I danni al porto di Rapallo rischiamo di pagarli noi
Nella causa sul più grande disastro portuale degli ultimi anni potrebbe essere chiamato a rispondere (e a pagare, con soldi pubblici) il Governo
I danni derivanti dal più grande disastro portuale degli ultimi anni in Mediterraneo, ovvero il crollo della diga del Porto Carlo Riva di Rapallo a causa della mareggiata dell’ottobre 2018 e il conseguente naufragio di 225 tra yacht e barche a vela per decine di milioni di euro? Potremmo finire per pagarli noi.
CHIAMATO IN CAUSA IL MINISTERO?
Nell’udienza preliminare al processo per il caso Rapallo, si sono costituite ben 22 parti civili (tra queste il Porto Riva,il Codacons, Federconsumatori e alcuni proprietari degli yacht naufragati). E il Ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili (Mims) potrebbe essere chiamato in giudizio come responsabile civile, e quindi, di fatto, rischia di dover pagare i danni (con soldi pubblici). Questa, infatti, la richiesta delle parti civili al processo che vede due imputati: il dirigente del Genio civile Alessandro Pentimalli e il progettista della struttura, Ernesto La Barbera. Ci sarebbero stati infatti difetti nella progettazione nei lavori di rinforzo della diga avvenuti nel 2000, che il Genio civile si sarebbe fatto “sfuggire”.
L’AUMENTO DELLE ASSICURAZIONI
Quando abbiamo pubblicato la news sul web, sono stati in molti ad averci fatto notare come, in realtà, i costi dei danni al Porto Carlo Riva sono già stati in parte “traslati” sui diportisti.
Ci sono alcune compagnie assicurative, alcune anche grandi, hanno aumentato il premio del 5% a causa, si dice, del disastro di Rapallo. E poco importa se qualcuno tiene la barca in un porto sicuro, a centinaia di chilometri di distanza, o addirittura su un lago. Il premio aumenta. D’altronde, il mondo delle assicurazioni funziona così.
Il Ministero delle Infrastrutture potrebbe essere chiamato in giudizio come responsabile civile del disastro di Rapallo