Equita: accettare l’opa Benetton
Secondo la Sim, il prezzo è conveniente e non ci sarà rilancio
Equita raffredda le aspettative sull’opa Benetton. In un report dedicato all’operazione, la Sim milanese suggerisce di accettare l’offerta di 4,6 euro per azione, sulla base di una serie di motivazioni. La prima è che non ci sarà un rilancio. L’offerta è volta a ritirare il 25,15% flottante, considerato che il 67,08% è detenuto da Edizione holding e il 7,77% sono azioni proprie. Se le adesioni permetteranno di arrivare al 95% del capitale, ci sarà lo squeeze-out delle minoranze, allo stesso prezzo di 4,6 euro per azione. Se si arri- verà tra il 095 e il 95%, l’offerente potrà decidere di ritirare comunque i titoli consegnati e prolungare l’offerta, sempre allo stesso prezzo. Se, invece, non si raggiungerà la soglia minimadel90%, l’offerta verrà ritirata. Quindi, conclude il report, la possibilità di un rilancio è «completamente da escludere».
Alcuni investitori però potrebbero aver considerato di non consegnare le azioni, scommettendo suunavalorizzazionedelpatrimonio immobiliare della società. Ma, secondo Equita, anche questa eventualità è da escludere. Infatti, argomentano gli analisti, fin dal ’99 Benetton ha avviato una campagna acquisti di spazi commerciali, patrimoniooggiiscrittoal valoredi libro di 645milioni. Il portafoglio immobiliare è costituito da negozi, direttamente gestiti dalla società oaffittati ai partner in fran- chisingacondizionidifavore. Il reportricordacheilmercato hasempre sollecitato la cessione o lo spin-off degliimmobiliper migliorare il ritorno sul capitale. Ma il gruppohasempre risposto di considerare strategico in un’ottica di lungo periodo la proprietà dei "muri" dei negozi a suo marchio, per evitare l’aumento degli affitti a ogni rinnovo contrattuale e il rischio di perdere buone postazioni commerciali. Posizione che, per Equita, non è cambiata, tant’è che «il documentod’offerta eil comunicato sui risultati 2011 hanno riaffermatol’importanza strategi- ca delle proprietà commerciali».
Ok, ma restare azionisti di Benetton consentirebbe di beneficiare del piano di rilancio che è alla base della decisione di ritirare il titolo dal mercato (motivazioneufficiale: ottenere maggiorflessibilità nel gestire la ristrutturazione). Anche su questo punto la Sim è scettica. Il prezzo dell’opa, sostiene infatti, è a premio sia sulle quotazioni di Borsa degli ultimi mesi sia rispetto ai multipli dei concorrenti. E il processo di ripensamento del business model, dall’esito comunque incerto, potrebbe impattare nel breve termine sulla profittabilità le performance finanziarie della società. Benetton non è in perdita, ma le vendite si sono adagiate da una decina d’anni intorno ai 2 miliardi e il margine Ebit si è ridotto al 13,2% del 2004 al 7,6% dell’anno scorso. Benetton sconta due ordini di problemi. L’uno è il posizionamento geografico, con il 40% delle vendite concentrato sull’italia e un altro 20% su Spagna, Portogallo e Grecia, mercati che in questo momentosonosotto pressione dal lato dei consumi (e non solo). L’altro è la struttura finanziaria, appesantita da 548 milioni di debito netto, con 400 milioni da rifinanziare entro settembre di quest’anno. Lo studio prevede un aumento del costo del debito di almeno 300 punti base tra il 2012 e il 2013 con un aumento degli oneri finanziari dell’ordine di 16 milioni. Insomma, per Equita nonci sonomargini perscommettere contro l’opa. La Borsa probabilmente èarrivata alla stessa conclusione visto che il titolo ormai è inchiodato a quota 4,59 euro.