Fortescue si allea con Pechino
La mineraria australiana dice sì alla piattaforma cinese
La battaglia sui prezzi tra le acciaierie cinesi e le minerarie australiane ha visto un colpo di scena: Fortescue Metals ha deciso di adeguarsi alla piattaforma di trading appoggiata da Pechino invece di aderire al Global Ore Market, con base a Singapore, sostenuto dall’australiana Bhp Billiton.
La Cina, che ha recentemente lanciato la sua piattaforma per poter avere una maggior influenza sui prezzi internazionali delle materie prime, si vede quindi assegnare un punto a favore. Da parte sua, con questa mossa Fortescue cercherebbe di trovare nuovi clienti per la sua accresciuta produzione.
«Fortescue – commenta l’analista Zhang Jiabing – non è un produttore diversificato e si focalizza solo sui minerali ferrosi. La sua decisione potrebbe rispondere a una precisa strategia di mercato in Cina».
Fortescue, il terzo maggior produttore australiano di mine- rali ferrosi, è il primo principale attore non cinese ad aderire alla nuova piattaforma. Con il "tradimento" di Fortescue l’iniziativa cinese diventerebbe accettata a livello internazionale.
Questo colpo di scena anima un’annosa disputa tra la Cina, maggior acquirente di com- modity australiane e i principali produttori di Canberra su chi debba di fatto controllare i prezzi delle commodity. La nuova piattoforma ha il sostegno di 26 aziende siderurgiche della Repubblica popolare, tra cui Baosteel, Wuhan Iron and Steel, China Minmetals e Sinosteel. Global Ore è riconosciuta dale grandi minerarie internazionali, capeggiate da Bhp.
Dopo il collasso del sistema che si basava su un prezzo annuale benchmark, il Ceo di Bhp, Marius Kloppers, ha spinto verso l’adozione del prezzo spot per i minerali ferrosi. Una strategia che si è finora mostrata vincente. L’adozione di piattoforme conferma che il sistema del prezzo spot sarà il futuro del mercato. Dipende ora da chi la spunterà.