Il Sole 24 Ore

Acqua, sulle tariffe competenze in coabitazio­ne

La bozza di Dm

- Gianni Trovati

Non c’è pace per il servizio idrico. La prima bozza di Dpcm che assegna all’authority per l’energia i compiti di predisposi­zione del metodo tariffario e di approvazio­ne delle tariffe proposte dai gestori, finita nei giorni scorsi sui tavoli del Governo, accende un braccio di ferro tra ministero e Autorità, e lascia in mezzo al guado le aziende che gestiscono il servizio. Oggetto del contendere è la divisione dei poteri delineata dal Dpcm, che chiede all’authority di «definire le componenti di costo», «predisporr­e il metodo tariffario» e «approvare le tariffe», ma mantiene in capo al Ministero la definizion­e dei criteri per i calcoli dei costi e per la loro copertura e il compito di «verificare la corretta redazione dei piani d’ambito».

L’authority, a quanto risulta al Sole 24 Ore, ha già indirizzat­o al ministero un "parere" perplesso su questa coabitazio­ne nei compiti di vigilanza, mentre è atteso l’intervento sul tema anche da parte degli enti territoria­li, che stanno studiando proposte di emendament­i al testo. Critiche arrivano poi dalle aziende, alle prese con le incertezze di un lungo periodo transitori­o condito dall’abolizione del vecchio comitato di vigilanza, che il decreto «Salva-italia» ha deciso di sostituire con l’autorità. «La procedura è barocca – riflette Adolfo Spaziani, direttore generale di federutili­ty – e crea una duplicazio­ne di soggetti che rischia di complicare i processi decisional­i». I temi da decidere sono cruciali, dopo che il referendum ha cancellato la vecchia disciplina tariffaria e ha prodotto anche un conten- zioso importante fra soggetti gestori e associazio­ni di consumator­i. «Per chiarire il quadro serve un soggetto in grado di decidere, secondo modalità chiare come già accade proprio nell’energia e nel gas».

Un quadro, questo, considerat­o essenziale in un settore che secondo le ultime stime necessita di investimen­ti per 2 miliardi all’anno, e vede l’impegno pubblico mantenersi al di sotto del 10% di questa cifra.

La partita, insomma, rimane aperta, mentre nel frattempo i compiti di vigilanza e ap- provazione delle tariffe vengono mantenuti ad interim dal Ministero sulla base di un parere fornito a fine anno (si veda Il Sole 24 Ore del 23 dicembre) proprio per evitare il vuoto gestionale.

Con il decreto sulle liberalizz­azioni, che sarà approvato oggi in via definitiva dalla Camera, arrivano all’authority le dotazioni extra per svolgere i nuovi compiti: si tratta di un incremento di 40 unità nell’organico e di un finanziame­nto aggiuntivo fino all’1 per mille dei ricavi annuali degli esercenti. Dal momento che in Italia vengono fatturati ogni anno tra i 6 e i 7 miliardi di metri cubi, a un prezzo medio che si aggira intorno a 1 euro, si potrebbe trattare di una dote da 6-7 milioni all’anno.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy