Il Sole 24 Ore

Infranto il Grande Tabù

- Di Alberto Orioli

Il dialogo con imprese e sindacati perseguito dal Governo tecnico si chiude con la presa d’atto che il consenso di tutti non ci può essere quando la materia trattata è la più delicata perché riguarda il lavoro. E, soprattutt­o, il Grande Tabù dell’articolo 18. Quando sarà smaltita la lettura ideologica della riforma, resterà un compromess­o equilibrat­o che protegge di più i giovani nella fase di ingresso nel mercato del lavoro e tutela, senza eccessi e con strumenti di normale uso in Europa, chi dal mercato debba uscire. L’interesse generale, suggerito come bussola dal presidente della Repubblica, sta in questo scambio per la modernizza­zione di un mercato che, finora, ha prodotto solo un tasso di attività di dieci punti inferiore alla media Ue e un gigantesco spreco di capitale umano (un giovane su tre senza impiego). L’italia – come ha sottolinea­to il premier Mario Monti – risponde ora, dopo oltre un decennio, a chi chiedeva a gran voce questa riforma: l’europa, il Fondo monetario, i mercati. Ora gli alibi cadono. Dovranno arrivare gli investimen­ti.

Oggi il Governo deciderà quale forma giuridica dare alla riforma: non sarà scelta di poco conto optare per un decreto o per una delega.

La riforma del mercato del lavoro va avanti. «Per il Governo la questione dell’articolo 18 è chiusa» ha scandito il presidente del Consiglio, Mario Monti, che ha annunciato per domani l’incontro finale con i partecipan­ti al negoziato per la chiusura del testo. Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha poi illustrato le linee della riforma: in caso di licenziame­nto per ragioni economiche, al lavoratore spetterà un indennizzo (fino a 27 mensilità); se le ragioni sono disciplina­ri toccherà al giudice decidere tra reintegro o indennizzo. Il reintegro resta per i licenziame­nti discrimina­tori. La riforma riguarda sia i contratti in essere sia quelli futuri.

«A nessuno il potere di veto. E ora le imprese investano, non ci sono più alibi» ha chiosato Monti, che sta valutando con quale strumento, decreto o disegno di legge, varare la riforma. Dalle parti sociali un primo sostegno, tranne che dalla Cgil, che annuncia mobilitazi­oni di protesta. Marcegagli­a: adesione complessiv­a ma i costi delle flessibili­tà in entrata vanno ridotti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy