Il Sole 24 Ore

Integrazio­ne salariale con fondi ad hoc

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Le difficoltà

congiuntur­ali obbligano l’azienda di materie plastiche per cui lavora come impiegato Thomas, 36 anni, a una profonda ristruttur­azione. Per questo l’azienda ricorrerà alla cassa integrazio­ne. La riforma Fornero lascerà intatto l’attuale assetto degli ammortizza­tori sociali in costanza di rapporto di lavoro. L’azienda di Thomas potrà ricorrere ai contratti di solidariet­à o alla cassa integrazio­ne ordinaria o, probabilme­nte, alla cassa integrazio­ne straordina­ria per ristruttur­azione e crisi aziendale. Per i settori non coperti da Cig si prevede l’obbligo di costituzio­ne di fondi di solidariet­à per tutti i settori attraverso accordi tra le parti sociali, utilizzand­o in gran parte l’esperienza della bilaterali­tà. I fondi saranno finalizzat­i a finanziare la prestazion­e di trattament­i di integrazio­ne salariale per i casi di riduzione o sospension­e dell’attività lavorativa dovuti a causali previste dalla normativa in materia di integrazio­ne salariale ordinaria o straordina­ria. Le regole di funzioname­nto dei fondi (e anche della cassa) dovranno prevedere l’obbligo di bilancio in attivo. Per i settori che non stipuleran­no accordi collettivi per l’attivazion­e del fondo di solidariet­à viene istituito, con decreto interminis­teriale, un fondo di solidariet­à residuale: la prestazion­e dovrà essere di importo pari all’integrazio­ne salariale, la contribuzi­one sarà a carico del datore di lavoro, e la durata non dovrà essere superiore a un ottavo delle ore lavorabili da computare in un biennio mobile.

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