Dai bulloni ai rigatoni per tornare a crescere
Azienda napoletana affianca alla produzione meccanica per l’aeronautica quella di pasta di alta qualità
Castello di Cisterna, profondo hinterland napoletano a un tiro di schioppo dal polo metalmeccanico di Pomigliano d’arco, dove sorgono il celeberrimo stabilimento Fiat e il più grande sito produttivo meridionale di Alenia Aermacchi.
Fai dieci metri a piedi in quel di via Padula e dal capan- none di Arter, fornitore del distretto aereonautico campano con 50 dipendenti e cinque milioni di fatturato, ti ritrovi nello stabilimento Le Gemme del Vesuvio, pastificio specializzato in lavorazioni di alta qualità, dieci addetti e 1,3 milioni di giro d’affari per il 30% determinato dalle esportazioni.
Le due aziende fanno capo entrambe alla stessa proprietà: la famiglia Fornaro. O meglio: la seconda esperienza imprenditoriale è figlia della prima, nonostante i due settori (meccanica e alimentare) non potrebbero essere più distanti tra loro.
Le Gemme del Vesuvio rappresenta un tentativo curioso quanto vincente di diversificazione di prodotto per superare il momento complicato che a livello nazionale sta attraversando il settore metalmeccanico. «Negli ultimi due anni – racconta Angelo Fornaro, amministratore delle due aziende – le commesse di Arter provenienti dall’industria pesante hanno subito un calo di circa il 30 per cento. Di fronte a dinamiche di questo genere, diventa fondamentale scommettere su attività alternative, non per sostituire ma per affiancare il nostro core business».
La storia di Arter ha inizio nel 1980, con un tornio a pedale e una fresa in una piccola officina di Pomigliano e una serie di commesse di subfornitura di componenti per l’industria aeronautica. Quattro anni più tardi la Am (così si chiamava all’epoca l’azienda) dà lavoro a quattro persone e fattura 160 milioni di vecchie lire. Il portafoglio ordini ci mette poco a crescere: negli anni Novanta il business si sposta nell’industrializzazione del prodotto e la committenza spazia da Alenia ad Avio, da Ansaldo a Magnaghi Aereonautica. «Abbiamo cominciato a produrre – racconta Angelo Fornaro – stampi per pannelli di carlinghe e parti di motori aereonautici, lavorazioni di nicchia ed estrema precisione».
L’azienda produce anche macchine per pastifici e serve big del settore come Garofalo e Rummo. È da qui che scatta l’idea della diversificazione. «Nel 2006 – ricorda Arcangelo Fornaro, figlio di Angelo e direttore commerciale – un po’ per scommessa decidiamo di metterci noi stessi a produrre pasta utilizzando macchinari nati nelle nostre officine. Gli ottimi risultati sul piano qualitativo ci hanno incoraggiato a continuare».
Il resto lo ha fatto la crisi del settore metalmeccanico. «Due anni fa – aggiunge Angelo Fornaro – abbiamo dovuto licenziare due indiretti di produzione di Arter. E li abbiamo subito riassunti nel pastificio. Sia chiaro: non vogliamo mollare il settore metalmeccanico. Negli ultimi due anni abbiamo anche investito sette milioni per rafforzare la nostra produzione».
Ma avere un’alternativa premiata dal mercato, aiuta a crescere.