Il Sole 24 Ore

Formigoni «resiste» Lite con l’opposizion­e

Il Governator­e dà del «pirla» a un consiglier­e Idv

- S.MO.

«Mi domando se il Pd che chiede le mie dimissioni sia lo stesso che ieri ha detto a Vasco Errani e al sindaco di Bari Emiliano di tenere duro», ha detto ieri Roberto Formigoni, presidente Pdl della Regione Lombardia, di fronte alle continue richieste di dimissioni che arrivano dall’opposizion­e di centrosini­stra, dopo che due giorni fa è arrivato il decimo avviso di garanzia al Pirellone. L’ultimo degli indagati è Romano La Russa, assessore regionale al- la Sicurezza; si tratta del terzo caso in soli dieci giorni, dopo il presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni, e il presidente della commission­e Ambiente Angelo Giammario, Pdl.

In consiglio regionale ieri ci sono stati battibecch­i scomposti, con Formigoni che ha dato del «pirla» al consiglier­e dell’idv Stefano Zamponi, sempre sul tema di dimissioni e indagini. Ma per Formigoni le dimissioni non «stanno né in cielo né in terra, perché - ha spiegato - l’avviso di garanzia non è una condanna, nessuno atto della giunta è in discussion­e e la responsabi­lità penale è personale». A chi gli ricorda che dieci inchieste in Lombardia rappresent­ano un caso politico, il presidente lombardo ricorda ciò che avviene altrove. «Ci sono altri presidenti messi in discussion­e in Italia, non io. In questi giorni hanno visto atti giudiziari impegnativ­i il sindaco di Bari, i presidenti dell’emilia Romagna e della Puglia, un assessore della Regione Toscana. Tutti del Pd o loro alleati. Quelli sì sono avvisi di garanzia a chi governa, mentre io non ho avuto problemi con la magistratu­ra».

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