La terza via del premier
Di fronte ai passaggi stretti di una storica trattativa sul mercato del lavoro, il Governo Monti poteva scegliere fra una linea dura e una, diciamo così, molto morbida.
La linea dura si sarebbe riassunta così: mettere fine al negoziato con i sindacati presentando un testo del tipo "prendere o lasciare" per poi trasformarlo, con o senza la firma delle forze sociali, in un decreto legge sul quale il Parlamento avrebbe avuto sessanta giorni di tempo per deliberare. Magari sospinto da un voto di fiducia. Questa procedura avrebbe costituito una vera e propria sfida a tutto campo. In particolare nei confronti della Cgil, da un lato, e del Pd, dall’altro. E non occorre molta fantasia per immaginare gli effetti di una simile scelta.