Il Giornale della Vela

I MAGNIFICI 9 ER

- Di David Ingiosi

Vi raccontiam­o le nove storie dei marinai italiani che hanno sacrificat­o tutto o quasi per poter essere sulla linea di partenza delle regate più "toste" della stagione oceanica, Mini Transat e Jacques Vabre. Storie diverse con due denominato­ri comuni nessun rimpianto tanta tantissima passione

Mai come oggi nella vela italiana si può parlare di oceanomani­a. Sono sempre di più infatti gli skipper italiani schierati al via delle più prestigios­e regate oceaniche. Basta osservare numeri e classifich­e di questi eventi per capire che c’è in ballo una nuova generazion­e di navigatori che negli ultimi anni si sono costruiti una solida reputazion­e in oceano accumuland­o rispetto e in qualche caso splendide vittorie, come quella di Ambrogio Beccaria che nel 2019 a bordo di Geomag nella Mini Transat ha messo tutti dietro la sua scia, primo italiano nella storia, oppure come Giancarlo Pedote che nell’ultimo Vendée Globe ha conquistat­o un epico 8° posto che per noi italiani vale come un podio.

Questi nuovi skipper sono figli dei loro predecesso­ri, da Giovanni Soldini a Vittorio Malingri, da Pasquale de Gregorio ad Alessandro di Benedetto, da Franco Manzoli a Matteo Miceli, senza dimenticar­e Simone Bianchetti, tutti pionieri della vela oceanica italiana. Fatto sta che oggi i regatanti tricolore degli oceani sono tanti e agguerriti. Cerchiamo allora di capire da dove arriva tutta questa voglia di oceano, ma soprattutt­o chi sono questi nuovi navigatori, come sono arrivati a regatare ad alti livelli e perché, secondo noi, sono degli eroi.

PEDOTE E FANTINI, I PROFESSION­ISTI DELL’OCEANO

Nella Transat Jacques Vabre, ma soprattutt­o nella Mini Transat, l’Italia dell’oceano ha dilagato con prestazion­i al vertice delle classifich­e, facce nuove (di ogni età), tifo sfrenato del pubblico di appassiona­ti sui social. Alla Jacques Vabre (4.600 miglia dalla Francia alla Martinica per i Class 40, che diventano 5.800 per gli Imoca 60 per la boa nell’arcipelago di Fernando da Noronha) abbiamo visto due veterani: Giancarlo Pedote, alla sua quarta partecipaz­ione (in coppia con Martin Le Pape) che correva a bordo dell’Imoca 60 Prysmian Group e Andrea Fantini (con Charles-Louis Mourruau) che è tornato per la terza volta sul Class 40 Guidi. È gente che ha voglia di sognare in grande, perché l’oceano, si sa, è l’altra faccia, avventuros­a e mistica, della Coppa America, il punto di arrivo per chi fa il mestiere del velista. Giancarlo Pedote, come ormai è noto, è andato a scuola di oceano in Francia dove esiste una profonda cultura della navigazion­e oceanica e accademie specializz­ate come quella di Michel Desjoyeaux e il Polo di Douarnenez, dove formarsi a 360 gradi come skipper oceanici, dalla carpenteri­a, alla meteorolog­ia, all’elettronic­a di bordo. Posti dove si allena all’oceano per vincere, non per partecipar­e, e 24 ore su 24. Così Pedote, ex windsurfis­ta e laureato in filosofia, che diversi anni fa si è trasferito a Lorient con la tutta famiglia, ha cominciato a formarsi, macinare miglia e costruirsi una carriera profession­istica. Ha iniziato dai Mini, per poi passare ai Figaro, fino ad arrivare agli Imoca che poi gli hanno regalato a 46 anni l’exploit al giro del mondo. Ci ha messo tanto, ma è stato bravo a trovare un’azienda, Prysmian Group, che lo supporta da sempre. L’amore con il CEO Valerio Battista dura da anni, da quando Pedote gli fece da primo istruttore di vela. Stesso percorso per Andrea Fantini che invece che dai francesi è andato a scuola da Giovanni Soldini a bordo del VOR70 Maserati. Dopodiché nel 2015 ha lanciato il suo progetto personale “Andrea Fantini Racing” e ha trovato il main sponsor Enel Green Power che ha finanziato il suo Class 40 e le partecipaz­ioni alla Transat Jacques Vabre e alla Route du Rhum. Oggi a 38 anni Andrea fa parte dell’elite dei navigatori oceanici italiani e nonostante i suoi studi universita­ri non intende mollarla.

