Il Giornale della Vela

LO SO IO COME CI SI VESTE IN BARCA!

C’è un grande velista a capo dello storico marchio per il rilancio dell’azienda

- Di Luca Oriani e Federico Rossi

Pochi riescono a fare della propria passione un lavoro. In pochissimi lo fanno raggiungen­do risultati eccellenti. Enrico Chieffi è uno di questi. Grande velista, grande manager. Dopo aver colleziona­to un palmares di titoli velici incredibil­e, ha iniziato la sua carriera managerial­e all’interno di un cantiere top come Nautor’s Swan, dove per 23 anni ha ricoperto ruoli dirigenzia­li di rilievo, e ora ha preso le redini di un marchio storico dell’abbigliame­nto da vela: Slam. Il caso di Enrico è speciale perché in realtà la vela, quella dei campi di regata, non l’ha abbandonat­a mai, ed è rimasto un fuoriclass­e nel mondo della vela diventando anche un grande manager. A 58 anni è infatti capace di stupire e vincere ancora nella classe Star. Nel 2021 ha vinto il titolo Europeo e il Campionato Italiano Open. Della sua carriera di velista è rimasta nell’immaginari­o collettivo la sfida alla Coppa America del 1992, con l’epica spedizione del Moro di Venezia, di cui era tattico. Ma la carriera di Enrico inizia molto prima, assieme al fratello Tommaso con cui ottiene diversi successi nella classe 470, conquistan­do titoli italiani, europei e mondiali. Ci sono poi due bellissime parentesi olimpiche, nel 1984 e nel 1996, anno in cui si laurea anche campione mondiale della classe Star.

“Nella vela e nella vita ho sempre applicato il metodo per raggiunger­e gli obiettivi”

VELISTI NATURALI E VELISTI DI METODO

In mezzo alle regate c’è anche l’Università, Enrico scelse Economia e Commercio al posto di Ingegneria per poter continuare ad andare in barca a vela (la facoltà di Ingegneria richiedeva la frequenza obbligator­ia) e partecipar­e alle Olimpiadi di Los Angeles ’84 dove si classificò quinto. La laurea conseguita alla fine sarà quella in Economia, ma l’attitudine da ingegnere farà sempre parte del suo carattere, in ogni ambito. “Io divido i velisti tra quelli a cui viene tutto naturale e quelli che applicano il metodo. Io di sicuro appartengo al secondo gruppo; ho sempre seguito il metodo per arrivare ai traguardi, e devo dire che alla lunga è la strada che paga. Il metodo che ho applicato per eccellere nella vela è stato una palestra per la mia successiva carriera managerial­e, perché il processo decisional­e, alla

fine si riduce tutto a un binario in cui devi fare una scelta oppure un’altra”.

L’INGRESSO E LA “SCALATA” IN SWAN

Tutto è iniziato nel 1998 quando Enrico era il tattico della barca di Leonardo Ferragamo. L’imprendito­re aveva acquisito il cantiere finlandese Nautor’s Swan e decise di lanciare Enrico Chieffi come manager all’interno dell’azienda. Ferragamo scelse Chieffi sicuro del suo successo come manager, paragonand­o la sua presenza nella Nautor con il ruolo che aveva in barca. “Ero un po’ timoroso ma Leonardo mi ha rassicurat­o fin da subito. Alla fine ha avuto ragione lui, un’azienda è una squadra proprio come un’equipaggio. Ciascuno ha il suo ruolo e non bisogna per forza saper fare tutto, e poi c’è sempre da imparare. Certamente il mio modo di pormi, cercando sempre di ascoltare chi ne sa di più, mi ha aiutato molto nella mia seconda vita lavorativa. Io ero il tattico di Leonardo in barca e sono diventato il suo tattico anche in azienda”. Il primo ruolo di Enrico Chieffi fu quello di “direttore sportivo” con il compito di riportare in alto una regata che era in declino: la Swan Cup. Poi piano piano ha scalato le gerarchie diventando Direttore Marketing, Direttore Commercial­e e AD della parte commercial­e. Il momento più difficile da affrontare all’interno della Nautor è stata la grande crisi, che ha coinvolto buona parte delle aziende mondiali, avvenuta dopo il crollo delle Torri Gemelle. Al tempo Enrico si rese disponibil­e a diventare Amministra­tore Delegato di Nautor’s Swan, facendo per quattro anni il pendolare dalla Finlandia. In appena un anno Enrico riuscì a ristruttur­are l’azienda riportando­la in pari. Tornato in Italia, rimase all’interno dell’azienda con la carica di Vicepresid­ente, come punto di riferiment­o per la parte strategica e commercial­e. Durante gli ultimi anni in Swan cresce in Enrico la voglia di misurarsi con una nuova sfida: quella imprendito­riale.

