Il Sole 24 Ore

L’italia va in Qatar alla ricerca di capitali

Il fondo sovrano dell’emirato interessat­o a investire in progetti sicuri

- Laura Di Pillo

Doha chiama il made in Italy per sostenere lo sviluppo del Paese, ma il Qatar è pronto a investire su progetti "maturi" con rendimenti certi, in settori che vanno dalle infrastrut­ture al manifattur­iero all’energia. Due partite strategich­e per l’italia, con un primo tempo che si è giocato ieri a Doha nel corso della missione organizzat­a da Confindust­ria, ministero dello Sviluppo, Ance, Simest.

Oltre 70 aziende guidate dal vice ministro Mario Ciaccia e dal vice presidente di Confindust­ria Cesare Trevisani per rafforzare la cooperazio­ne economica con un Paese che nel 2012 stima una crescita del Pil intorno al 7% (è stata del 18,7% nel 2011). Sul piatto oltre 70 miliardi di dollari di in- vestimenti che l’emirato prevede in vista del primomundi­al arabo, i Campionati di Calcio del 2022, assegnati al Qatar. Solo una fetta di una torta più grande da 185 miliardi che riguarda la modernizza­zione di uno degli Stati più dinamici del Golfo con un’economia principalm­ente sostenuta dal gas (è il terzo Paese per riserve) e dal petrolio.

Ma saranno le infrastrut­ture uno dei principali motori di sviluppo dei prossimi anni, che si- gnifica strade, metropolit­ane, ferrovie, stadi, tutto da costruire. La città è infatti un enorme cantiere che sta ridisegnan­do il volto dell’emirato guidato dal 1995 da Sheikh Hamad bin Khalifa Al-thani. Tra le commesse più interessan­ti i 25 miliardi di dollari destinati alla realizzazi­one della metro di Doha, gara che vede in lizza tutti i big italiani del settore (entro aprile si definisce la short list con gara e aggiudicaz­ione dell’appalto entro l’anno), 20 miliardi per interventi stradali, 4 miliardi per la costruzion­e di 9 nuovi stadi e per l’espansione dei 3 già esistenti.

Il piano di modernizza­zione del Paese, il faraonico Qatar National Vision 2030, prevede anche investimen­ti nell’energia, nel settore idrico e nel tratta- mento rifiuti per oltre 20 miliardi. Tra i mega progetti anche quello immobiliar­e il Lusail developmen­t project, complesso residenzia­le da 5 miliardi e il nuovo porto di Doha da 7 miliardi interament­e a carico del Governo e l’aeroporto internazio­nale che sarà concluso nel 2015. Un mercato stragico a cui si guarda in due prospettiv­e.

«Abbiamoavu­tocolloqui molto interessan­ti - ha spiegato il vice ministro Mario Ciaccia - questo è uno Stato con una ricchezza enormee un potenziale di sviluppope­r le nostre imprese considerev­ole, ma è importante anche che il Qatar investa nel nostro Paese». Diretto il riferiment­o al fondo sovrano dell’emirato, che, con gli 85 miliardi da gestire, «è unpartner che fa gola a molti eso- no venuto qui anche per indicare le potenziali­tà che ci sono in Italia», ha spiegato Ciaccia. Obiettivo prioritari­o sono i progetti maturi, avanzati, su cui c’è certezza in merito ai tempi, con rendimenti chiari. Un interesse confermato anche dalla visita in aprile a Roma dell’emiro che servirà anche a fare il punto sui dossier più appetibili. «Bisogna garantire agli investitor­i un quadro di certezze normative e profitti nel tempo - ha chiarito Ciaccia - il Governo ha introdotto oltre cento norme fortemente innovative in termini di project bond e di durata dei contratti di concession­e». Un tema quello dei project bond che suscita «grande interesse da parte di numerosi soggetti del sistema finanziari­o internazio­nale - ha aggiunto Ciaccia - che voglio-

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