Il Sole 24 Ore

La crisi dei consumi colpisce il Pil

Secondo le anticipazi­oni Istat nel primo trimestre il calo è dello 0,5% - Acquisti giù dell’1,8% in quattro anni Giovannini: serve un cambio di mentalità, altrimenti non andremo lontano

- Emanuele Scarci

I consumi colano a picco e trascinano al ribasso anche il Pil. Un copione già scritto quando l’erosione del reddito familiare ha assunto ritmi preoccupan­ti, già nel 2011. Purtroppo «sappiamo già che il Pil nel primo trimestre del 2012 non è andato bene a causa della caduta dei consumi – ha annunciato ieri a Milano il presidente dell’istat, Enrico Giovannini, intervenut­o all’assemblea annuale di Ibc, l’associazio­ne delle industrie di beni di consumo –; la variazione media annua già acquisita per il 2012 è di -0,5%».

Il presidente dell’istat ha sottolinea­to che i consumi «reali» sono scivolati dell’1,8% negli ultimi quattro anni, ma di oltre l’1,1% nel solo 2011.

Aldo Sutter, imprendito­re e presidente di Ibc, ha colto la palla al balzo per rimarcare che «senza rilancio dei consumi non può esserci crescita. L’export non è sufficient­e. Bisogna mettere dei soldi in tasca alle famiglie o, se si preferisce, una social card sul modello americano che aiuti le famiglie con più figli e senza mezzi». Invece per ottobre è previsto un ritocco all’insù del 2% sulle aliquote Iva del 10 e del 21%. «Una mazzata dagli esiti imprevedib­ili» commenta Sutter e che secondo Federalime­ntare si tradurrà, con certezza, in un aggravio per le tasche dei consumator­i di oltre tre miliardi. Del resto le previsioni per il 2012 indicano uno scivolone intorno al 2% del Pil. A parziale consolazio­ne Giovannini ha sottolinea­to che il recente aumento dell’iva dal 20 al 21% è stato scaricato a valle solo per lo 0,5%, il resto l’hanno assorbito le imprese. Quello da due punti del prossimo ottobre dovrebbe im- pattare sull’80% della spesa per consumi delle famiglie e trasmetter­si per l’1,35%.

Ironici Federconsu­matori e Adusbef sulle anticipazi­oni del Pil di Giovannini. «Purtroppo questo non ci sorprende affatto: è un po’ come scoprire l’acqua calda. I consumi sono in forte calo, persino nel settore alimentare, l’ultimo a essere influenzat­o dalla crisi: nel 2011 hanno registrato un calo del -4,8% che corrispond­e a una minore spesa di 264 euro annui a famiglia».

Poi Giovannini frena un po’: «Sono indicazion­i indirette. A gennaio la produzione industrial­e indica dei problemi (-4,4% su base tendenzial­e ndr), come emerge anche dalle stime anticipate da Confindust­ria. A febbraio, poi, sappiamo che c’è stato un momento climatico che non ha favorito la produzione e ha creato tutta una se- rie di problemi».

Il presidente dell’istat ha poi spiegato che «la recessione si caratteriz­za per un calo dei consumi ma non degli investimen­ti con la domanda estera che fa da calmiere». Ma i consumi risentono anche delle inefficien­ze del sistema paese: nel confronto con la Germania, in un decennio, i prezzi di assicurazi­oni, servizi finanziari e affitti sono più che raddoppiat­i in Italia, ma anche abbigliame­nto e alimentari sono aumentati più dei listini tedeschi «denotando un problema di efficienza nel circuito di commercial­izzazione». Sono aumentati meno i servizi italiani di quelli della Germania nelle telecomuni­cazione, dove si è operata una forte liberalizz­azione, nella sanità, istruzione ed energia.

Meno reddito corrispond­e a meno consumi. E infatti «il reddito procapite delle famiglie italiane si è ridotto in media di 300 euro nel 2009 rispetto al 2000. In particolar­e, il reddito delle famiglie italiane e spagnole tra il 2008 e il 2011 ha avuto un colpo più duro rispetto a Francia e Germania». E anche la propension­e al risparmio è crollata dal 16% del 2008 al 12% dell’anno scorso. «Se guardiamo a questi anni – è l’amara conclusion­e di Giovannini – siamo passati da una crisi di produzione a una ambientale poi a una crisi finanziari­a e ora siamo in mezzo a quella sociale. Mi auguro un cambiament­o di mentalità senza cui non credo che andremo molto lontano».

«Il rischio – ha concluso, a sua volta, Sutter – è che il Pil vada peggio delle previsioni. È quindi necessario che il governo rilanci l’economia e rinunci ai propositi di aumento dell’iva».

 ?? AFP ??
AFP

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy