Gucci cuce la filiera artigiani-venditori
Ieri nel quartier generale di Scandicci i titolari dei 376 negozi da tutto il mondo
«Il 2012 sarà un anno impegnativo, ma Gucci lo sta affrontando con il passo giusto». Patrizio di Marco, presidente e amministratore delegato del gruppo fiorentino che fa capo alla francese Ppr, ha appena finito di ricevere nel quartier generale di Scandicci i 700 partecipanti al terzo "Worldwide store managers’ meeting", appuntamento dedicato ai titolari dei 376 negozi Gucci di tutto il mondo, provenienti da 47 Paesi.
Una tappa importante nella strategia globale del gruppo. «È indispensabile riuscire a gestire l’incertezza e l’instabilità dei mercati, che dureranno ancora parecchi anni - dice di Marco -. Per questo voglio che il nostro personale capisca il livello straordinario di artigianalità che c’è nell’azienda, non solo in termini di manualità ma anche d’innovazione continua, nelle tecniche e nei materiali».
Nel corso dell’incontro fiorentino, realizzato a "impatto zero" sul versante dell’ambiente, i negozianti che vendono prodotti Gucci nel mondo prendono contatto con chi studia e realizza i prototipi, vedono come viene selezionata la materia prima, capiscono la filosofia che sta dietro il marchio della "doppia G", creato nel 1921 da Guccio Gucci all’insegna proprio dell’artigianalità di alta gamma. «Puntiamo a essere sempre i migliori e l’importanza della forza vendita per trasmettere i valori dell’azienda è determinante - spiega di Marco -. Questo senso di identità deve ancora essere affermato totalmente, perché occorre tempo, ma sono sicuro che la strada imboccata sia quella giusta».
Il gruppo fiorentino ha chiuso il 2011 superando la soglia dei 3 miliardi di ricavi (3.143 milioni), con 948 milioni di risultato lordo e oltre 8mila dipendenti. «Continuiamo a crescere, sia nel fatturato che negli occupati,