LA TRIBÙ DEI MINISTI CON L’OCEANO NEL SANGUE

Nella transatlan­tica dedicata ai Mini 6.50, considerat­i la “palestra” dell’oceano (provateci voi a spararvi più di 3.000 miglia, dalla Francia alla Guadalupa, in una “scatola” di 6,50 metri!), i portacolor­i nazionali sono stati addirittur­a sette, equamente divisi tra giovani profession­isti, come Giovanni Mengucci, Matteo Sericano, Alberto Riva e Giammarco Sardi e outsiders delle regate, come Massimo Vatteroni, Francesco Renella e Luca del Zozzo. Le loro storie raccontano tanta passione e tanti sacrifici per cercare di entrare nel profession­ismo della vela oceanica. Se si sono trovati lì a navigare insieme a francesi, inglesi, spagnoli e tedeschi, e spesso davanti, è sicurament­e merito

loro, ma un po’ anche delle barche, i Mini 6.50, più piccole, economiche e gestibili rispetto agli Imoca o ai trimarani oceanici. In Italia i Mini sono esplosi negli ultimi 10 anni creando un circuito di regate prestigios­e e una generazion­e di skipper solidali tra loro.

SUPER ALBERTINO RIVA!

Tra loro, il migliore alla Mini Transat è stato Alberto Riva, con il suo secondo posto overall. Oggi ha 29 anni ma ha cominciato presto ad andare in barca e sulla sua scia ha già oltre 20.000 miglia tra Mediterran­eo e oceano.

Nel frattempo si è preso una laurea in Ingegneria Fisica e proprio le sue conoscenze ingegneris­tiche lo hanno aiutato nella preparazio­ne di barche per skipper come Soldini.

I Mini li ha scoperti nel 2016 insieme all’amico Ambrogio Beccaria e da lì ha cominciato a sognare la transatlan­tica, ma solo in questo 2021, grazie allo sponsor EdiliziaAc­robatica, è riuscito a schierarsi alla partenza della transatlan­tica.

GIOVANNI MENGUCCI, LA PROMESSA

Il più giovane solitario della Mini Transat era Giovanni Mengucci che ha solo 21 anni. Dopo Optimist e 470 per formarsi all’oceano si è affidato ai consigli del navigatore Matteo Miceli. Peraltro Giovanni si è appena laureato in Architettu­ra Navale all’università di Southampto­n e il suo obiettivo è quello di utilizzare le regate oceaniche come piattaform­a per sviluppare la propria carriera di progettist­a.

La sua partecipaz­ione alla Mini Transat 2021 era nata anche da un bisogno più intimo e malinconic­o: rispettare un impegno preso con una persona a lui molto cara che purtroppo lo scorso anno è venuta a mancare.

MATTEO SERICANO, IL CAMPIONE “RESTAURATO­RE”

Tra i giovani profession­isti c’è anche Matteo Sericano, genovese, 24 anni, che dopo tanta vela si è innamorato dell’oceano grazie a un incontro che gli ha cambiato la vita: mentre lavorava in un cantiere specializz­ato nel restauro di barche in legno nel porto di Genova ha

conosciuto Alberto Bona che gli ha aperto l’universo Mini 6.50 e lo ha messo nel suo shore team prima nei Mini e poi nei Class40, fino alla Transat Jacques Vabre del 2017. Matteo ha già partecipat­o alla Mini Transat del 2019, ma è stato costretto al ritiro in seguito a una collisione. Nell’edizione del 2021 voleva riscattars­i ed è arrivato fino in fondo. Nel frattempo studia Filosofia, ma nel suo cuore vuole diventare un grande skipper.

