La Ue chiede parità negli appalti
Proposta di direttiva per la reciprocità nella partecipazione alle gare
La Commissione ha presentato ieri una proposta legislativa che introduce la reciprocità nel mercato degli appalti pubblici. L’obiettivo è di consentire alle aziende europee di partecipare liberamente alle gare che attualmente in molti Paesi sono chiuse ai concorrenti stranieri. Il rischio però è di provocare nuove tensioni commerciali ed eventuali ritorsioni, in un contesto di crescente protezionismo.
«Vogliamo incoraggiare i nostri partner commerciali ad aprire il mercato degli appalti pubblici» ha affermato ieri il commissario al Commercio Karel De Gucht. In molti Paesi del mondo le gare pubbliche sono una corsa a ostacoli. Non mancano le restrizioni che nei fatti chiudono la porta alla partecipazione delle imprese straniere. Per esempio: il Buy American negli Stati Uniti.
Secondo Michel Barnier, il commissario al Mercato unico che ha presentato ieri la proposta insieme a De Gucht, gli appalti pubblici europei sono aperti alla concorrenza straniera al 90%, mentre in Canada, Giappone o Stati Unti il gra- do di apertura è rispettivamente del 16, 28 e 32 per cento. In Cina è praticamente uguale allo zero. Secondo la Commissione, il mancato guadagno per le imprese europee è di 12 miliardi di euro all’anno.
Il progetto di regolamento - che ha provocato la protesta dei commissari più liberali, preoccupati da forme surretizie di protezionismo - prevede due strumenti. Il primo stabilisce che per tutte le gare con un valore superiore ai 5 milioni di euro le autorità possano chiedere alla Commissione di escludere un partecipante straniero, se questo giunge da un Paese che non garantisce la reciprocità alle aziende europee.
Il secondo strumento prevede che, con un Paese che discrimini ripetutamente contro le imprese europee, Bruxelles possa negoziare un accordo commerciale che garantisca libero accesso alle gare pubbliche nazionali. Nel caso non fosse possibile trovare un’intesa, le autorità comunitarie potrebbero chiudere le porte agli appalti pubblici per le aziende di questo Stato.
Barnier ha spiegato ieri che dietro alla proposta della Commissione vi è anche il tentativo 7 Le clausole di reciprocità nei contratti impegnano le parti a offrirsi vicendevolmente parità di trattamento. Tra Stati la reciprocità indica l’accesso dei cittadini a beni, servizi o diritti in condizioni di parità. Nel settore degli appalti, la Commissione europea vuole introdurre nuove regole che impongano agli Stati extra-ue di accettare nelle gare i concorrenti europei allo stesso modo in cui i Paesi Ue accettano questi Stati. Il problema è acuto nei confronti della Cina dove gli appalti sono di fatto chiusi agli stranieri di evitare una segmentazione del mercato europeo, poiché una decina di paesi - tra cui Spagna, Gran Bretagna e Ungheria - ha introdotto limiti alla partecipazione di aziende non europee agli appalti pubblici. Nell’unione le gare pubbliche hanno un valore pari al 19% del Pil; in Cina è pari al doppio. Secondo le cifre della Commissione, del totale dell’export europeo, solo 10 miliardi di euro passano dagli appalti pubblici. Le autorità comunitarie sono convinte, a ragione, che i grandi Paesi emergenti, in piena modernizzazione, saranno una fonte di crescita economica nei prossimi anni. Le aziende italiane sono specializzate in prodotti di media tecnologia molto richiesti.
Riferendosi al progetto di regolamento, un funzionario del ministero del Commercio cinese, Suo Bicheng, ha spiegato al quotidiano China Daily: «Le nuove regole europee, quando saranno adottate, non avranno alcun effetto immediato sulle società cinesi che partecipano alle gare europee, né indurranno la Cina a fare concessioni sul nostro sistema di gare pubbliche».