Mps, la cordata Equinox punta su Bertelli e Lonati
Primo esame delle offerte dei fondi da parte della Fondazione senese Tra i potenziali candidati al 4% anche la famiglia romana Angelini
La Fondazione Mps avvia l’esame delle proposte di acquisto per parte del 15% circa di Banca Monte dei Paschi di Siena che l’ente sta cedendo. La Fondazione senese ha già venduto a privati il 5% e l’obiettivo sarebbe arrivare all’8 per cento: tra i privati è stata comunicata la presenza di Edoardo Caltagirone, entrato con una quota dello 0,5 per cento.
I fondi in gara
La restante quota del 7% potrebbe invece andare a un fondo di private equity oppure essere spezzettata tra più investitori. Su quest’ultimo fronte sarebbero sei le proposte sul tavolo dell’ente, arrivate entro la scadenza di martedì fissata dall’advisor Rothschild. L’offerta più corposa, in termini di quota azionaria, resta quella di Equinox. La società d’investimento di Salvatore Mancuso punterebbe a una quota compresa tra il 7% e il 9,9 per cento: per un investimento complessivo sui 400 milioni di euro. Tuttavia Equinox da sola non potrà investire nell’operazione più di una certa cifra (sul mercato si parla di una cinquantina di milioni) e Mancuso avrebbe quindi stretto un accordo di coinvestimento con alcuni dei sottoscrittori del suo fondo.
Tra questi ultimi, secondo indiscrezioni, ci sarebbero le famiglie Bertelli (proprietari del gruppo Prada) e i Lonati (imprenditori dell’acciaio di Brescia noti per il passato trascorso nell’hopa di Emilio Gnutti). Sul tema Equinox, interpellata, ha dichiarato di non voler com- mentare la notizia.
Inoltre sempre Mancuso, tramite i suoi consulenti Morgan Stanley e Barclays, avrebbe sondato la disponibilità a investire nell’operazione di alcuni fondi sovrani mediorientali.
Resta da capire quali potrebbero essere le chance di Equinox, che si è detta pronta a porsi come partner industriale di minoranza, per condividere con la Fondazione, che resta l’azionista di maggioranza, le linee strategiche.
La cautela di Clessidra
L’ente senese potrebbe infatti preferire il private equity Clessidra, con il quale da tempo esistono relazioni nel risparmio gestito e, fra l’altro, tra i più favorevoli alla nomina di Alessandro Profumo alla presidenza di Mps. Ma su questo fronte la partita sembra abbastanza complicata. Il fondo di Claudio Sposito non avrebbe infatti fatto pervenire a Rothschild una nuova proposta, mante- nendo quanto offerto a fine febbraio per una quota complessiva del 4 per cento.
Ma Clessidra sembra avere anche un problema tecnico e temporale: per dare il via libera all’acquisizione delle azioni, Clessidra deve per statuto far approvare l’operazione dal comitato di investimenti, procedura che in genere richiede una quindicina di giorni. Il fondo di Claudio Sposito dovrebbe invece entrare in possesso delle azioni entro il 27 marzo per poter poi presentare i consiglieri della sua lista nel nuovo consiglio di amministrazione.
Oltre alle due proposte ce ne sarebbero poi altre. In corsa ci sarebbe un fondo straniero, rappresentato dall’ex-banker di Deutsche Bank Massimo Armanini, e un altro gruppo finanziario estero. Tra i potenziali acquirenti di un 4%, secondo le indiscrezioni, potrebbe esserci la famiglia Angelini, industriali romani del settore farmaceutico. La sede del Monte dei Paschi di Siena: la Fondazione Mps, primo azionista della banca, ha avviato l’esame delle proposte di acquisto per parte del 15% circa di Banca Monte dei Paschi di Siena che l’ente sta cedendo