBOLARI

La scelta del materiale del tender non è banale, e può arrivare ad influire anche pesantemen­te sul prezzo finale del nostro bat

tellino. Il pagliolo, soprattutt­o per i tender pieghevoli, si può trovare realizzato in diversi materiali, compreso l’alluminio che era la grande novità solo qualche anno fa. Estrema stabilità e ottima rigidità sono le caratteris­tiche principali di questo materiale, disponibil­e anche per paglioli pieghevoli listellati o a cerniere, spesso in abbinata ad una chiglia gonfiabile per migliorare la planata. Il grande svantaggio dell’alluminio, che di per sé è anche un materiale relativame­nte economico, è che va ad aumentare il peso complessiv­o del natante, risultando scomodo per chi lo monta e smonta con frequenza. Se volete stivare il vostro tender a bordo in poco spazio o portarvelo a casa senza doverlo carrellare, la scelta è pressocché obbligata e ricade sui tender a pagliolo gonfiabile. Comodo, leggero ed economico, anche se va gonfiato ogni volta prima di metterlo in acqua. Per i tubolari invece esistono sostanzial­mente due scelte, il tradiziona­le PVC, una plastica, e l’Hypalon, una gomma sintetica che resiste meglio alle radiazioni UV, alle abrasioni e alle alte temperatur­e, ma costa sensibilme­nte di più. Vi abbiamo esposto la panoramica delle soluzioni possibili, ora non vi resta che dare un’occhiata alla tabella comparativ­a per scegliere il tender più giusto per le vostre esigenze!

COME TENERLO E MOTORIZZAR­LO. I NOSTRI CONSIGLI

Ho scelto il tender da acquistare: e il motore? Alcuni produttori, sempre di più a dire il vero, offrono soluzioni cosiddette “package” che abbinano nella stessa vendita il tender e il motore.

È il caso, ad esempio, del Suzukino by Geniuss, di Honwave (Honda) o del tender spinto dal motore jet entrobordo di TecnoRib Pirelli. Se dovete acquistare un motore per il vostro tender, le opzioni sul mercato sono davvero tante, sia se parliamo di motore termico sia se parliamo di elettrico. La scelta dipende molto dall’utilizzo che prevedete di fare del tender, se lo smonterete spesso allora cercate un motore leggero, se lo utilizzere­te per macinare diverse miglia potrete spingervi tranquilla­mente anche oltre i 10 cv.

L’elettrico invece è la scelta migliore per chi usa il tender per raggiunger­e baie e calette segrete, magari anche in riserve naturali, dove spesso potete entrare con la propulsion­e elettrica.

Il motore elettrico è silenzioso, leggero, ecologico e richiede una manutenzio­ne praticamen­te nulla, probabilme­nte è la direzione verso cui si muoverà il mercato nei prossimi anni. Ora che avete il vostro tender completo, pensate a come lo terrete a bordo. I modelli a chiglia rigida vanno tenuti nel garage di bordo, tirati a secco con una gru e tenuti sospesi sullo specchio di poppa o tenuti al traino, anche se è un’opzione sconsiglia­ta, soprattutt­o per modelli di lunghezza superiore ai due metri.

I tender gonfiabili invece offrono soluzioni diverse in base alle vostre esigenze.

Se in crociera non usate il tender, potete tenerlo sgonfiato a bordo, e prepararlo con motore montato solo quando vi serve, una volta arrivati a destinazio­ne in rada o in marina. Nulla vi vieta di tenerlo sempre gonfiato e con il motore montato come i tender a chiglia rigida, ma avete sicurament­e una possibilit­à in più.

C’è di più, i tender gonfiabili arrotolabi­li entrano facilmente in una sacca che può essere trasportat­a senza difficoltà dove volete, ad esempio in automobile se avete una barca al lago e una al mare ma non volete comprare due tender.

Vi abbiamo esposto la panoramica delle soluzioni possibili per comprare un nuovo tender, ora non vi resta che dare un’occhiata alla tabella comparativ­a e scegliere, ricordando che non esiste il tender migliore, ma quello più funzionale alle vostre esigenze di spazio, utilizzo e portafogli­o.

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 ??  ?? Il VB330 di YellowV by Vetus è caratteriz­zato dal pagliolo pieghevole in alluminio che garantisce buona rigidità, anche a velocità importanti.
Il VB330 di YellowV by Vetus è caratteriz­zato dal pagliolo pieghevole in alluminio che garantisce buona rigidità, anche a velocità importanti.

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