Acqua, sulle tariffe competenze in coabitazione
La bozza di Dm
Non c’è pace per il servizio idrico. La prima bozza di Dpcm che assegna all’authority per l’energia i compiti di predisposizione del metodo tariffario e di approvazione delle tariffe proposte dai gestori, finita nei giorni scorsi sui tavoli del Governo, accende un braccio di ferro tra ministero e Autorità, e lascia in mezzo al guado le aziende che gestiscono il servizio. Oggetto del contendere è la divisione dei poteri delineata dal Dpcm, che chiede all’authority di «definire le componenti di costo», «predisporre il metodo tariffario» e «approvare le tariffe», ma mantiene in capo al Ministero la definizione dei criteri per i calcoli dei costi e per la loro copertura e il compito di «verificare la corretta redazione dei piani d’ambito».
L’authority, a quanto risulta al Sole 24 Ore, ha già indirizzato al ministero un "parere" perplesso su questa coabitazione nei compiti di vigilanza, mentre è atteso l’intervento sul tema anche da parte degli enti territoriali, che stanno studiando proposte di emendamenti al testo. Critiche arrivano poi dalle aziende, alle prese con le incertezze di un lungo periodo transitorio condito dall’abolizione del vecchio comitato di vigilanza, che il decreto «Salva-italia» ha deciso di sostituire con l’autorità. «La procedura è barocca – riflette Adolfo Spaziani, direttore generale di federutility – e crea una duplicazione di soggetti che rischia di complicare i processi decisionali». I temi da decidere sono cruciali, dopo che il referendum ha cancellato la vecchia disciplina tariffaria e ha prodotto anche un conten- zioso importante fra soggetti gestori e associazioni di consumatori. «Per chiarire il quadro serve un soggetto in grado di decidere, secondo modalità chiare come già accade proprio nell’energia e nel gas».
Un quadro, questo, considerato essenziale in un settore che secondo le ultime stime necessita di investimenti per 2 miliardi all’anno, e vede l’impegno pubblico mantenersi al di sotto del 10% di questa cifra.
La partita, insomma, rimane aperta, mentre nel frattempo i compiti di vigilanza e ap- provazione delle tariffe vengono mantenuti ad interim dal Ministero sulla base di un parere fornito a fine anno (si veda Il Sole 24 Ore del 23 dicembre) proprio per evitare il vuoto gestionale.
Con il decreto sulle liberalizzazioni, che sarà approvato oggi in via definitiva dalla Camera, arrivano all’authority le dotazioni extra per svolgere i nuovi compiti: si tratta di un incremento di 40 unità nell’organico e di un finanziamento aggiuntivo fino all’1 per mille dei ricavi annuali degli esercenti. Dal momento che in Italia vengono fatturati ogni anno tra i 6 e i 7 miliardi di metri cubi, a un prezzo medio che si aggira intorno a 1 euro, si potrebbe trattare di una dote da 6-7 milioni all’anno.