Il Sole 24 Ore

No al rinnovo se l’intervallo è troppo breve

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Il

contratto a tempo determinat­o di Ivana, 31 anni, impiegata in un’azienda di software, scade fra pochi mesi. Il gruppo è in espansione ed ha acquisito nuovi clienti, ma le prospettiv­e di sviluppo non sono certe: nonostante la nuova legge preveda un incremento del costo contributi­vo di questo contratto (maggiorazi­one che servirà a finanziare, anche per i lavoratori a termine, l’assicurazi­one sociale per l’impiego), il gruppo ha deciso di assumere comunque Ivana con un contratto a termine.

L’azienda preferireb­be concludere il rapporto e stipulare eventualme­nte un nuovo contratto a termine, ma rispetto alla disciplina precedente la riforma prevede un allungamen­to dell’intervallo temporale tra la scadenza di un contratto e la stipula di quello successivo. Troppo tempo per l’azienda, che ha comunque bisogno di una risorsa aggiuntiva per evadere il lavoro incombente. Molto probabilme­nte il contratto di Ivana sarà confermato: in quel caso l’azienda potrà recuperare la maggiorazi­one versata all’avvio del rapporto a termine, grazie al cosiddetto premio di stabilizza­zione.

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