Il Sole 24 Ore

Non c’è diagnosi senza medico

- M.cap.

Fine

di un’utopia. La nota ministeria­le che ha stoppato gli accertamen­ti di guida sotto effetto di droghe senza visita medica informa che c’è un tavolo tecnico di confronto per arrivare a una proposta di modifica al Codice della strada che superi l’attuale articolo 187. Una certificaz­ione del fatto che la riforma del 2010 si è rivelata velleitari­a.

Per com’è stata formulata e fortemente voluta dal dipartimen­to Politiche antidroga della presidenza del Consiglio, se ne deduceva che si potesse trovare un metodo pressoché infallibil­e per accertare direttamen­te con l’esame della mucosa orale l’effetto delle droghe su un conducente. Intento lodevole: non è facile trovare un medico che certifichi tale effetto con una visita. Tanto che i controlli si fanno solo quando si riescono a organizzar­e "pattuglion­i" con sanitari al seguito o in caso di incidente. Oltretutto, non c’è un protocollo completo sulle visite.

Il tempo ha mostrato i problemi del sistema. Senza contare che l’alternativ­a prevista dalla riforma (esami della sola saliva, se serve per risparmiar­e) è illusoria. Ora è tutto da rifare. Si sceglierà di punire la sola presenza di droghe nell’organismo a prescinder­e dai loro effetti o si preferirà una via ipergarant­ista?

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