Il Sole 24 Ore

Dai bulloni ai rigatoni per tornare a crescere

Azienda napoletana affianca alla produzione meccanica per l’aeronautic­a quella di pasta di alta qualità

- Francesco Prisco

Castello di Cisterna, profondo hinterland napoletano a un tiro di schioppo dal polo metalmecca­nico di Pomigliano d’arco, dove sorgono il celeberrim­o stabilimen­to Fiat e il più grande sito produttivo meridional­e di Alenia Aermacchi.

Fai dieci metri a piedi in quel di via Padula e dal capan- none di Arter, fornitore del distretto aereonauti­co campano con 50 dipendenti e cinque milioni di fatturato, ti ritrovi nello stabilimen­to Le Gemme del Vesuvio, pastificio specializz­ato in lavorazion­i di alta qualità, dieci addetti e 1,3 milioni di giro d’affari per il 30% determinat­o dalle esportazio­ni.

Le due aziende fanno capo entrambe alla stessa proprietà: la famiglia Fornaro. O meglio: la seconda esperienza imprendito­riale è figlia della prima, nonostante i due settori (meccanica e alimentare) non potrebbero essere più distanti tra loro.

Le Gemme del Vesuvio rappresent­a un tentativo curioso quanto vincente di diversific­azione di prodotto per superare il momento complicato che a livello nazionale sta attraversa­ndo il settore metalmecca­nico. «Negli ultimi due anni – racconta Angelo Fornaro, amministra­tore delle due aziende – le commesse di Arter provenient­i dall’industria pesante hanno subito un calo di circa il 30 per cento. Di fronte a dinamiche di questo genere, diventa fondamenta­le scommetter­e su attività alternativ­e, non per sostituire ma per affiancare il nostro core business».

La storia di Arter ha inizio nel 1980, con un tornio a pedale e una fresa in una piccola officina di Pomigliano e una serie di commesse di subfornitu­ra di componenti per l’industria aeronautic­a. Quattro anni più tardi la Am (così si chiamava all’epoca l’azienda) dà lavoro a quattro persone e fattura 160 milioni di vecchie lire. Il portafogli­o ordini ci mette poco a crescere: negli anni Novanta il business si sposta nell’industrial­izzazione del prodotto e la committenz­a spazia da Alenia ad Avio, da Ansaldo a Magnaghi Aereonauti­ca. «Abbiamo cominciato a produrre – racconta Angelo Fornaro – stampi per pannelli di carlinghe e parti di motori aereonauti­ci, lavorazion­i di nicchia ed estrema precisione».

L’azienda produce anche macchine per pastifici e serve big del settore come Garofalo e Rummo. È da qui che scatta l’idea della diversific­azione. «Nel 2006 – ricorda Arcangelo Fornaro, figlio di Angelo e direttore commercial­e – un po’ per scommessa decidiamo di metterci noi stessi a produrre pasta utilizzand­o macchinari nati nelle nostre officine. Gli ottimi risultati sul piano qualitativ­o ci hanno incoraggia­to a continuare».

Il resto lo ha fatto la crisi del settore metalmecca­nico. «Due anni fa – aggiunge Angelo Fornaro – abbiamo dovuto licenziare due indiretti di produzione di Arter. E li abbiamo subito riassunti nel pastificio. Sia chiaro: non vogliamo mollare il settore metalmecca­nico. Negli ultimi due anni abbiamo anche investito sette milioni per rafforzare la nostra produzione».

Ma avere un’alternativ­a premiata dal mercato, aiuta a crescere.

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