I repubblicani: aliquota massima al 25 per cento
La proposta di budget
Tagli di spesa e retromarcia sulle riforme sociali, a cominciare dalla sanità, per raggiungere un pareggio di bilancio entro il 2040. Ma soprattutto una vera e propria rivoluzione delle imposte: le aliquote federali saranno sfoltite a due da sei per i redditi familiari, e abbassate. Per famiglie e imprese non supereranno il 25% rispetto al 35% attuale.
È il piano di bilancio dei repubblicani, tenuto ieri a battesimo dai leader del partito alla Camera. Accanto alla cancellazione della riforma sanitaria voluta da Barack Obama, volta a coprire milioni di non assicurati ma denunciata come esempio di statalismo, sparirebbero nel tempo Fannie Mae e Freddie Mac, controversi colossi dei mutui sostenuti dal Governo. Dall’assistenza medica ai poveri, Medicaid, verrebbero risparmiati 810 miliardi in dieci anni. I dipendenti pubblici diminuirebbero del 10 per cento. Fa eccezione, quando si tratta di austerità, solo il Pentagono. E i tagli scatterebbero senza indugi: per il 2013 è fissato un tetto di 2.028 miliardi alla spesa discrezionale, più basso di 19 miliardi anche rispetto alle intese bipartisan dell’anno scorso.
La riforma fiscale, più ancora di quella della spesa, è però al cuore della strategia di Paul Ryan, deputato di punta dei repubblicani. Le aliquote sopravvissute, assieme alla massima del 25%, comprendono un’imposta minima del 10 per cento. E la Corporate America vedrebbe anche eliminate le tasse sugli utili generati all’estero: sarebbero soggetti, rimpatrio o meno, solo alle imposte del Paese d’origine.
Il budget repubblicano ha scarse probabilità di approvazione in un Congresso diviso, non più della proposta di finanziaria di Obama imperniata invece su aiuti ai ceti medi e minori facilitazioni per i redditi più elevati. Appare anzitutto un’arma per la battaglia politica: un piano economico che unisca i conservatori e superi le dure polemiche tra i candidati alla nomination del partito per la Casa Bianca. Gli aspiranti alla presidenza hanno finora offerto proprie versioni: Mitt Romeny il taglio di un quinto di tutte le aliquote, Rick Santorum due aliquote al 10% e al 28% e Newt Gingrich una "flat tax".
Il duello sul nuovo piano è stato subito ingaggiato: «Cattive politiche hanno gonfiato in modoirresponsabile il debito», si legge nel testo dei repubblicani. Per il portavoce di Obama Dan Pfeiffer le riforme avversarie si tradurrebbero in sgravi medi per i più abbienti pari a 150mila dollari e danneggerebbero i programmi pubblici.