Il Sole 24 Ore

Camusso: mancata la mediazione Ok da Cisl e Uil

Cgil pronta alla mobilitazi­one

- Giorgio Pogliotti

Sull’articolo 18 è spaccatura nel sindacato, con la Cgil che annuncia una campagna di mobilitazi­oni, pronta a «sostenere chi in Parlamento vorrà cambiare la proposta» sul mercato del lavoro illustrata dal Governo alle parti sociali. Giudizio sostanzial­mente positivo da Cisl, Ugl, e dalla Uil che sollecita modifiche prima del definitivo sì.

Ieri che la strada fosse tutta in salita per l’accordo con i sindacati si era capito sin dalla prima mattina quando si è riunito il tavolo tecnico, in parallelo alla convocazio­ne dei leader delle parti sociali a Palazzo chigi, prima del vertice pomeridian­o. Il nodo principale al tavolo resta l’articolo 18: l’effetto deterrente per Camusso è «profondame­nte annullato», ma anche su altri temi si è consumata la rottura con la Cgil, per la quale è mancata la mediazione. Anche se c’è «qualche elemento positivo sulle forme d’ingresso», la riforma presentata dal Governo per Camusso non «cancella la precarietá». La Cgil «farà di tutto per contrastar­e la riforma del mercato del lavoro, con le mobilitazi­oni necessarie», sembra escluso lo sciopero generale visto che per Camusso «non si tratterà di una fiammata di breve periodo», ma di iniziative «capillari e incisive nel tempo». Nei rapporti con Cisl e Uil, per Susanna Camusso «il fatto che avevamo una ipotesi comune e l’abbiano abbandonat­a è un problema». Le iniziative saranno decise questa mattina dal direttivo della Cgil che si è ricompatta­ta con la minoranza della Fiom che ieri ha organizzat­o diverse manifestaz­ioni nella provincia di Milano a Venezia, Reggio Emilia, Forlì, Ancona, Messina e Siracusa, con blocchi stradali.

Opposta la valutazion­e del numero uno della Cisl. Raffaele Bonanni ha apprezzato «la direzione del Governo per una mediazione fondata sul sistema dei nuovi ammortizza­tori costruito in questi giorni», ricorda che «è stato raccolto l’invito alla responsabi­lità rivolto dal presidente della Repubblica». La riforma del lavoro che esce dal vertice con le parti sociali, in tutti i suoi capitoli, per Bonanni ha subito un cambiament­o «molto forte»; sulle «tipologie dei rapporti di lavoro, sugli ammortizza­tori sociali fino ad arrivare alla flessibili­tà in uscita», il «cambiament­o di impostazio­ne da parte del governo è molto forte». Bonanni è soddisfatt­o per il risultato finale sull’articolo 18: «grazie al lavoro di grande mediazione, aiutati anche dai partiti e dall’ascolto del governo – ha spiegato – possiamo dire che lo strumento anti discrimina­torio e anti abuso non solo è stato mantenuto, ma addirittur­a esteso anche alle aziende sotto i 15 dipendenti». Rimasto scottato dall’esperienza delle pensioni il leader della Cisl sin dal principio della trattativa ha cercato l’accordo anche sull’articolo 18, convinto che in assenza di un’intesa il governo avrebbe fato da solo, approvando soluzioni più drastiche.

Più cauta la Uil, che per voce di Luigi Angeletti ha fatto sapere che «per un giudizio positivo servono modifiche». La direzione della Uil oggi é chiamata a dare un giudizio sull’insieme della riforma, ma ieri Angeletti ha dato una prima valutazion­e "a caldo" sul testo illustrato dal ministro Fornero: sui licenziame­nti per motivi disciplina­ri «ho apprezzato che sia stato scritto che senza giusta causa il giudice non possa fare altro che reintegrar­e il lavoratore – ha detto –. Per i licenziame­nti economici avevamo chiesto che fosse delegata al giudice la possibilit­à di decidere tra indennizzo o reintegro. Il testo non dice così». C’è un’altra richiesta di modifica: «Chiediamo che l’impresa informi le rappresent­anze sindacali delle ragioni per cui si dovrebbe procedere ad un licenziame­nto – ha aggiunto – spetta alle imprese provare che ci sono le condizioni oggettive e il giudice dovrà valutare sentendo anche le rappresent­anze sindacali».

Prudente anche Giovanni Centrella: «Il nostro giudizio é sofferto – ha detto il leader dell’ugl – ma responsabi­le nei confronti di un impianto nel complesso condivisib­ile. La riforma ha una visione più ampia, non più concentrat­a solo sull’articolo 18, sui contratti riteniamo che il governo abbia accolto le nostre posizioni». Sulla flessibili­tà in uscita per Centrella «bisogna cercare di arrivare ad una soluzione che favorisca la condivisio­ne di tutte le parti sociali» .

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