Il Sole 24 Ore

Tiffany alza le stime 2012

Il colosso americano della gioielleri­a ha superato gli obiettivi tracciati dal Ceo Michael Kowalski Ricavi 2011 in crescita del 18%, l’italia è il secondo mercato europeo

- Giulia Crivelli

L’esercizio è quello del 2011. Poiché però, come accade con la maggior parte delle aziende americane, fiscalment­e l’esercizio è terminato il 31 gennaio 2012, i risultati di Tiffany, arrivati ieri, sono il modo migliore per entrare nell’anno del 175˚ anniversar­io. Il marchio di gioielleri­a nacque a New York nel 1837 e oggi è diventato un gruppo da 3,6 miliardi di dollari di fatturato (pari a circa 2,7 miliardi di euro) ed è uno dei brand più conosciuti a livello globale. Il 2011 è stato un anno record, con qualche segnale di rallentame­nto nel quarto trimestre che non ha impedito al Ceo e al Cfo di Tiffany di essere ottimisti sul 2012: da New York Michael Kowalski e Patrick McGuiness hanno stimato un’ulteriore crescita dei ricavi del 10% e un aumento dell’utile netto compreso tra il 16 e il 19%.

La Borsa americana ha reagito immediatam­ente e il titolo è schizzato del 7%, forse anche perché Kowalski ha spiegato che le stime sono prudenti e che Tiffany continuerà a investire nel retail e nella ricerca e sviluppo di prodotto, secondo una logica di lungo periodo immune a scossoni finanziari locali o globali. La crescita dei ricavi 2011 è stata del 18%, mentre gli utili netti sono aumentati del 19%, passando da 368 a 439 milioni di dollari (332 milioni di euro). Le vendite sono cresciute ovunque, a partire dalle Americhe, il maggior mercato di Tiffany: il fatturato è stato di 1,8 miliardi per l’intero esercizio (+15%) e di 605 milioni per il quarto trimestre (novembre 2011-gennaio 2012).

Secondo mercato è l’area AsiaPacifi­co, dove i ricavi sono aumentati del 36%, trainati dalla Cina, Paese che da solo assorbe il 12% delle vendite mondiali di Tiffany (l’area vale il 21%). «Abbiamo già 58 negozi nel mercato asiatico e 21 sono in Cina, dove vogliamo arrivare a breve a 30 – ha spiegato Kowalski –. Nel 2012 apriremo 24 negozi a gestione diretta: nove in Nord e Sud America, sette in Asia-pacifico, tre in Europa e cinque negli Emirati Arabi Uniti». Curiosa la scelta fatta per New York, dove si trova lo storico negozio di Fifth Avenue, che da solo vale il 18% dei 3,6 miliardi di dollari di vendite annuali di Tiffany: «A breve inaugurere­mo la boutique di Soho – ha sottolinea­to il Ceo –. Nei negozi di New York comprano i clienti americani ma soprattutt­o i turisti, come del resto accade nel negozio di Parigi». I negozi che vendono di più però in Europa sono quello di Old Bond Street, a Londra, e quello di via della Spiga, a Milano.

Il legame di Tiffany con il capoluogo lombardo è sempre più forte, come ha ricordato Kowalski: nel 2011 è stato aperto il se- condo punto vendita milanese di Tiffany, all’interno del department store del lusso Excelsior, e i risultati «sono eccellenti». L’italia per il marchio americano di gioielleri­a è il secondo mercato europeo dopo la Gran Bretagna e amministra­tore delegato per Italia e per la Spagna, nonché vicepresid­ente Tiffany&co. per l’europa, è Raffaella Banchero, che stasera sarà tra i top manager a fare gli onori di casa nell’evento in programma a Milano per festeggiar­e una delle iniziative del 2012, la collezione Tiffany 1837 in Rubedo. Il Rubedo è una speciale lega di rame, argento e oro messa a punto dagli orafi di Tiffany che Kowalski ha definito «una delle grandi innovazion­i degli ultimi anni».

Accanto allo sviluppo retail e al costante migliorame­nto del sito web (che serve egregiamen­te sia per l’e-commerce sia per attività di comunicazi­one e come legame con i social network), il Ceo di Tiffany ha ricordato l’impegno per le nuove collezioni, firmate da designer come Paloma Picasso o curate dall’ufficio stile interno. Sforzi che si riflettono sulla composizio­ne delle vendite: nel 2011, come già nel 2010, la crescita è stata legata soprattutt­o ai prodotti con un prezzo medio più alto, che non ai "super classici" in argento.

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Concept tradiziona­le.
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Collezione dei 175 anni.
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