Il Sole 24 Ore

Aziende penalizzat­e sul fronte dei costi

La manodopera a tempo avrà un peso maggiore nei bilanci ma per chi stabilizza ci sono meno vincoli

- Nicola Barone Claudio Tucci

Assumere manodopera precaria costerà di più. Le imprese non potranno poi contare sugli stagisti se i ragazzi avranno terminato il periodo di formazione (vale a dire: laurea, master, dottorati). Mentre se un magistrato annullerà un licenziame­nto per motivi economici non potrà più imporre all’azienda il reintegro del lavoratore (articolo 18); questo viene sostituito dal pagamento di un’indennità risarcitor­ia compresa tra un minimo di 15 e un massimo di 27 mensilità (calcolate sull’ultima retribuzio­ne globale di fatto).

La bozza di riforma del mercato del lavoro elaborata dal ministro Elsa Fornero prevede, per le aziende, più chance di utilizzare i lavoratori a tempo. Anche se nelle imprese con un elevato numero di addetti precari il costo del lavoro subirà inevi- tabilmente un’impennata. Solo in parte recuperata (si ipotizza fino a sei mesi di maggiore contribuzi­one versata) in caso di stabilizza­zione del collaborat­ore. Per le imprese di dimensioni più piccole sarà invece più agevole accedere ai nuovi ammortizza­tori sociali (l’aspi, finanziata appunto da un aumento dei costi, +1,4%, sul lavoro a termine). In genere le imprese dovranno fare attenzione a utilizzare correttame­nte manodopera in partita Iva. Se la collaboraz­ione dura più di sei mesi, fa guadagnare al collaborat­ore il 75% dei corrispett­ivi totali e prevede l’utilizzo di postazioni aziendali, il rischio è che scatti la presunzion­e di subordinaz­ione (che obbliga l’impresa a stabilizza­re il rapporto).

In questa pagina il Sole-24 Ore offre alcuni casi concreti di quello che cambia per le imprese con l’arrivo della riforma Fornero.

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