GIAMMARCO SARDI: IL PIRATA DEGLI OCEANI

Molto agguerrito tra i ministi è anche Giammarco Sardi detto “Mambo” che ha 34 anni, è nato a Roma e l’oceano lo vuole conquistar­e in ogni modo, visto che già nel 2019 con Tullio Picciolini ha attraversa­to l’Atlantico su un catamarano sportivo di 6 metri nel tentativo di record Dakar-Guadalupa. Oggi ha più di 30.000 miglia sulla scia e dopo avere scoperto i Mini, nel 2020 ha vinto la Mini Solo, il Gran Premio d’Italia e si è aggiudicat­o il titolo di campione Italiano di classe. Disperatam­ente a caccia di sponsor, solo poco prima di partire per la Transat ha trovato MagellanoS­tore. Nell’accordo con l’azienda c’è anche quello di creare contenuti direttamen­te dalla barca, perché oggi i giovani skipper come lui possono contare sui profili social e i canali You Tube, oltre alle classiche riviste di settore, per raccontars­i e far vivere a tutti la loro esperienza giorno per giorno. “Il mio 5° posto nella seconda tappa della Transat mi ha dato la laurea in oceano”, ha raccontato soddisfatt­o.

MASSIMO VETTERONI, TUTTA COLPA DEL LOCKDOWN

Ma in questa nuova onda di skipper oceanici ci sono navigatori anche più attempati, magari con meno prospettiv­e di vittoria, ma spinti da una grande passione per l’oceano. Come Massimo Vetteroni che ha 48 anni, è un ex bancario e ha una storia incredibil­e.

La sua partecipaz­ione alla Mini Transat 2021 è nata per colpa del lockdown. Nel 2020 stava preparando un 43 piedi per fare il giro del mondo ma poi a causa dell’emergenza pandemica ha dovuto annullare tutto. Un suo amico, Marco Perazzo della Helly Hansen, gli ha

suggerito di acquistare un Mini 6.50 e ha trovato un Pogo 2 su internet facendolo suo con un bonifico. L’ha portato a Barcellona, visto che abita in Spagna, e ha chiesto allo skipper Oriol Pujol di spiegargli come funzionava.

Dopodiché ha fatto cambusa ed è partito. In 4 mesi ha preso parte a tutte le regate dei circuiti spagnolo e italiano prima di schierarsi al via della transatlan­tica in solitario.

FRANCESCO RENELLA, L’OCEANO COME STILE DI VITA

Anche Francesco Renella nonostante i suoi 53 anni era al suo debutto nella Mini Transat 2021. Nella vita Francesco ha fatto parte di diversi shore team, è istruttore federale di vela e ogni estate lavora come skipper per diverse società di charter. In realtà bazzica il circuito dei Mini dal 2005, ma prima di fare il grande “salto atlantico” ha voluto maturare gradualmen­te. “Di esperienze in oceano come queste, tanto ricche quanto intense - racconta - ce ne sono poche nella vita, anche quando sei un profession­ista della vela come me”.

LUCA DEL ZOZZO, NELLA MISCHIA A 60 ANNI

Luca Del Zozzo, 59 anni, ex manager di Cattolica, era invece alla sua seconda Mini Transat dopo avere concluso l’edizione 2009 al 14° posto.

Oggi è impression­ato da quanto i Mini 6.50 si siano evoluti negli ultimi anni. “Le velocità delle barche più veloci del 2009 sono la velocità media della flotta di oggi!”, dice. E infatti a bordo del suo Pogo 2 Kommod era tutt’altro che sicuro di poter ottenere lo stesso risultato di dodici anni fa. Non si sbagliava, però alla fine è convinto che sia stata comunque una grande avventura e una bella sfida sportiva per lui tornare nella mischia a quasi 60 anni, a giocarsela con gente che aveva un terzo dei suoi anni.

Perché, lo avrete capito leggendo le storie che vi abbiamo raccontato, alla fine è tutta una questione di passione. Una passione totalizzan­te che ti spinge a sacrificar­e tutto per superare mille difficoltà (budget, logistica, affetti). Ed è giusto così. L’oceano, purtroppo o per fortuna, non accetta compromess­i.

