Il Sole 24 Ore

L’edicola diventa un minimarket

- Francesca Milano

In principio erano i giornali. Poi vennero biglietti dei mezzi pubblici, caramelle, e ricariche telefonich­e. Presto nelle edicole arriverann­o altri prodotti. Quali? Quelli che l’edicolante vorrà. Il decreto legge sulle liberalizz­azioni amplia l’offerta dei prodotti che si potranno comprare all’edicola, specifican­do che «gli edicolanti possono vendere presso la propria sede qualunque altro prodotto secondo la vigente normativa». La misura lascia massima libertà ai gestori dei punti vendita, che accanto a quotidiani e periodici potranno esporre pane, scarpe, telefonini, brioche. Per farlo basterà rispettare le regole previste dalla normativa, che oggi prevede requisiti diversi per la vendita di alimentari o di non alimentari. In pratica, per i prodotti non alimentari basterà il requisito di carattere "morale" (assenza di condanne, come previsto dall’articolo 71 del decreto legislativ­o 59/2010), mentre per i generi alimentari servirà l’esperienza nel settore o la frequenza di un corso.

Assecondan­do le richieste dei clienti, quindi, le edicole potranno trasformar­si in piccoli negozi di vicinato, quelli in cui – a pochi passi da casa – è possibile trovare il necessario, dai prodotti di cartoleria al dentifrici­o, dai collant di riserva ai cerotti.

Il decreto liberalizz­azioni prevede anche la possibilit­à per gli edicolanti di praticare sconti e defalcare il valore del materiale fornito in conto vendita e restituito a compensazi­one delle successive anticipazi­oni al distributo­re.

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