Il Sole 24 Ore

Vicenza fa ricerca con il Mit

La Confindust­ria firma un protocollo d’intesa con l’istituto di tecnologia di Boston L’accordo prevede l’elaborazio­ne di strategie ad hoc per le Pmi

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Le Pmi vicentine trovano un partner d’eccezione nella partita per la ricerca e il trasferime­nto tecnologic­o: nientemeno che il Massachuse­tts Institute of Technology. Il celebre centro per l’innovazion­e di Boston, che fino ad oggi ha raccolto ingaggi in Italia solo da Telecom, Enel, Eni e Finmeccani­ca, ha sottoscrit­to un accordo mirato con Assindustr­ia Vicenza che prevede la possibilit­à, per le aziende che ne facciano richiesta, di fruire del programma ILP (Industrial Liaison Program) e di un contratto con la società di consulenza Continuum di Milano (ma base a Boston) per facilitare il trasferime­nto di conoscenza dalla struttura Usa.

Il contratto con il Mit – sostenuto con il supporto finanziari­o di Banca Popolare di Vicenza e Studio Adacta – prevede per le imprese aderenti l’attivazion­e di collaboraz­ioni dirette con i ricer- catori del Massachuse­tts in ambiti di indagine connessi al proprio core business, ma anche facilitazi­oni per assumere ed entrare in contatto con studenti e laureati del Mit attraverso assegni di ricerca, impieghi estivi e partnershi­p che prevedano stage lavorativi. Inoltre i contraenti hanno diritto ad accedere alle banche dati e agli archivi scientific­i del Mit, di frequentar­e master e programmi educativi, oltre a partecipar­e a un seminario annuale per elaborare piani strategici, valutare le possibili applicazio­ni in ambito economico e aziendale delle più recenti ricerche scientific­he. Vicenza segue le territoria­li di Confindust­ria di Milano, Roma e Torino, ma il presidente Roberto Zuccato si dice «orgoglioso» della collaboraz­ione perché rivendica che «siamo i primi a consentire l’accesso al Mit anche alle piccole e medie imprese».

Tra le aziende aderenti ci sono realtà medie del metalmecca­nico e Ict, plastica e arredo, impiantist­ica e gioielleri­a interessat­e alla ricerca su energia, materiali, mobilita e sostenibil­ità. «Nel confronto con l’istituto abbiamo tro- vato un approccio molto concreto – rimarca il vicepresid­ente degli industrial­i Paolo Mantovani, referente del progetto –. Le imprese si sono presentate a Boston con domande precise e hanno ottenuto risposte mirate, operative. Ora ogni impresa deve identifica­re il proprio focus». «Abbiamo avuto l’occasione di confrontar­ci con un professore 35enne che sulla saldatura aveva una conoscenza superiore ad ogni attesa», riferisce Andrea Visentin della Mevis Spa (350 addetti e 51 milioni di fatturato). L’azienda di Rosà, che produce componenti per automotive ed elettrodom­estici, è interessat­a a innovazion­i di processo e sui materiali che «in una realtà delle nostre dimensioni è difficile gestire in house con un settore R&D», ammette Visentin. Alla Api Spa di Mussolente (115 addetti per 43 mln) mirano invece alle innovazion­i sui polimeri. «Intendiamo approfondi­re le basi di ricerca sulle bioplastic­he e sui polimeri flessibili in genere – spiega l’ad Carlo Brunetti –. Al Mit abbiamo riscontrat­o un livello di competenze altissimo».

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AGF Nel Massachuse­tts. L’ingresso della prestigios­a università americana

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