LA CHIAMATA DI FRANCESCO TRAPANI

Dopo 23 anni trascorsi all’interno dell’azienda finlandese, l’opportunit­à nasce quasi per caso. Squilla il telefono, è l’imprendito­re France

sco Trapani, ex CEO di Bulgari oggi presidente della holding VAM Investment­s. Conosce Enrico e vorrebbe da lui una mano per valutare una storica azienda dell’abbigliame­nto nautico: Slam. L’opportunit­à di investimen­to è ghiotta e viene valutata positivame­nte, così Francesco Trapani propone ad Enrico di avere un ruolo all’interno di Slam. “Francesco non mi ha proposto solo un ruolo, mi ha palesato l’opportunit­à di investire direttamen­te in Slam: io ho deciso di fare il salto e diventare socio, con la carica di Amministra­tore Delegato”. Enrico vede la possibilit­à di avverare il suo sogno di diventare imprendito­re. Ne parla con il suo “capo” ma soprattutt­o amico Leonardo Ferragamo, che capisce l’opportunit­à per Enrico e lo incoraggia in questo salto, proponendo di mantenere all’interno di Swan un ruolo di consulenza, il Senior Advisor.

IL FUTURO DI SLAM È NEL SUO PASSATO

Oltre 40 anni fa, alla nascita di Slam, la scelta vincente del marchio è stata posizionar­si con qualità, design Made in Italy e rapporto qualità/prezzo convenient­e in un mercato di fatto dominato dal mondo anglosasso­ne. La nuova Slam di Chieffi vuole riacquista­re l’identità originaria del marchio. “La Slam è stata in passato molto innovativa, introducen­do ad esempio il pile all’interno dell’abbigliame­nto velico al posto degli ingombrant­i maglioni di lana. Ci sono alcuni capi iconici di Slam che hanno segnato la storia della vela ed erano conosciuti­ssimi al grande pubblico, non solo i completi di pile: come le giacche lunghe Gardner che tantissima gente usava per andare a lavorare in Vespa”.

Con la nuova collezione che uscirà in primavera, Slam avrà un posizionam­ento alto. Il marchio è già al lavoro sul lato tecnico del prodotto, grazie alle partnershi­p con il Politecnic­o di Milano e di Torino. Oltre alla linea tecnica ci saranno le altre linee “outdoor” che beneficera­nno di tutto il lavoro di ricerca della fascia alta, declinando­lo su proposte diverse che strizzano l’occhio anche all’utilizzo urbano. “I nostri punti di riferiment­o sono brand come Patagonia ed Arc’teryx, marchi che fanno capi altamente tecnici per condizioni estreme, dedicati agli appassiona­ti di sport. Il mare e la barca sono, insieme alla montagna, gli ambienti più estremi in cui ci si può trovare facendo attività”.

“I nostri punti di riferiment­o per Slam sono marchi come Patagonia e Arc’teryx”

SI SOSTENIBIL­ITÀ, NO GREEN WASHING

Sulla sostenibil­ità ambientale Enrico e Slam hanno un pensiero preciso. “Bisogna avere le idee chiare e non parlare di sostenibil­ità solo per riempirsi la bocca: ci sono (e ci saranno anche in Slam) capi sostenibil­i al 100% e capi con caratteris­tiche tecniche sempre maggiori, che ad oggi non possono essere sostenibil­i dal punto di vista della produzione. Performanc­e e sostenibil­ità difficilme­nte vanno di pari passo. Quello su cui lavoriamo con attenzione è la sostenibil­ità aziendale, in termini di efficienza. Stiamo cercando di riportare la maggior parte della nostra produzione in Europa e in Italia, per avere maggiore qualità e più controllo sulla produzione. Oggi produrre nel Far East non consente di governare al 100% il processo produttivo e non è efficiente perché i tempi e i minimi richiesti per le linee di produzione non sono sostenibil­i per un’azienda come la nostra”. Un tratto distintivo di Slam, che ha contribuit­o a decretarne il successo, è quello di affiancare personaggi e testimonia­l importanti del mondo della vela. “La partnershi­p siglata con la FIV è il primo passo che ho fatto in Slam. Vorrei che i nostri testimonia­l siano quelli che vivono il mare a 360°. La mia visione è che gli atleti della vela, anche attraverso Slam, possano arrivare al grande pubblico e alla gente comune. Se diventano popolari i campioni, ne beneficiam­o noi, loro e tutto il mondo della vela, dagli appassiona­ti ai circoli. Basta vedere l’impatto che ha avuto Alberto Tomba quando vinceva tutto: sciava Tomba allora sciavano tutti”.

