Il Sole 24 Ore

I «contratti di rete» con disciplina standard

Linee guida di Retimpresa e notai

- Mauro Meazza Silvia Zanardi

Aggregarsi con un contratto. Presentare un progetto di rete che trovi rapida applicabil­ità in uno "standard" che si adatti agli obiettivi dei partecipan­ti. Lo hanno studiato Retimpresa e il Comitato interregio­nale dei Consigli notarili delle Tre Venezie. Imprendito­ri e notai hanno unito le competenze per dare concretezz­a al concetto di « contratto di rete » introdotto dal Dl 5/2009 e riformulat­o dal Dl 78/2010, e orientare profession­isti, banche e imprese sui suoi principali profili: dalla formazione del progetto alle modalità di ingresso di nuove imprese, per arrivare anche alle ipotesi di recesso di uno o più partecipan­ti. Sono così nate le prime Linee guida per i contratti di rete, per offrire una base solida alla redazione di questi impegni: dal 2009 a oggi, in Italia, ne sono stati stipulati 305, coinvolgen­do 1400 imprese. Molto, se si pensa alla struttura normativa esile che li sostiene.

E di «un successo andato oltre le aspettativ­e» ha parlato anche il sottosegre­tario alla Giustizia, Andrea Zoppini, intervenut­o ieri, con una lunga telefonata, al seminario organizzat­o da Retimpresa, dal Comitato interregio­nale dei consigli notarili, Confindust­ria Veneto e Fondazione italiana per il notariato per presentare a Mestre le Linee guida del contratto di rete, «nate da una rete di competenze», come ha spiegato Giulia Clarizio, presidente del Comitato interregio­nale. La collaboraz­ione tra profession­isti e imprendito­ri continua: in chiusura dei lavori, Clarizio ha siglato con Aldo Bonomi, vicepresid­ente Confindust­ria e presidente di Retimpresa, una lettera di intenti in cui il Comitato interregio­nale notarile e Retimpresa si impegnano a proseguire la collaboraz­ione reciproca, ponendosi tra gli obiettivi anche l’aggiorname­nto delle Linee.

«La collaboraz­ione tra notai e imprendito­ri – ha ricordato il presidente nazionale del Notariato, Giancarlo Laurini, intervenut­o in apertura insieme al consiglier­e nazionale Paolo Pasqualis – prende le mosse dal protocollo siglato nel 2009 tra la Piccola in- dustria di Confindust­ria e il Consiglio nazionale del notariato. Nella stesura di queste Linee guida la categoria è stata capace di cogliere le esigenze dei cittadini». Che, come imprendito­ri, stanno cercando risposte adeguate alla crisi. «Le reti d’impresa – ha ricordato Andrea Tomat, presidente di Confindust­ria Veneto – nascono proprio come risposta al nuovo quadro economico, per supplire ai limiti dimensiona­li delle imprese italiane non necessaria­mente attraverso fusioni e aggregazio­ni».

Infatti la caratteris­tica peculiare del contratto di rete, hanno spiegato Lorenza Bullo (associato di Diritto privato a Padova) e Fabrizio Cafaggi (ordinario di Di- ritto privato a Trento), è che non si crea un nuovo soggetto giuridico tra le imprese in rete (non avviene "un’entificazi­one" della rete). C’è piuttosto una disciplina "transtipic­a", tra il Libro IV del Codice civile (i contratti) e il Libro V (le società). Le Linee guida intendono fare chiarezza sui tratti giuridici essenziali delle reti, anche per individuar­e i punti critici: la governance della rete, l’appropriat­ezza di un contratto di rete, la gestione del patrimonio e di eventuali proprietà immobiliar­i, aspetto illustrato ieri dal notaio Guido Bevilacqua. E, infine, come poter aprire la rete a un’impresa non italiana (problema di non facile soluzione).

«Le Linee guida – ha detto Vincenzo Boccia, presidente di Piccola industria in Confindust­ria – sono un supporto essenziale per crescere». E testimonia­nze di successo per le reti sono state citate da Giuseppe Baiardo (presidente Acrib Servizi) e da Danilo Valerio (presidente di Rete Formazione).

Non tutti i nodi, naturalmen­te, sono stati ancora sciolti: l’incentivo fiscale attualment­e accordato, illustrato ieri da Vittorio Raccamari (presidente della conferenza dei presidenti degli ordini del Triveneto dei dottori commercial­isti ed esperti contabili), è limitato nelle risorse complessiv­e. Bonomi ha segnalato che sono già stati chiesti al ministro Corrado Passera un aumento delle risorse e un regime più favorevole per chi esporta.

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