Mediaset riduce la cedola a 0,1 euro
In Italia soffre la recessione, ma corre in Spagna - Il pareggio di Premium slitta di un paio d’anni Il fatturato resta stabile a 4,2 miliardi, profitti in calo a 225 milioni
La crisi dell’industria dei media tocca anche Mediaset: la tv della famiglia Berlusconi vede l’utile cadere del 36% e dà una sforbiciata alla cedola (10 centesimi). La recessione ha colpito anche il principale gruppo televisivo italiano, così gli utili sono scesi a 225 milioni: resta comunque una cifra sostanziosa che pochi a Piazza Affari possono vantare. Ma è un terzo degli anni d’oro: nell’anno record 2006 i profitti toccarono 600 milioni. D’altronde che il 2011 sarebbe stato di questo tenore lo aveva già anticipato l’ad Giuliano Adreani, indicando un range di 200 milioni. Così, dopo che ieri i cugini di Mondadori hanno messo a dieta i propri azionisti, da Mediaset è arrivata una sforbiciata: solo 118 milioni di monte-dividendo. Una cedola mignon rispetto ai 35 centesimi dell’anno scorso, ma che è una buona notizia visto che molti auspicavano o temevano un possibile azzeramento della cedola. Si è voluto dare un segnale: Mediaset remunera in ogni caso gli azionisti. Da Cologno spiegano che il taglio del dividendo non implica un cambio di rotta dell’azienda nella politica di distribuzione degli utili agli azionisti. «Non c’é una nuova policy - ha commentato il cfo Marco Giordani - l’indebitamen- to é aumentato ma siamo lontani dai covenant e non ci sono questioni problematiche che riguardano le nostre capacità di finanziamento».
In dettaglio il giro d’affari di Mediaset è praticamente fermo (4,25 miliardi contro i 4,29 del 2010), ma è l’effetto algebrico dell’italia che mostra i segni della recessione e della Spagna che invece è tornata a crescere (al contrario della carta stampata che nella penisola iberica soffre molto). La raccolta di Publitalia e Digitalia, la divisione dedicata alla pay tv e al web, è scesa del 3,3% a 2,77 miliardi dai 2,86 del 2010. Il calo dei consumi degli italiani arriva a investire anche la pubblicità tv storicamente più resistente rispetto agli altri media. Anche nei periodi di crisi, tuttavia, Mediaset fa meglio del mercato, che nel complesso ha perso il 4,2%, e con un 39% di share si conferma la prima emittente del Paese sul pub- blico commerciale. In Spagna invece la raccolta è balzata del 23% a 971 milioni di euro con un utile netto del gruppo Telecinco salito a 110 milioni (contro i 70 del 2010 che avevano risentito della tegola Endemol, svalutata integralmente).
Fatica anche la pay tv, ultima nata in casa Mediaset: Premium, lanciata per rintuzzare lo strapotere di Sky sulle tv a pagamento, ha chiuso con perdite di 68 milioni dopo che nel 2010 aveva raggiunto il pareggio (0,3 milioni), che adesso è stato nuovamente rinviato di due anni. Una parte di queste perdite, ha spiegato l’azienda, è stata causata dal rinnovo dei diritti tv del calcio. E questo nonostante abbia visto i ricavi superare, per la prima volta, la soglia dei 600 milioni (615,6) con una crescita del 14%. L’utile operativo del gruppo è diminuito da 815 a 539 milioni (-33%).
I dati sono stati comunicati a Borsa chiusa: oggi si vedrà la reazione degli investitori. Il mercato vive di attese e per il 2012 l’azienda ha lanciato una sorta di «allarme utili» avvertendo che se il quadro macro non cambia, a fine anno i profitti caleranno ancora. Per recuperare redditività Mediaset ricorrerà al taglio dei costi per 250 milioni.