Il Sole 24 Ore

«Mai chiesto di eliminare la concussion­e»

Direttore servizio giuridico Ocse

- D. St.

la cosiddetta concussion­e ambientale. Trasferito in ambito internazio­nale - quello che interessa l’ocse - questo schema diventa un problema. Perché? Perché davanti ai tribunali italiani abbiamo chi dice "sì, in Nigeria ho pagato una mazzetta al ministro o al funzionari­o tal dei tali, ma sono stato concusso". Il Tribunale esonera il corruttore dalla responsabi­lità e il corrotto non viene perseguito perché i Tribunali italiani non hanno giurisdizi­one. Quindi, se in un’ottica puramente italiana c’è almeno l’alternativ­a (o si punisce il corrotto o il corruttore) nella corruzione internazio­nale quest’alternativ­a non c’è. Perciò il gruppo di lavoro sostiene che nell’ambito della corruzione internazio­nale si debba eliminare questo caso.

Eliminare questo caso significa eliminare il reato?

L’ocse non ha mai chiesto l’eliminazio­ne della concussion­e in blocco, ma solo che fosse eliminato questo caso particolar­e. Così va letta la nostra raccomanda­zione. Non spetta a noi entrare nel merito, purché, ripeto, sia chiaro che mai è stato chiesto di eliminare la concussion­e all together.

Finora, però, il "caso" da lei paventato non si è mai verifica-

«L’ocse non ha mai chiesto di eliminare la concussion­e in blocco, ma solo l’esonero da responsabi­lità del corruttore, che in ambito internazio­nale è un problema». Direttore del servizio giuridico dell’ocse dal 2005, Nicola Bonucci, 51 anni, è a Parigi da 18 e ha seguito la vicenda italiana in tutte le sue fasi. In questi giorni è a Mosca ma accetta di spiegare il nodo-concussion­e su cui ha la sensazione che in Italia ci si stia avvitando. Quanto alle priorità, non ha dubbi: bisogna allungare i tempi della prescrizio­ne.

Insomma, è vero o no che l’ocse ci chiede di eliminare la concussion­e?

La posizione dell’ocse è relativame­nte semplice. Nell’ordinament­o italiano esiste il reato di concussion­e in base al quale il corruttore, cioè colui che ha pagato la tangente, è considerat­o vittima di chi ha esercitato la violenza (il corrotto). Questo schema ha una sua logica in un ambito meramente domestico: lo Stato vuole mandare un segnale forte sulle politiche pubbliche, quello dell’integrità dei suoi funzionari. Tant’è che il reato è stato molto usato durante la stagione di Mani pulite e ha avuto un’elaborazio­ne giurisprud­enziale nel- to: nessun caso di corruzione internazio­nale in cui la concussion­e sia stata utilizzata dai giudici per esonerare gli imputati da responsabi­lità.

Il nostro gruppo di lavoro sostiene che se esiste una debolezza in un ordinament­o giuridico, va chiarita o eliminata. Il fatto che non si sia mai verificato non convincerà il Gruppo di lavoro del contrario.

La concussion­e è un reato che non esiste in altri Paesi: è un argomento sufficient­e per eliminarlo?

La concussion­e in quanto tale è una figura unica dell’italia. Ma altri Paesi hanno figure comparabil­i. Per esempio prevedono che chi ha pagato, o ha avuto la tentazione di pagare, ma ha fatto marcia indietro e ha collaborat­o, non sia punibile. Ma anche qui il gruppo ha chiesto di eliminare il caso, perché ci si può trovare nella stessa situazione. Ci sono diversi modi di arrivare agli obiettivi, quel che conta è che la corruzione attiva sia punita. L’unica eccezione accettata è la vera e propria estorsione.

Se dovesse elencare le priorità indicate dall’ocse in quest’ultima fase, in che ordine le metterebbe?

Ora come ora il problema principale è la prescrizio­ne perché è chiarament­e unproblema, soprattutt­o per la corruzione internazio­nale, viste le difficoltà per ottenere le prove e l’assistenza giudiziari­a. La questione concussion­e è soprattutt­o una questione di principio, importante, anche se finora - è vero - non s’è mai verificato ancora un caso, a differenza della prescrizio­ne.

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Nicola Bonucci

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