Collaboratore fisso? Cambia il contratto
Dopo una serie
di sfortunate esperienze nel mondo del lavoro dipendente, Michele, perito informatico quarantenne, decide di mettersi in proprio e di aprire una partita iva. Racimola qualche collaborazione, ma dopo qualche mese arriva il colpo grosso: trova lavoro come consulente esterno per garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete informatica di una media azienda tessile. Michele si reca quasi tutti i giorni al lavoro nella sede dell’azienda, dove ha una sua scrivania. Mantiene inalterati i rapporti anche con gli altri clienti, ma dall’azienda tessile ricava più del 75 per cento del suo giro d’affari. Si tratta inoltre di una collaborazione che dura più di sei mesi nell’arco di un anno e per tutti questi motivi, secondo l’impianto della riforma Fornero, Michele ha diritto a vedersi riconoscere il carattere continuativo e di natura subordinata (e non autonomo e occasionale) della collaborazione a partita Iva. Resta salva, però, la facoltà del committente di fornire prova contraria.