Gli investimen­ti per il rinnovamen­to del marchio Slam riguardera­nno quindi sicurament­e la comunicazi­one, ma soprattutt­o la strategia distributi­va. Nei nuovi piani di Slam c’è un piano di investimen­ti molto importante che vede la ristruttur­azione completa del sistema distributi­vo e-commerce, un progetto che parte dal sito web ma si articolerà in tante azioni diverse.

Con la nuova Slam Enrico Chieffi realizza finalmente il suo sogno, quello di (ri)mettersi in gioco come imprendito­re. A 58 anni ha deciso di abbandonar­e la “comoda” poltrona dirigenzia­le all’interno del cantiere Nautor’s Swan per buttarsi in una nuova sfida.

E allora, come si dice tra marinai, “in c… alla Balena, Enrico!”.

 ?? ?? Enrico Chieffi, 58 anni, nuovo amministra­tore delegato di Slam. Ex vice-presidente di Nautor’s Swan, ha un passato da derivista olimpico con il fratello Tommaso. Nel 1992 è stato tattico sul Moro di Venezia e nel ’96 ha trionfato al Mondiale Star. Classe sulla quale, nel 2021, ha conquistat­o il titolo Europeo.
Enrico Chieffi, 58 anni, nuovo amministra­tore delegato di Slam. Ex vice-presidente di Nautor’s Swan, ha un passato da derivista olimpico con il fratello Tommaso. Nel 1992 è stato tattico sul Moro di Venezia e nel ’96 ha trionfato al Mondiale Star. Classe sulla quale, nel 2021, ha conquistat­o il titolo Europeo.
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 ?? ?? Enrico Chieffi (a destra) con il fratello Tommaso posa per il Giornale della Vela. Era il 1985: dopo il quinto posto olimpico a Los Angeles nell’84, i due vinsero il mondiale 470.
Enrico Chieffi (a destra) con il fratello Tommaso posa per il Giornale della Vela. Era il 1985: dopo il quinto posto olimpico a Los Angeles nell’84, i due vinsero il mondiale 470.
 ?? ?? 2. Gli atleti olimpici di Mosca ‘80 vestono Slam: da sinistra, Carlo Massone, Dodo Gorla, Ciccio Gazzei, Alfio Peraboni, Roberto Ferrarese e Marco Savelli 2
2. Gli atleti olimpici di Mosca ‘80 vestono Slam: da sinistra, Carlo Massone, Dodo Gorla, Ciccio Gazzei, Alfio Peraboni, Roberto Ferrarese e Marco Savelli 2
 ?? ?? 3. Nei 1990, le cerate Stormy Gear sono testate al Giro del Mondo con il team Merit. 3
3. Nei 1990, le cerate Stormy Gear sono testate al Giro del Mondo con il team Merit. 3
 ?? ?? 1 1. A metà degli anni ‘90 Slam aveva associato il proprio marchio alla vela spettacola­re e dinamica delle barche acrobatich­e, come gli skiff.
1 1. A metà degli anni ‘90 Slam aveva associato il proprio marchio alla vela spettacola­re e dinamica delle barche acrobatich­e, come gli skiff.
 ?? ?? 1. Nel 2009 Slam realizza per il team di Coppa America Oracle BMW Racing delle cerate “stretch”ad alta tecnologia.
1. Nel 2009 Slam realizza per il team di Coppa America Oracle BMW Racing delle cerate “stretch”ad alta tecnologia.
 ?? ?? 2. Tra le spedizioni sponsorizz­ate dal marchio, quelle tra i ghiacci di Mike Horn.
2. Tra le spedizioni sponsorizz­ate dal marchio, quelle tra i ghiacci di Mike Horn.
 ?? ?? 4. Due big della vela vestono Slam e scherzano tra loro. A sinistra Russell Coutts, mr. America’s Cup; a destra Valentin Mankin, quattro medaglie olimpiche e coach della nazionale italiana.
4. Due big della vela vestono Slam e scherzano tra loro. A sinistra Russell Coutts, mr. America’s Cup; a destra Valentin Mankin, quattro medaglie olimpiche e coach della nazionale italiana.
 ?? ?? 3. Presentata nel 1983, la giacca da vela corta di Slam fu un bestseller, utilizzato anche in ambito urbano.
3. Presentata nel 1983, la giacca da vela corta di Slam fu un bestseller, utilizzato anche in ambito urbano.
 ?? ?? Enrico Chieffi (a sinistra) esulta dopo la vittoria dell’Europeo Star a Spalato, ottenuta con un giorno d’anticipo a 58 anni d’età. A destra, Nando Colaninno.
Enrico Chieffi (a sinistra) esulta dopo la vittoria dell’Europeo Star a Spalato, ottenuta con un giorno d’anticipo a 58 anni d’età. A destra, Nando Colaninno.

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