Ammortizzatori, dote da 1,7 miliardi
Sono le risorse strutturali per finanziare il nuovo modello universalistico in vigore dal 2017
Per l’attivazione del nuovo sistema degli ammortizzatori sociali il Governo metterà in campo una «dote» di 1,6-1,7 miliardi. Fondi certi e strutturali, ha assicurato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, calcolati sulle proiezioni di spesa basate sull’allargamento della platea dei lavoratori protetti. Fondi certi, ha aggiunto, che dovranno essere reperiti con una «delicata operazione di cesello» e che sono «indispensabili per sostenere la riforma».
Il nuovo modello «universalistico» entrerà a regime nel 2017 e camminerà su due gambe: la cassa integrazione estesa a tutti i settori e che mantiene anche la variante della cassa integrazione straordinaria (da cui sono escluse le cessazioni di attività) e l’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), che prende il posto delle attuali indennità di disoccupazione e viene estesa anche a tutti i lavoratori con contratto a termine del settore privato e pubblico (compresi gli apprendisti). Per gestire gli «esuberi strutturali» di lavoratori anziani coinvolti da crisi aziendali vengono poi istituiti fondi di solidarietà finanziati dalle imprese.
Due le novità di ieri, arrivate dopo la teoria di incontri e tavoli tecnici che si sono protratti per tutta la prima parte della giornata, prima del vertice in sala verde a palazzo Chigi: riguardano le contribuzioni previste per finanziare l’aspi. Come ha spiegato il ministro Elsa Fornero saranno esclusi dall’addizionale dell’1,4% i contratti a termine stagionali e i contratti per sostituzione. Per questi lavoratori l’azienda dovrà versare solo l’1,3% previsto per i contratti a tempo indetermina- to. Ma questo 1,3% scende ancora per le piccolissime imprese e resta al livello delle attuali aliquote per l’indennità di disoccupazione, che oscillano tra lo 0,18% (per i pubblici esercizi) e lo 0,40% (per gli artigiani). È questa la concessione incassata da Rete imprese Italia, che ieri infatti ha parlato di «passo avanti della trattativa». La nuova indennità di disoccupazione potrebbe poi aumentare per i salari più bassi rispetto al disegno iniziale.
Per le imprese resta come già previsto nelle precedenti versioni il contributo di licenziamento da versare all’inps all’atto del licenziamento (solo per rapporti a tempo indeterminato), pari a 15 giorni di retribuzione per ogni 12 mensilità di anzianità aziendale negli ultimi 3 anni (compresi i periodi di lavoro a termine). Il contributo massimo arriva ad 1 mensilità e mezzo in presenza di 36 mesi di anzianità aziendale.
Tornando all’aspi, confermati anche requisiti d’accesso e durata. Per avere la copertura in casi di perdita involontaria del po- sto di lavoro sono richiesti gli stessi requisiti per la disoccupazione ordinaria: 2 anni di anzianità assicurativa e almeno 52 settimane nell’ultimo biennio. Il sussidio durerà un massimo di 12 mesi per i lavoratori fino a 55 anni e fino a 18 mesi per gli over 55: «L’aspi durerá 1 anno per lavoratori fino a 54 anni e, in termini di assegno, al massimo potrá arrivare a 1.119 euro prevedendo anche un decalage del 15% nei primi 6 mesi e di un ulteriore 15% nei casi di Aspi per i lavoratori sopra i 54 anni che avranno una tutela fino a 18 mesi» ha spiegato il ministro Fornero, che ha poi confermato l’obiettivo di passare dai 4 milioni di lavoratori oggi coperti dalla mobilità ai 12 milioni di protetti dalla futura Aspi .
Per i lavoratori con requisiti minori arriva infine la «miniAspi», vi si accede con 13 settimane di contribuzione nei 12 mesi precedenti la disoccupazione e la sua durata massima è pari alla metà delle settimane di contribuzione nell’ultimo biennio. Durata in mesi e tipologia del sussidio in base alla residenza, all’età del lavoratore e alla data di uscita Età all’uscita dal posto di lavoro
Centro Nord Fino a 49 anni Da 50 a 54 anni 55 anni e oltre
Sud Fino a 49 anni Da 50 a 54 anni 55 anni e oltre
Data di uscita dal posto di lavoro
2013
Indennità di mobilità
2014
2015
2016
Aspi
2017