Aziende penalizzate sul fronte dei costi
La manodopera a tempo avrà un peso maggiore nei bilanci ma per chi stabilizza ci sono meno vincoli
Assumere manodopera precaria costerà di più. Le imprese non potranno poi contare sugli stagisti se i ragazzi avranno terminato il periodo di formazione (vale a dire: laurea, master, dottorati). Mentre se un magistrato annullerà un licenziamento per motivi economici non potrà più imporre all’azienda il reintegro del lavoratore (articolo 18); questo viene sostituito dal pagamento di un’indennità risarcitoria compresa tra un minimo di 15 e un massimo di 27 mensilità (calcolate sull’ultima retribuzione globale di fatto).
La bozza di riforma del mercato del lavoro elaborata dal ministro Elsa Fornero prevede, per le aziende, più chance di utilizzare i lavoratori a tempo. Anche se nelle imprese con un elevato numero di addetti precari il costo del lavoro subirà inevi- tabilmente un’impennata. Solo in parte recuperata (si ipotizza fino a sei mesi di maggiore contribuzione versata) in caso di stabilizzazione del collaboratore. Per le imprese di dimensioni più piccole sarà invece più agevole accedere ai nuovi ammortizzatori sociali (l’aspi, finanziata appunto da un aumento dei costi, +1,4%, sul lavoro a termine). In genere le imprese dovranno fare attenzione a utilizzare correttamente manodopera in partita Iva. Se la collaborazione dura più di sei mesi, fa guadagnare al collaboratore il 75% dei corrispettivi totali e prevede l’utilizzo di postazioni aziendali, il rischio è che scatti la presunzione di subordinazione (che obbliga l’impresa a stabilizzare il rapporto).
In questa pagina il Sole-24 Ore offre alcuni casi concreti di quello che cambia per le imprese con l’arrivo della riforma Fornero.