L’edicola diventa un minimarket
In principio erano i giornali. Poi vennero biglietti dei mezzi pubblici, caramelle, e ricariche telefoniche. Presto nelle edicole arriveranno altri prodotti. Quali? Quelli che l’edicolante vorrà. Il decreto legge sulle liberalizzazioni amplia l’offerta dei prodotti che si potranno comprare all’edicola, specificando che «gli edicolanti possono vendere presso la propria sede qualunque altro prodotto secondo la vigente normativa». La misura lascia massima libertà ai gestori dei punti vendita, che accanto a quotidiani e periodici potranno esporre pane, scarpe, telefonini, brioche. Per farlo basterà rispettare le regole previste dalla normativa, che oggi prevede requisiti diversi per la vendita di alimentari o di non alimentari. In pratica, per i prodotti non alimentari basterà il requisito di carattere "morale" (assenza di condanne, come previsto dall’articolo 71 del decreto legislativo 59/2010), mentre per i generi alimentari servirà l’esperienza nel settore o la frequenza di un corso.
Assecondando le richieste dei clienti, quindi, le edicole potranno trasformarsi in piccoli negozi di vicinato, quelli in cui – a pochi passi da casa – è possibile trovare il necessario, dai prodotti di cartoleria al dentifricio, dai collant di riserva ai cerotti.
Il decreto liberalizzazioni prevede anche la possibilità per gli edicolanti di praticare sconti e defalcare il valore del materiale fornito in conto vendita e restituito a compensazione delle successive anticipazioni al distributore.