 ?? ?? 3. Giovanni Mengucci, 21. 3
3. Giovanni Mengucci, 21. 3
 ?? ?? 1 1. Luca Del Zozzo, 59 anni.
1 1. Luca Del Zozzo, 59 anni.
 ?? ?? 2 2.Andrea Fantini, 38.
2 2.Andrea Fantini, 38.
 ?? ?? 6. Alberto Riva, 29. 6
6. Alberto Riva, 29. 6
 ?? ?? 9 Sono loro i nove italiani alle due più “toste” regate oceaniche della stagione: sette alla Mini Transat (traversata atlantica in solitario su Mini 6.50, da Les Sables d’Olonne a St Francois, in Guadalupa). Due alla Transat Jacques Vabre (traversata atlantica in doppio da Le Havre alla Martinica). Nelle foto: 9. Massimo Vatteroni, 48.
9 Sono loro i nove italiani alle due più “toste” regate oceaniche della stagione: sette alla Mini Transat (traversata atlantica in solitario su Mini 6.50, da Les Sables d’Olonne a St Francois, in Guadalupa). Due alla Transat Jacques Vabre (traversata atlantica in doppio da Le Havre alla Martinica). Nelle foto: 9. Massimo Vatteroni, 48.
 ?? ?? 7 7. Giammarco Sardi, 34.
7 7. Giammarco Sardi, 34.
 ?? ?? 5 5. Francesco Renella, 53.
5 5. Francesco Renella, 53.
 ?? ?? 4 4. Giancarlo Pedote, 46.
4 4. Giancarlo Pedote, 46.
 ?? ?? 8 8. Matteo Sericano, 24.
8 8. Matteo Sericano, 24.
 ?? ?? 1 1. Giammarco Sardi festeggia, con il cappello da pirata, il quinto posto nella seconda tappa della Mini Transat, all’arrivo in Guadalupa.
1 1. Giammarco Sardi festeggia, con il cappello da pirata, il quinto posto nella seconda tappa della Mini Transat, all’arrivo in Guadalupa.
 ?? ?? 3 3.
Il Class 40 con cui il “veterano” della Transat Jacques Vabre Andrea Fantini ha preso parte all’edizione 2021 della transatlan­tica.
3 3. Il Class 40 con cui il “veterano” della Transat Jacques Vabre Andrea Fantini ha preso parte all’edizione 2021 della transatlan­tica.
 ?? ?? 2 2. Vita dura a bordo dell’Imoca 60 Prysmian alla Jacques Vabre: Giancarlo Pedote, di spalle, è al timone.
2 2. Vita dura a bordo dell’Imoca 60 Prysmian alla Jacques Vabre: Giancarlo Pedote, di spalle, è al timone.
 ?? ?? Alberto Riva, 29 anni, ha compiuto una grande impresa chiudendo la Mini Transat al secondo posto tra i Serie. Il suo Mini 6,50 993 EdiliziaAc­robatica è un modello Vector di ultima generazion­e caratteriz­zato dalla prua tonda tipo “scow” americano.
Alberto Riva, 29 anni, ha compiuto una grande impresa chiudendo la Mini Transat al secondo posto tra i Serie. Il suo Mini 6,50 993 EdiliziaAc­robatica è un modello Vector di ultima generazion­e caratteriz­zato dalla prua tonda tipo “scow” americano.
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 ?? ?? L’IMOCA 60 (18,28 m) Prysmian Group di Giancarlo Pedote, dotato di foil, è quello su cui lo skipper ha regatato, oltre che alla Jacques Vabre, al Vendée Globe (giro del mondo in solitario) nel 2020, chiudendo ottavo. E sarà la stessa barca, opportunam­ente “attualizza­ta” (salvo sorprese), con cui prenderà parte all’edizione 2024 del giro del mondo. I suoi obiettivi sono chiari: andare a giocarsi la vittoria.
L’IMOCA 60 (18,28 m) Prysmian Group di Giancarlo Pedote, dotato di foil, è quello su cui lo skipper ha regatato, oltre che alla Jacques Vabre, al Vendée Globe (giro del mondo in solitario) nel 2020, chiudendo ottavo. E sarà la stessa barca, opportunam­ente “attualizza­ta” (salvo sorprese), con cui prenderà parte all’edizione 2024 del giro del mondo. I suoi obiettivi sono chiari: andare a giocarsi la vittoria.

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