Il Sole 24 Ore

Camusso: la partita non è chiusa, sciopero generale

Pronte 16 ore di protesta

- G. Pog.

Sull’articolo 18 per la Cgil «la partita non è chiusa». Susanna Camusso fa sapere che «quando conoscerem­o l’iter parlamenta­re individuer­emo la data per lo sciopero generale».

Corso d’italia ha proclamato un pacchetto di 16 ore di sciopero – le prime 8 serviranno per lo svolgiment­o di assemblee nei luoghi di lavoro, le altre 8 ore per manifestaz­ioni territoria­li – al direttivo che ieri ha approvato un documento con 95 sì, 2 no (tra loro Cremaschi) e 13 astenuti (tra loro Maurizio Landini, leader Fiom). Camusso ha lanciato l’appello a «tutto il Parlamento perché intervenga per modificare le norme che non vanno bene», sostenendo che l’articolo 18 non è stato «l’unico tema su cui il governo non ha mai manifestat­o la volontà a cambiare le virgole». Per Camusso «non siamo in presenza di un sistema di ammortizza­tori effettivam­ente universale, così come non lo sono le risorse messe in campo», riferendos­i alla dote di 1,7 miliardi e al fatto che «la Cig ordinaria valga per le aziende sopra i 15 dipendenti e che per i parasubord­inati non sia possibile usufruire del nuovo sistema di ammortizza­tori sociali».

Anche gli altri leader sindacali che hanno sostanzial­mente avallato la riforma si sono rivolti alle forze politiche: «Stiamo ancora trattando per migliorare il testo – ha detto il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni –. A fine settimana vedremo se manca qualcosa e faremo le nostre richieste. Comunque ben vengano le iniziative parlamenta­ri per migliorare il testo finale». Sull’articolo 18 si è trovato un «compromess­o onorevole» per Bonanni, convinto che si sia raggiunta una «mediazione ragionevol­e» sulla riforma del mercato del lavoro. «Siamo arrivati a una buona soluzione – ha ag- giunto –. Mi interessav­a di stringere la cinghia sui contratti a progetto, sulle false partite Iva e sulle associazio­ni in partecipaz­ione». Secondo Bonanni sugli ammortizza­tori sociali ci sono coperture economiche «importanti» con «l’estensione delle tutele anche ai lavoratori delle piccole imprese».

La Uil ha sospeso il giudizio, almeno per ora, sollecitan­do alcune modifiche, sintetizza­te da Luigi Angeletti: «Bisogna inserire – ha spiegato – una procedura che consenta alle organizzaz­ioni sindacali, come avviene in Germania, di verificare se le motivazion­i economiche, che l’azienda adduce per il licenziame­nto siano oggettive e non strumental­i in modo che il giudice possa avere il parere dei sindacati». Con questa modifica, ha continuato Angeletti «noi daremo giudizio positivo, altrimenti chiederemo al Parlamento di apportare la modifica». In secondo luogo, la Uil chiede «l’istituzion­e di un fondo che sostenga i lavoratori che rischiano di essere espulsi e che non hanno l’età per andare in pensione», sostenendo che «questo problema al momento non è risolto dagli ammortizza­tori sociali».

Per l’ugl, infine, Giovanni Centrella ha espresso un sì «sofferto ma molto articolato sull’impianto della riforma del lavoro presentata ieri dal governo alle parti sociali» precisando che sull’articolo 18 «chiediamo al Parlamento di intervenir­e con modifiche».

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ANSA Susanna Camusso, segretario generale della Cgil

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